Il Caso. “Ocean Viking. La Francia nega l’ingresso a 123 migranti su 234”
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“Dall’ Italia un brutto gesto, ma la collaborazione prosegue” Â
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NDR – “La storia della schiavitù si inserì come istituto formale in molte culture, nazionalità  e religioni, dai tempi antichi fino ai giorni nostri. Tuttavia le posizioni socio-economiche, lo status giuridico e le funzioni a cui erano preposti gli schiavi – esseri umani privati del diritto di proprietà su se stessi – risultarono anche essere notevolmente differenti e variabili all’interno dei diversi sistemi di schiavitù, in funzione sia dei tempi che dei luoghi presi in esame…
Ora stiamo tornando a quei tempo… nel XVI secolo…
In questi tempi moderni, dunque, queste cose continuano a veleggiare nell’aria, ad essere commesse anche nei confronti dei migranti con altre forme, diverse, ma con le stesse modalità della schiavitù e sono giustificate da uomini che professano la giustizia, di amare se stessi e che credono in Dio: pregano perchè la sua volontà sia fatta sulla Terra!
Fa bollire il sangue e tremare il cuore pensare anche noi, in nome della libertà , siamo stati e continuiamo ad essere tanto ipocriti e colpevoli di tutte queste cattiveria…” – (cit. Qualcuno).
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REDAZIONE – Il caso Ocean Viking con i suoi migranti, che aveva scatenato una crisi diplomatica tra Italia e Francia, non è ancora giunto alla conclusione. Sui 234 naufraghi sbarcati a Tolone dalla nave umanitaria Ocean Viking, 123 sono oggetto di un “rifiuto d’ingresso” in Francia.
E’ quanto rende noto il ministero dell’Interno di Parigi. La crisi non sembra essere rientrata – nonostante la telefonata tra Macron e Mattarella – visto che l’Eliseo parla ancora di “brutto gesto” da parte del Governo Italiano sul caso dei migranti a bordo della ong. “Le persone sbarcate a Tolone saranno detratte dal numero che accogliamo quest’anno” nell’ambito del meccanismo di solidarietà “con l’Italia“, viene indicato nell’entourage del presidente Emmanuel Macron.
“Continuare la cooperazione“, ma Parigi vieta l’accesso a gran parte dei migranti – Mentre a Ventimiglia i controlli francesi continuano a tappeto, la Francia ritiene che ora sia necessario guardare avanti e proseguire la collaborazione tra i due Paesi.
“L’importante è continuare la cooperazione e non fermarsi qui“, ha reso noto l’Eliseo. Il ministero dell’Interno francese ha riferito che, delle 234 persone salvate dalla Ocean Viking nel Mediterraneo, 189 adulti che erano stati portati in una “zona d’attesa” allestita a Giens sono stati interrogati dall’Ufficio francese per la protezione dei rifugiati e degli apolidi (Ofpra), che ha emesso 123 pareri sfavorevoli.
Dei 44 minorenni che si trovavano a bordo, inoltre, giovedì era emersa la notizia che 26 erano fuggiti dal centro di accoglienza specifico nel quale erano stati portati. In merito a questo era intervenuta anche Marine Le Pen (per attaccare Emmanuel Macron): “Il nostro governo è stato umiliato dalla fuga di 26 ‘minori’ dell’Ocean Viking e i francesi riscontrano, ancora una volta, che tutto questo è fuori controllo“.
Secondo Christophe Paquette, vice direttore aggiunto per la solidarietà  presso il dipartimento di Var, questo “era per noi prevedibile“. Tra questi 26 minori, c’era infatti una maggioranza di migranti eritrei che a suo avviso “non restano mai“, perché “hanno obiettivi precisi nei Paesi dell’Europa settentrionale. La nostra missione è proteggerli, non trattenerli“, precisando che il dipartimento ha “segnalato la loro partenza, dopo aver tentato di dissuarderli. I minori che sono andati via hanno avuto un comportamento esemplare, sono andati via ringraziandoci“.
Il Ministro dell’Interno Piantedosi: “Il sogno migratorio dei giovani dall’Africa deve essere gestito da noi e dai Paesi da cui provengono, non dai trafficanti. L’Italia ha fatto tornare la giusta attenzione degli organismi d’Europa sul tema. Il piano ruota sulla convinzione che serve ogni azione di fermezza per respingere i traffici illegali nel Mediterraneo, una via su cui siamo d’accordo tutti anche alla luce della indagine della magistratura a Caltanissetta su cosa ruota attorno al traffico di uomini in arrivo dal Nordafrica. La fermezza che vogliamo opporre e mantenere, deve essere compensata con canali di flussi di ingresso legali e da un corridoio umanitario che noi siamo gli unici che già  facciamo in Europa“.
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