Dal 3 giugno si potrà uscire dalle Regioni. Ma è scontro con i Governatori

.

La bozza del provvedimento non piace alle Regioni

.

LA MADDALENA – “A partire da lunedì 18 maggio 2020 gli spostamenti all’interno del territorio regionale non sono soggetti ad alcuna limitazione“. Così si legge nella bozza pubblicata da Adnkronos.

La stretta però resta “relativamente a specifiche aree del territorio regionale, soggette a particolare aggravamento della situazione epidemiologica. Fino al 2 giugno 2020si legge ancorasono vietati i trasferimenti e gli spostamenti, con mezzi di trasporto pubblici e privati, in una regione diversa rispetto a quella in cui attualmente ci si trova, salvo che per comprovate esigenze lavorative, di assoluta urgenza ovvero per motivi di salute; resta in ogni caso consentito il rientro presso il proprio domicilio, abitazione o residenza“.

Dal 3 giugno, invece, si apre uno spiraglio per gli spostamenti da una Regione all’altra, ma “in relazione a specifiche aree del territorio nazionale, secondo principi di adeguatezza e proporzionalità al rischio epidemiologico effettivamente presente in dette aree“. Lo prevede la bozza del decreto legge quadro, composto da appena tre articoli, che sarà approvato nelle prossime ore. All’interno le regole di massima a cui le Regioni dovranno ispirarsi per allentare o restringere le misure contro il Covid-19.

.

E’ scontro con le Regione

Il nuovo decreto non è ancora uscito e già si spacca il fronte delle Regioni durante l’incontro con il governo sulla fase 2 tuttora in corso.

Da un lato il governatore della Lombardia Attilio Fontana, che ha chiesto linee guida uguali per tutti, ossia un quadro che accomuni l’Italia da Nord a Sud. Con lui il presidente dell’Anci Antonio Decaro, “altrimenti qui diventa una Babele“.

Fermamente contrari a linee guida uniche, i presidenti del Veneto Luca Zaia, dell’Emilia-Romagna Stefano Bonaccini, della Puglia Michele Emiliano, e del Friuli Massimiliano Fedriga.

.

.

.