Dopo il 31 marzo, resteranno mascherine al chiuso e Green pass, obbligatori. 4^ dose ai fragili
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ANSA – Secondo il ministro della Salute Roberto Speranza “con 60mila casi al giorno sarebbe un errore smantellare improvvisamente l’intero impianto di restrizioni“. I primi passi verso una maggiore “normalità” saranno fatti:
- il 1° marzo con l’aumento della capienza negli stadi e nei palazzetti (75% e 60%);
- dal 10 marzo si potrà tornare a mangiare nei cinema e negli impianti sportivi e visitare i propri familiari ricoverati;
- il 15 giugno, infine, scade l’obbligo di vaccinazione per gli over50.
Rispetto ai trasporti, invece, una ipotesi è che su quelli a lunga percorrenza resti necessario il “green pass rafforzato”, mentre sui mezzi locali possa bastare il base, già introdotto anche per gli spostamenti da e verso Sardegna e Sicilia.
Intanto la mappa a colori dell’Italia, da oggi lunedì 21 febbraio, cambierà ancora: tutto il Paese sarà giallo, tranne Umbria e Basilicata (bianche) e Friuli-Venezia Giulia (arancione).
Il prossimo 31 marzo, dunque, giorno in cui con ogni probabilità lo stato d’emergenza non verrà prorogato, non ci sarà un liberi tutti. “Con 60mila casi al giorno – ha detto il Ministro Speranza – sarebbe un errore smantellare improvvisamente l’intero impianto di regole fissate ad oggi. Da aprile in poi, continueremo a usare le mascherine al chiuso e ad accedere nella maggior parte dei locali pubblici con obbligo di Green pass.
“Bisogna tenere i piedi per terra – ammonisce il ministro Speranza, mantenendo la linea della prudenza – perché il Covid non prende l’aereo e va via il 31 marzo. Il Green pass è stato ed è un pezzo fondamentale della nostra strategia e le mascherine al chiuso sono ancora importanti“.
Nel frattempo, l’Aifa dà il via libera alla quarta dose ai circa tre milioni di immunocompromessi in Italia (dopo almeno 120 giorni dall’inoculazione della terza).
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