Budelli. Il Parco vuole comprare l’Isola
di Serena Lullia – La Nuova Sardegna
Il presidente Bonanno: «Il magnate aveva solo un interesse speculativo».
Pecoraro Scanio: «deve rimanere la riserva integrale».
Critico Pierfranco Zanchetta (Upc)
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OLBIA – Il fazzoletto resta nel taschino. Il presidente del Parco, Giuseppe Bonanno, dà l’addio a Michael Harte senza una lacrima. E aspetta che alla rinuncia a Budelli, annunciata con una lettera al sindaco Luca Montella, segua una comunicazione formale del tribunale. Il 27 febbraio scadono i termini della proroga ottenuta dal banchiere neozelandese prima di perfezionare l’acquisto dell’isola. Ma già da domani l’avvocatura dello Stato studierà gli scenari futuri nel caso in cui la rinuncia di Harte venisse confermata. Due le ipotesi. Una nuova asta o una procedura concordata con l’attuale proprietario, la Gallura immobiliare. In entrambi i casi il Parco è pronto a comprare Budelli. I soldi finanziati dal Governo per esercitare il diritto di prelazione, poi considerato illegittimo dai giudici sono già depositati al tribunale di Tempio. La battaglia del Parco per cancellare la proprietà privata di Budelli riparte.
Solo speculazioni. Il presidente Bonanno non ha dubbi. «La rinuncia di Harte conferma che l’interesse dell’investitore su Budelli era squisitamente speculativo – commenta –. Le motivazioni da lui stesso indicate nella lettera al sindaco lo confermano. Indica nel mancato ripristino della tutela parziale uno dei motivi del suo addio. In sintesi Harte va via perché non può realizzare il piano speculativo, fatto di aumento di volumetrie, che aveva in mente. Evidentemente non ha trovato garanzie né dal Comune né dalla Regione». Bonanno replica poi a chi lo accusa di non aver saputo dialogare con l’investitore arrivato dalla Nuova Zelanda. «È stato Harte a sottrarsi da ogni possibilità di dialogo con il Parco. Sto ancora aspettando la risposta alla lettera in cui gli mettevo a disposizione la casa del mare di Spargi come sede dell’Osservatorio sulla biodioversità. In tutto questo tempo ho ribadito la mia posizione su Budelli, che è sempre stata la stessa dall’inizio. L’isola deve essere una riserva integrale entry non take, sulla quale sia possibile a tutti i cittadini accedere, ma in base a regole di rispetto dell’ambiente e con le guide».
Isola alla deriva. Opposta la reazione del consigliere regionale dell’Upc, Pierfranco Zanchetta, sostenitore del piano di Harte. «Un progetto che è sfumato per la diffidenza che il pubblico mantiene verso il privato sui temi di carattere ambientale – dichiara –. Da maddalenino mi auguro che Budelli venga tutelata e valorizzata, perché ora, nonostante la presenza del Parco, non lo è. È affidata all’improvvisazione di un ambientalismo di maniera, che punta a conservare posizioni di potere. Questa vicenda ha assunto i toni della farsa per atteggiamenti poco comprensivi tra pubblico e privato».
Le reazioni. Esulta l’ex ministro dell’Ambiente Alfonso Pecoraro Scanio, promotore della petizione per salvare Budelli. «È una vittoria per gli oltre 120mila cittadini che hanno sostenuto ben due petizioni sul web – afferma –, e per i tanti altri ambientalisti, giuristi, parlamentari e istituzioni sarde che hanno tenuto ferma l’esigenza della tutela integrale di questo gioiello naturale». Il senatore di Sel, Luciano Uras rincara la dose. «La decisione autonoma e unilaterale di Harte non sorprende. La tutela integrale alla quale è sottoposta non la rende appetibile all’impresa finanziaria. Ma questa decisione non getta sull’isola alcun incerto futuro. Rimane, se la legge viene finalmente rispettata, nella disponibilità del Parco come uno dei più preziosi gioielli dell’arcipelago, delle sue bellezze naturalistiche e paesaggistiche. Rimane, se la legge finalmente viene rispettata, tra i beni comuni dei sardi, simbolo di una nuova economia fondata sul rispetto dell’ambiente naturale. Una icona del contrasto alla speculazione edilizia costiera, difesa dalla violazione dei vincoli paesaggistici posti giustamente dal Piano approvato, anche da me in Consiglio regionale, ai tempi della presidenza Soru».
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