22enne suicida a La Maddalena
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Aperta una seconda inchiesta. Il Pm di Sassari indaga sulla rapina, quello di Tempio per istigazione suicidio
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SASSARI – Si apre una seconda inchiesta sul suicidio della barista 22enne di Porto Torres morta il 5 novembre scorso a La Maddalena.
La Procura di Sassari ha aperto un fascicolo sulla presunta rapina subita dalla ragazza qualche giorno prima che si togliesse la vita. La giovane aveva raccontato a dei suoi conoscenti di essere stata aggredita e rapinata al rientro a casa, di notte, dopo una giornata di lavoro. I malviventi le avrebbero portato via circa mille euro, i soldi delle mance raccolte al bar da lei e dai suoi colleghi.
Una rapina su cui gli inquirenti finora non hanno trovato riscontri, ma che sarebbe rientrata prepotentemente nell’inchiesta sul suicidio condotta dalla Procura di Tempio, dopo i risultati dell’autopsia sulla barista.
Il medico legale avrebbe riscontrato segni di percosse ed escoriazioni riconducibili proprio a un’aggressione. La rapina quindi potrebbe ricollegarsi al presunto ricatto subito dalla ragazza per il video hard che l’avrebbe coinvolta e sul quale i magistrati di Tempio hanno aperto un’inchiesta per istigazione al suicidio.
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Folla commossa al funerale della 22enne morta alla Maddalena
Intanto, ieri pomeriggio a Porto Torres, nella Basilica di San Gavino, si sono celebrati i funerali della ragazza. Una città sotto choc. Presenti diversi investigatori in borghese.
- Perché Michela non ha gridato?
- Perché ha solo sussurrato le sue paure?
- O forse ha gridato, ha bussato alle nostre porte, ma il suo grido non ha trovato ascolto?.
Don Mario Tanca, parroco della basilica di San Gavino, scaglia le sue accuse in un silenzio surreale. Porto Torres è senza parole. La morte di Michela, la barista di 22 anni che la notte fra il 4 e il 5 novembre si è tolta la vita a La Maddalena – nell’abitazione di un’amica dalla quale aveva cercato pace pochi giorni dopo aver denunciato una rapina subita mentre rientrava a casa da lavoro – è un dolore profondo.
Quello celebrato questo pomeriggio non è stato un funerale qualsiasi. Lo conferma il grande dispiegamento di investigatori in borghese inviati dalle Procure di Sassari e di Tempio Pausania, impegnate su due fronti: da una parte si cerca di far luce sull’aggressione culminata con il racconto della rapina subita da Michela, dall’altra si prova a capire chi possa averla istigata al suicidio. (La Nuova Sardegna)
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