
Budelli resta alla Natura
La Nuova Sardegna
La battaglia legale, tra vincoli e volumetrie
Comprata all’asta a sorpresa nel 2013, poi la rivolta dopo i progetti presentati dal magnate nel 2015
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LA MADDALENA – Budelli di nuovo alla deriva. L’isola rischia di finire un’altra volta all’asta dopo l’addio del milionario neozelandese Michael Harte. Il magnate ha rinunciato all’acquisto. Ora si deve comprendere quale sarà il destino della perla dell’arcipelago della Maddalena. Se subentrerà lo Stato o la Regione nella proprietà o se il bene, che è di un privato, finirà di nuovo all’asta.
L’acquisto. Nell’ottobre 2013 l’ex manager della Commonwealth bank of Australia, dal 2014 alla guida della Barclays bank, si aggiudica Budelli all’asta. Troppi i debiti accumulati nel tempo dai precedenti proprietari, la società Nuova Gallura. Harte, impegnato in progetti filantropici in giro per il mondo, si porta a casa il paradiso per 2 milioni e 944mila euro. 160 ettari sottoposti a vincolo assoluto di inedificabilità. Il magnate è già impegnato in progetti sulla biodiversità in alcune isole: Mana island, Tiritiri Matangi e Limestone. Una idea che intende replicare a Budelli.
La battaglia. Lo Stato era rimasto a guardare quando l’isola era finita all’asta. Ad acquistarla era stato Harte per 3 milioni di euro. In un primo momento il ministero aveva rinunciato a esercitare il suo diritto di prelazione. Subito dopo la notizia l’indignazione popolare aveva convinto lo Stato.
Si era tentato di rimediare, il governo aveva provato a esercitare il diritto di prelazione. Ma Harte aveva bloccato l’iniziativa con una causa davanti al Tar. Il 25 ottobre del 2015 con un pronunciamento a sorpresa un giudice assegna l’isola al magnate neozelandese.
Il progetto. Tre giorni dopo, il 28 ottobre 2015 spunta a sorpresa un progetto che prevede un forte incremento delle volumetrie. Il nuovo padrone di Budelli si presenta al Ministero con in mano un progetto. Volumetrie, coperture fatte di bambù, campi boe, pontili, tetti e piani rialzati da costruire sui ruderi.
E altri due allegati tutti dedicati alle isole accanto, Razzoli e Santa Maria. Un masterplan, il termine è nelle carte, che non aveva trova molti consensi. Al vertice non vengono invitati il Comune della Maddalena e la Regione. Ci sono solo i legali di Harte, il ministero e i rappresentanti del Parco.
Gli avvocati del magnate prima mostrano i progetti ipotizzati su Budelli, poi lanciano l’idea di una fondazione per gestire un osservatorio naturalistico. Il ministero sembra affascinato, ma in meno di 24 ore fa marcia indietro. Il Parco non gradisce dall’inizio. In poche ore la proposta di Harte diventa un caso politico. Ci si divide sulla possibilità che un privato possa possedere un’isola pregiata all’interno di un’area protetta. Ma nessuno vuole vedere nuove volumetrie su Budelli.
La guerra del parco. In mezzo a questa vicenda si innesta una complicata controversia tutta interna al Parco sui vincoli dell’isola di Budelli. Alla fine prevale la linea che trasforma la perla dell’arcipelago in una zona di riserva integrale con aree in cui l’ingresso è contingentato.
La storia. L’addio di Harte è l’ultimo capitolo di una lunga storia di proprietari mancati. Nel 1985 Budelli, posseduta dal commendatore milanese Pizzoni, un architetto toscano, proponeva di realizzare un hotel da 50mila metri cubi. Ci fu una sollevazione popolare che impedì l’operazione. Nel 1990 l’isola venne messa in vendita con un annuncio sul Corriere della Sera. “Spiaggia rosa, rocce e mare incontaminati: vendiamo l’ isola di Budelli situata nell’ estremo nord della Sardegna, nelle bocche di Bonifacio, fra l’ isola della Maddalena e l’ isola di Lavezzi (francese). L’ estensione è di circa 175 ettari, l’ isola è completamente disabitata e con tipica vegetazione mediterranea”. Il costo era di 10 miliardi. Indiscrezioni raccontano che si fecero avanti imprenditori notissimi e teste coronate come i principi di Monaco e l’Aga Khan. Non se ne fece nulla. E alla fine Budelli finì all’asta. E ancora oggi l’isola più preziosa dell’arcipelago rischia di finire nelle mani di un altro privato.
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