CULTURA & SPETTACOLO

Golfo Aranci. “90 anni di Guglielmo Marconi e quel Semaforo a Capo Figari”

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GOLFO ARANCI – Dal dal 5 al 10 agosto Golfo Aranci si appresta a festeggiare un anniversario importante, per la città e per la scienza. Novant’anni fa proprio dalla città gallurese il Premio Nobel per la Fisica Guglielmo Marconi realizzava con successo il primo collegamento a onde corte dallo storico semaforo sul promontorio di Capo Figari, riuscendo a collegarsi con l’osservatorio di Rocca di Papa, vicino a Roma.
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L’eredità marconiana rimane a Golfo Aranci e per il 90mo anniversario di quella importante scoperta si svolgeranno numerose attività ispirate al suo genio creativo, alla figura di Marconi come scienziato e inventore, innovatore e imprenditore: dalla radio alla robotica, esperienze tra mondo reale e mondi virtuali si terranno nei locali de la Dolce Vita, sul lungomare di Golfo Aranci.
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Ci sarà un’esperienza immersiva nella robotica e nella realtà virtuale con Opificio Innova (dal 5 al 10 agosto), un’esperienza alla scoperta della radio  con l’Associazione radioamatori italiani – sezione di Olbia –  (dal 6 al 7 agosto) e una serata finale con la partecipazione di Radio internazionale Costa Smeralda: tanta musica, interviste esclusive e intrattenimento live (il 10 agosto) in collaborazione con Astec (AeroSpace technology education center). E poi un’esposizione artistica del Mad, Movimento arte e design. Sponsor della manifestazione sarà Siportal, la società che garantisce la massima copertura Internet in tutta la Gallura.
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Ma la Storia di “Gugliemo Marconi e la Radio” nasce a Caprera, con la Marina Militare, 121 anni fa…

REDAZIONE – Nel settembre del 1895 un colpo di fucile sparato dal fratello Alfonso annunciò al giovane Guglielmo Marconi che il suo segnale aveva raggiunto una stazione ricevente posta alla distanza di un chilometro e mezzo: era il definitivo atto di nascita della telegrafia senza fili; la grande invenzione antenata di tutti i moderni mezzi di comunicazione, dalla radio alla televisione, dal radiofaro alla navigazione satellitare, dal cellulare a internet.

Marconi avrebbe dovuto subito capire che il passo più appropriato per sfruttare al massimo quell’invenzione sarebbe stato quello di rivolgersi al Ministero della Marina.

L’Italia – scrive Degna Marconi Paresce – stava costruendo la sua flotta e se il ministro avesse compreso, come sarebbe stato logico, che le comunicazioni senza filo avrebbero dato alla flotta italiana un vantaggio senza pari sulle altre flotte, egli avrebbe senza dubbio offerto tutto il suo appoggio”.

Marconi, invece, commise l’errore di rivolgersi al Ministro delle Poste che rifiutò di prendere in considerazione la sua offerta.

Tradito dalla sua patria, il ventenne Guglielmo pensò di offrire l’invenzione all’Inghilterra e con una lettera di presentazione dell’ing. Campbell Swinton del 30 marzo 1896, chiese di essere ricevuto dal Direttore dei Telegrafi della Gran Bretagna Sir William Preece.

Marconi, tuttavia, sebbene bistrattato in patria non dimenticò di essere italiano e non cedette mai i suoi brevetti né all’Inghilterra, né alla Compagnia Marconi, da lui fondata per sfruttare l’invenzione, desiderando che “…in caso di guerra, la sua patria non dovesse dipendere dall’estero per i suoi impianti radio-telegrafici”.

La Marina, nel frattempo, aveva iniziato le prove di trasmissione con i primi “apparati radiotelegrafici modello 1901”, appena giunti in Italia, che erano stati acquistati presso la Compagnia Marconi (Marconi’s Wireless Telegraph Co. Limited di Londra).

