ASL unica. Neanche un Sardo
Protesta della Politica
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CAGLIARI – (ansa) – Il direttore generale della Asl unica, Fulvio Moirano, ha nominato i direttori sanitario e amministrativo della Asl 1 di Sassari che assumeranno dall’1 gennaio 2017 le stesse funzioni all’interno dell’Azienda per la tutela della salute (Ats), destinata ad inglobare nei prossimi due mesi tutte le altre sette aziende sanitarie dell’Isola.
Direttore sanitario è Francesco Enrichens, 62 anni, piemontese, oggi alla guida dell’Ufficio 3, qualità, rischio clinico e programmazione ospedaliera del ministero della Salute. Il suo incarico durerà cinque anni a partire dal 14 novembre.
Direttore amministrativo è invece Stefano Lorusso, 41 anni, lucano, dirigente amministrativo del servizio sanitario della Basilicata ma dipendente in aspettativa della Regione Puglia. Anche il suo incarico durerà cinque anni, ma a partire dall’1 dicembre.
Non mancano le polemiche trasversali per altre figure professionali apicali che arrivano dal continente. “Ma stiamo assistendo alle invasioni barbariche?”, si chiede polemicamente Antonio Satta, segretario nazionale dell’Upc e coordinatore regionale del partito. “Con tutto il rispetto per le persone – sottolinea – in questo modo vengono mortificate le intelligenze, le professionalità e la dignità dei sardi. Se questo è il preludio alla riforma sanitaria regionale che si vuole impostare, noi siamo, fin d’ora, assolutamente contrari e ci sentiamo offesi di fronte a queste scelte.
Chiedo al presidente Pigliaru di fare immediatamente chiarezza su questa vicenda, perché non possiamo accettare che la classe dirigente sarda venga umiliata in questo modo”. Sul fronte dell’opposizione, arriva la bordata del consigliere regionale di Fdi Paolo Truzzu. “Prendiamo atto che nell’Isola non ci sono competenze in grado di governare la sanità”.
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TRUZZO, IL CURRICULUM DI LORUSSO E’ CARENTE
“Il direttore generale dell’Azienda sanitaria unica è ligure, il direttore sanitario piemontese e quello amministrativo è il lucano Stefano Lorusso: non vogliamo fare del vuoto campanilismo, però, visto che essere sardi pare sia una colpa o un limite, gradiremo avere la garanzia che chi è chiamato a gestire la sanità sarda sia persona capace, competente e di comprovata esperienza”.
Così il consigliere regionale di Fratelli d’Italia, Paolo Truzzu, getta benzina sul fuoco delle polemiche trasversali per la nomina dei manager della sanità non sardi. “Lorusso è stato fino a oggi direttore di un ufficio di una decina di persone dell’assessorato alla Sanità della Basilicata, una Regione di 570mila abitanti e con 2 sole Asl – ricorda l’esponente d’opposizione – Ha controllato, non gestito, un bilancio che non superava il milione di euro, non ha esperienza di management complessi quali quelli delle aziende sanitarie e, ciò nonostante, gli si vuole affidare un bilancio di quasi 3 miliardi di euro e una macchina di oltre 22mila persone, in una situazione di profonda trasformazione della sanità che dovrà affrontare un difficilissimo percorso di accorpamento di ben 8 aziende sanitarie”.
“Quali competenze ha Lorusso in più rispetto ai tanti bravi manager nell’Isola e nella Penisola? – si chiede – Perché è stato scelto lui dal direttore Moirano con un blitz? Il dg ha preventivamente informato l’assessore Arru e il presidente Pigliaru? E loro hanno avvallato la scelta? I forse troppi soldi che girano intorno alla sanità sarda sembra facciano gola a poteri esterni all’Isola, proprio per questo serve chiarezza”.
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ANCHE IL PARTITO DEI SARDI ALL’ATTACCO
Il Partito dei Sardi “prende atto” delle scelte fatte dal supemanager della Asl unica, Fulvio Moirano, sulla nomina dei direttori amministrativo e sanitario e attacca: “com’era intuibile ciò che risulta da queste scelte è che nella sanità sarda pare non esserci neanche una persona sufficientemente capace, onesta, affidabile per rivestire uno dei ruoli apicali nella futura Asl Unica”.
Secondo il leder del PdS, Franciscu Sedda, “non c’è la volontà di investire sulle nostre competenze, di valorizzarle e farle crescere. Risulta infatti molto difficile credere che nella lunga lista dei sardi già profilati dalla Giunta, e risultati fra i migliori, non ce ne sia neanche uno ugualmente bravo, se non più bravo, di coloro che sono stati selezionati per i ruoli di direttore generale e amministrativo della futura Asl unica”.
Per Sedda, “il problema non è il dottor Moirano e le sue scelte tecniche. Il problema è nel peccato originale, tutto politico – sostiene confermando i malumori in maggioranza – forse inconsapevole ma certamente favorito nei fatti dal presidente e dalle scelte di Giunta in materia sanitaria: l’inconscia convinzione che i sardi fossero incapaci di risolvere i problemi della sanità sarda, che il problema della sanità sarda fossero i sardi che lavorano in sanità”.
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ZANCHETTA (UPC), RINCARA LA DOSE
Non si placano i malumori nel centrosinistra per la nomina dei manager non sardi al vertice della Asl unica. Dopo il segretario nazionale Antonio Satta, interviene anche il capogruppo dell’Upc in Consiglio regionale Pierfranco Zanchetta, che chiede “e se un eccesso di ‘continentalismo’ lo applicassimo anche agli atenei sardi?”. “La storia ci insegna tristemente – spiega – che non sempre chi viene da oltre Tirreno ha veramente a cuore le sorti della Sardegna.
Nessun riferimento o censura ai nominati da Moirano ai vertici della sanità sarda, nessun pregiudizio per chi arriva da oltre mare se ha le competenze adeguate a risolvere problemi complessi come quelli che presenta la macchina sanitaria sarda, ma un eccesso di figure apicali esterne, umilia la classe dirigente della Sardegna e i sardi”. “Così facendo – sottolinea Zanchetta – ci sentiremo sempre più incapaci di gestire il nostro futuro e piegati ad accettare scelte e decisioni altrui fatte solo con logiche di economicità che non tengono conto dei reali bisogni della nostra gente e di un territorio particolare e complesso”.
“Fulvio Moirano indiscutibilmente è un manager di altissimo profilo e va benissimo, ma accanto a lui – dice l’esponente della maggioranza – potrebbero affiancarsi quei sardi (ce ne sono tanti) capaci e in grado di sostenere il suo impegnativo compito di mettere in ordine e in sicurezza contabile la sanità regionale. Impedire questo accesso a ruoli di vertice ai sardi, con la motivazione che per maneggiare la sanità ci vogliono solo figure esterne alla Sardegna, distanti dal vecchio sistema che ha governato la sanità è esagerato e ingiusto”.
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