Il pranzo di Sardara, le ipotesi di reato sono peculato e omissione
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CAGLIARI – Sono ancora in corso gli approfondimenti sulle ipotesi di peculato, sull’utilizzo delle auto blu e su omissione d’atti d’ufficio. Su questo indaga la Procura di Cagliari che ha aperto un fascicolo che vede al centro degli accertamenti i pubblici ufficiali che non avrebbero attivato i controlli per la violazione delle norme anti-Covid in zona arancione durante il pranzo “proibito” alle Nuove Terme di Sardara.
Lo ha reso noto L’Unione Sarda.
All’incontro – (come è noto) – hanno preso parte una quarantina di persone tra amministratori pubblici e militari, dirigenti regionali e manager sanitari. Alcuni di questi si sono già dimessi.
Maria Alessandra Pelagatti, procuratore, e il sostituto Giangiacomo Pilia non hanno ancora iscritto alcun nome sul registro degli indagati, ma si sa che tra domani e martedì termineranno gli interrogatori delle persone ritenute informate sui fatti.
E le polemiche in campo politico si fanno sempre più dure: il presidente della Regione, Christian Solinas, ha avviato i procedimenti disciplinari per i dirigenti dell’amministrazione regionale che hanno partecipato al pranzo, avvenuto il 7 aprile scorso. Oltre all’indagine della Procura del capoluogo sardo c’è poi quella della Procura militare di Roma al cui vaglio si trova la posizione del comandante del 151esimo Reggimento della Brigata Sassari, anche lui presente a Sardara.
La Cgil Sardegna ha espresso in queste ore alcune valutazioni sottolineando che “il pranzo di Sardara è un’offesa gravissima ai lavoratori in affanno, alle imprese in crisi e a tutti i cittadini stremati dall’emergenza sanitaria con familiari che hanno perso la vita a causa del Covid”.
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