Al via le feste private in zona bianca ma resta l’attesa sulle discoteche. Continua senza sosta la somministrazione dei vaccini

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ROMA – Si torna a far festa in zona bianca, e dunque anche in Sardegna. Ma resta comunque vietato organizzare party in casa o ballare nelle discoteche, che rimangono chiuse almeno per tutto il mese di giugno. Oggi l’incontro su locali e piste da ballo, pressing sul centrodestra per riaprirle a luglio.

Nel rebus delle nuove misure per le fasce di minor rischio, l’ultima trattativa sul tavolo della politica riguarda la ripartenza del divertimento del popolo della notte. Dopo lo slittamento del coprifuoco a mezzanotte (fino alle 5) nelle zona gialle, a dividere adesso è il tema del divertimento. Ma il dibattito è alimentato anche dalle polemiche per i diversi filmati pubblicati sui social in cui si vedono giovani ballare in bar e spiagge, nonostante i divieti.

Al momento, solo in zona bianca, resta possibile l’organizzazione di matrimoni, battesimi, cresime, compleanni e banchetti successivi a questo tipo di cerimonie, dal 15 giugno ovunque. E anche in questo caso sarà comunque necessario però avere il green pass. Le feste private in casa, anche nelle sette Regioni “promosse”, sono vietate dal decreto. In bianco è consentito far visita agli amici restando all’interno della stessa zona, senza limiti di orario o nel numero di persone che si spostano. In zona gialla il limite è invece di quattro persone oltre ai figli minorenni o persone con disabilità. Le regole da “bianca” saranno le stesse per tutto il Paese quasi sicuramente dal 21 giugno, ad esclusione della Valle D’Aosta che, forse, aspetterà ancora un’altra settimana.

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Sul fronte vaccini, la metà dei sardi ha ricevuto la prima dose

CAGLIARI – La Sardegna riassapora la normalità ritrovata: da oggi tornano le visite al Brotzu, al San Giovanni e al Policlinico dell’Aou di Cagliari. Procede sempre più spedita la campagna di vaccinazione anti Covid nell’Isola. In uno scenario di maggiore tranquillità: superata la soglia del milione di dosi somministrate e con un altro dato importante indicato dalla regione, e cioè che il 45% dei sardi ha già ricevuto la prima dose.

Nel frattempo il commissario all’emergenza, generale Figliuolo, rilancia: “Ho da subito evidenziato importanza dell’obiettivo da raggiungere, ovvero quello di conseguire la vaccinazione dell’80% popolazione entro settembre. Di tale popolazione è compresa anche la platea 12-15 anni, si tratta nel complesso di 54,3 milioni di cittadini.”

“L’obiettivo è quello di completare la campagna nei tempi più brevi – precisa Solinas con riferimento alla Sardegna – La stagione estiva muove i primi passi, mostrando segnali incoraggianti per la nostra economia a lungo provata dall’emergenza pandemica. Il Covid resta comunque un pericolo e servirà ancora la massima attenzione da parte di tutti. Dobbiamo difendere gli importanti risultati raggiunti e l’immunizzazione resta la strada maestra per ripartire in sicurezza. Su questo fronte stiamo concentrando ogni sforzo.”

In Sardegna sono appena arrivate 9.900 dosi di Moderna. 86.500 fiale di Pfizer e oltre 4.000 di Johnson&Johnson potrebbero essere disponibili nelle prossime ore. Il punto di riferimento per le adesioni è il sistema di Poste Italiane: da quando è operativo le prenotazioni sono state 650mila, di cui oltre 100mila tra venerdì e sabato della settimana scorsa con l’apertura ai nati dal 1982 al 2004.

Sui focolai ancora presenti In Sardegna, l’assessore alla Sanità Mario Nieddu ha spiegato che “sono pochi e circoscritti. La zona verde resta, nonostante queste situazioni, un obiettivo alla nostra portata. Da diverse settimane registriamo un numero di casi settimanali per 100mila abitanti inferiore a 25. Ma non bisogna abbassare la guardia. La zona verde significa che la Sardegna è in grado di offrire al turisti con elevati margini di sicurezza sul fronte del Covid”.

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