Nel maggio del 1901, dopo che il Comandante Bonomo aveva scritto le istruzioni per il maneggio e manutenzione di quegli apparecchi, il ministro incaricò dell’esecuzione degli esperimenti i tenenti di vascello Grassi e Pullino.

Le operazioni condotte dai due ufficiali sono dettagliatamente riportate in un opuscolo, autolitografato a cura della Marina, intitolato: “Relazione sugli esperimenti di telegrafia e telefonia senza fili eseguiti nell’alto Tirreno dai tenenti di Vascello Grassi Mario e Pullino Vittorio, dal 23 maggio al 27 ottobre 1901”.

Da Caprera a Livorno via Monte Argentario

Erano state impiantate stazioni riceventi o ricetrasmittenti a Livorno, a Monte Argentario, nelle isole di Gorgona, Palmaria e Giglio e nell’arcipelago di La Maddalena. Della stazione di La Maddalena, ricevente e trasmittente, fu incaricato il tenente di vascello Grassi il quale installò gli apparati radio ad una altitudine di 180 metri sul livello del mare a circa trenta metri al di sotto della vetta del monte Tejalone, Becco di Vela nell’isola di Caprera, in maniera tale da essere al riparo dei venti. La stazione comprendeva un casotto per gli apparecchi ricetrasmittenti e per gli accumulatori, un altro casotto per la dinamo e il motore e una antenna smontabile in tre pezzi che raggiungeva l’altezza di 45 metri.

Gli esperimenti da Caprera ebbero inizio il 29 settembre1901; furono effettuati collegamenti con Livorno, distante 265 chilometri e Monte Argentario distante 200 chilometri. La stazione dell’Argentario era poi collegata con Livorno distante 141 chilometri.

Le trasmissioni non furono coronate da pieno successo; malgrado l’abilità e la tenacia degli operatori, la precarietà degli impianti e le avverse condizioni atmosferiche e meteorologiche non consentirono risultati entusiasmanti. La ricezione dei segni di Tejalone da parte della stazione di Monte Argentario, nei momenti di tempo favorevole, fu chiara; il collegamento con Livorno si limitò a qualche raro segno e quello fra Livorno e Monte Argentario risultò mediocre.

Ma il 24 ottobre 1901, quando il Ministro della Marina ordinò di sospendere gli esperimenti e smontare le stazioni provvisorie, i sia pur modesti risultati conseguiti con i collegamenti fra Caprera e Monte Argentario portarono a concludere che con una definitiva e stabile sistemazione degli impianti era possibile effettuare buoni collegamenti su distanze di 200 chilometri.

Collegamento fisso Monte Mario – Tejalone di Caprera

Sulla base di queste esperienze la Marina decise di prendere contatti con Marconi e dargli un segno di fede proponendo di collegare radiotelegraficamente Roma con l’isola della Maddalena; a tal fine inviò a Londra il tenente di vascello Luigi Solari che fu autorizzato da Marconi a frequentare i suoi laboratori e riprodurre tutto ciò di cui aveva bisogno. Solari rimase al fianco dello scienziato italiano per quasi un anno assistendo giorno per giorno a tutte le fasi di costruzione degli apparati e alla loro sperimentazione. Al momento della sua partenza per l’Italia, alla fine di gennaio del 1902, Marconi gli consegnò una lettera indirizzata al ministro:

  • A S.E. l’Ammiraglio Morin, Ministro della Marina – Roma. Ringrazio molto cortesemente V.E. per la missione affidata al tenente di vascello Luigi Solari. Egli porta in Italia gli apparecchi più recenti del mio sistema. Spero, (scrive Marconi), che la collaborazione ristabilita fra me e la R.Marina abbia a svilupparsi sempre più. A tal fine mi pregio dichiararle che gli attuali miei brevetti potranno essere usati dalla R.Marina e dal R.Esercito senza compenso di privativa e che i miei apparecchi potranno essere riprodotti nei regi Arsenali con la condizione della riservatezza. Devotissimo. Guglielmo Marconi”.

