I sindaci nella guerra di Gallura

da La Nuova Sardegna – (Serena Lullia)

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OLBIA –  L’esercito per combattere la battaglia di Gallura sarà fatto di sindaci e consiglieri regionali. Il grido di guerra per la rivendicazione dei diritti del territorio lanciato dai primi cittadini di Olbia e Tempio riscuote un consenso a più sfumature. Da timido a scettico a entusiasta. Settimo Nizzi e Andrea Biancareddu dicono di aver messo fine alla storica guerra tra Olbia e Tempio. E hanno lanciato l’inno alla fratellanza della Gallura. Una grande prova di unità per chiedere con voce unica servizi, strade, sanità, infrastrutture.

Giuseppe Meloni, nella doppia veste di sindaco di Loiri- Porto San Paolo e consigliere regionale accoglie con piacere l’ invito all’unità che da anni ha trasformato nel suo mantra. «Speriamo di non essere troppo in ritardo – afferma – Da anni lancio il grido di allarme e il richiamo all’unità del territorio. Mi fa piacere sapere che anche i sindaci di Olbia e Tempio siano a favore della rinascita della provincia. Il Pd da dicembre lavora a un disegno di legge in questa direzione. La proposta è quasi pronta ma questa apertura di Nizzi e Biancareddu arriva proprio nel momento più giusto. Anche grazie al loro apporto godrà di una partecipazione maggiore e quindi di più forza. Chiederò ai colleghi consiglieri di sottoscriverla e non la presenterò a nome mio, ma a nome di tutta la Gallura». E sulla santa alleanza per rivendicare i diritti del territorio Meloni aggiunge. «Bene le battaglie di questo tipo ma non facciamole a intermittenza, a seconda del colore politico della giunta regionale».

Avrebbe preferito essere arruolato prima della battaglia il sindaco della Maddalena, Luca Montella. «Partecipare alle vertenze già avviate, in generale mi pesa parecchio – dichiara il primo cittadinoSulle battaglie importanti per il territorio ci piace essere coinvolti dall’inizio e con un ruolo da protagonisti. Se si vuole parlare di Gallura unita e di problemi vedano i due sindaci se ci vogliono invitare. Ma sia chiara una cosa. È vero che siamo un paese della Gallura, ma siamo anche una realtà particolare un arcipelago con problemi che non esistono altrove. Se i sindaci di Olbia e Tempio vogliono coinvolgerci in modo serio va bene, altrimenti nel tempo abbiamo dovuto imparare a portare avanti le nostre rivendicazioni anche da soli».

Il sindaco di Bortigiadas e presidente dell’Anci, Emiliano Deiana spera in un reale coinvolgimento di tutti i 26 comuni e non solo. «Non c’è nulla di strano se i sindaci delle due città più importanti si incontrano, parlano e rilanciano la vertenza Gallura – afferma – Le battaglie vanno bene purchè ci sia il reale coinvolgimento di tutti. Il ragionamento per trovare l’unità deve essere fatto sul modello di sviluppo e sulle politiche di servizi. Noi abbiamo sottoscritto un importante protocollo di intesa come “La Città di paesi” che ha lanciato un modello di lavoro che è risultato essere attrattivo anche per i territori limitrofi come l’Anglona e il Monte Acuto. Credo valga la pena aprire il dialogo anche con i territori vicini, ovviamente prima si devono trovare elementi di contatto tra i 26 comuni della ex provincia». Con una buona dose di pragmatismo Deiana aggiunge. «Se tutti, aree interne e urbane, piccoli e grandi comuni avranno la stessa dignità allora si potranno ottenere risultati. Ma serve anche un’altra cosa. Basta lamentarci, diventiamo propositivi. Agli altri chiediamo un cambio di mentalità ma anche noi dobbiamo fare la nostra parte».

Per Giuseppe Fasolino la demolizione dei campanili annunciata da Nizzi e Biancareddu è un importante passo avanti. «Un segnale di maturità che deve essere raccolto da tutto il territoriocommenta nella doppia veste di sindaco di Golfo Aranci e consigliere regionale –. Il primo obiettivo a cui dobbiamo puntare è presentare compatti una legge per la rinascita della provincia, condivisa e senza fughe in avanti. Abbiamo di fronte poi altre sfide importanti: l’autorità portuale, la rete ospedaliera, le infrastrutture stradali». Fasolino è certo che la battaglia della Gallura unita possa funzionare. «Nizzi ha ragione, si deve lottare per le cose che ci uniscono – conclude –. La sua posizione sul tribunale ne è un esempio. A Tempio viene riconosciuto il tribunale come a Olbia la sede dell’Autorità portuale. Il pubblico non ha più soldi e in un clima generale di razionalizzazione bisogna lavorare per mantenere i servizi e condividerli. Se riuscissimo davvero a tagliare le distanze con infrastrutture stradali serie i disagi sarebbero limitati».

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