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“Cinzia Pinna”. Ragnedda non credibile. Franciosi porta le prove: «Non ero a Palau»

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REDAZIONE – Smontata la ricostruzione fatta da Emanuele Ragnedda, che già aveva dato due versioni diverse sul coinvolgimento del giardiniere Franciosi. Si va quindi verso l’apertura di un altro fascicolo, per calunnia.

Lo rende noto oggi il quotidiano L’Unione Sarda.

Un duro colpo, non il primo, alla credibilità di Emanuele Ragnedda, che dovrebbe inevitabilmente portare all’apertura di un altro fascicolo per calunnia, ai suoi danni.

Nell’interrogatorio che i suoi legali chiedevano da tempo, ieri Luca Franciosi ha smontato la ricostruzione dell’imprenditore: «Prima sono stato accusato di avere nascosto il cadavere… poi di favoreggiamento… ma io non so di cosa si parla, non so perché sono dentro questa storia. Non conoscevo la vittima, non sapevo che fosse sparita, non ho parenti qui in Sardegna e non comprendo la ragione di tutto questo».

Inizialmente Ragnedda gli aveva attribuito la responsabilità di aver fatto sparire il corpo di Cinzia Pinna, poi ha cambiato versione, dicendo che il giardiniere milanese avrebbe “smaltito” alcuni oggetti personali della vittima, (zaino, telefono e indumenti).

Ma Franciosi ha negato tutto, e ha portato le prove: il giorno indicato da Ragnedda per la consegna degli oggetti, non era a Palau, ma in un’altra località.

A Conca Entosa ci è stato, ma la sera del 14 settembre: «Mi ha invitato Ragnedda e c’erano altre persone. Non ci siamo accorti di nulla», ha detto Franciosi, indicando i nomi degli altri ospiti della serata trascorsa nello stazzo. Un dato ora coperto da segreto istruttorio.

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