I nuovi apparecchi costruiti sulla base dei piani portati dal Solari furono installati a Roma nella stazione di Monte Mario, a Caprera nella stazione di Becco di Vela, ad una altitudine di 154 metri sul livello del mare, e sulle navi Morosini, Sicilia, Garibaldi e Carlo Alberto. Gli impianti di Caprera furono inaugurati il 2 giugno, nel ventennale della morte dell’Eroe, con l’irradiazione del primo radiotelegramma ufficiale che trasmise una breve cronaca delle manifestazioni commemorative.

Il messaggio, però, a causa delle perturbazioni atmosferiche, non giunse a Roma. Il Corriere della Sera del 3 giugno, difatti, pubblicava:
“Al forte di Monte Mario, dove si fanno gli esperimenti del telegrafo senza fili, si sperava di ricevere oggi da Caprera qualche aerogramma intorno alla cerimonia ivi svoltasi. Infatti, stamattina alle 8 il generale De La Penne e il maggiore cav. Borgatti, nuovo comandante della direzione del Genio, si sono recati a Monte Mario per la trasmissione di qualche dispaccio, ma probabilmente causa guasti negli apparati o peturbamenti atmosferici, gli apparati non hanno funzionato”.

Da Becco di Vela: “i francesi sono lenti”

La stazione di Becco di Vela, sempre seguita dal tenente di vascello Solari, fu attiva per molti anni fra successi, insuccessi e varie difficoltà. In una relazione riassuntiva sulle esercitazioni radiotelegrafiche relativa al primo semestre del 1904, quando gli impianti erano affidati al tenente di vascello Amici-Grossi, si legge:
Si sono avute ottime ricezioni alla macchina da Palmaria. Si sono avute anche ottime ricezioni alla macchina dall’Umberto, ancorato a Gaeta a distanza di circa 350 Km. Le esperienze settimanali con M. Mario hanno continuato a dare scarsi risultati anche dopo il cambiamento delle bottiglie di Leyda. Il 30 gennaio però vi è stato un notevole miglioramento”.

Nel mese di aprile il terzo capo semaforista Lo Sacco annotava: “La velocità di trasmissione e ricezione normale mantenuta in media, è stata di 25-30 lettere al minuto. Nel fare menzione della ricezione della squadra francese fa notare la lentezza del ritmo con cui trasmettevano”.

E ancora, in maggio, il tenente di vascello Amici-Grossi, scriveva: Si ebbero comunicazioni colla nave francese ‘’Duchayla”, recante a bordo il Ministro della marina francese. Si sono eseguiti, nel senso indicato dal Sig. Solari, vari esperimenti intesi a diminuire gli effetti delle scariche atmosferiche, ma finora senza risultati apprezzabili”.

Nella parte riservata alle “Osservazioni e proposte della Commissione Permanente” si legge: “Questa lentezza del ritmo francese è stata notata da altre stazioni. E’ notevole una ricezione contemporanea da M. Mario e dal “Duchayla”, ciò dimostra molta abilità da parte degli operatori”.

E infine in giugno del 1901: “Si è notato un deciso miglioramento nelle comunicazioni con Livorno, si sono avute inoltre buone ricezioni alla macchina ed al detector da S.Vito, quando questa esegue esperimenti con scintilla rinforzata (mm.19). Velocità media di trasmissione 40-45 lettere al minuto”.

La radio muoveva da Caprera i suoi primi passi per le vie dell’etere

Da quelle 40-45 lettere al minuto che facevano gridare al prodigio si passerà ben presto alla trasmissione fonica ed oggi siamo arrivati alla navigazione satellitare e a Internet.

La storia della Radio di Gugliemo Marconi nasce così a Caprera nel 1901: 121 anni fa.

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(dalle Note storiche di La Maddalena.info – Gianvincenzo Belli)

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