Istat. Il 13,9% dei Sardi vive in povertà assoluta

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ROMA(ISTAT) – Il 2020 è stato un anno particolare per la finanza pubblica, a causa delle misure eccezionali di contrasto della crisi. I vincoli posti dal Patto di Stabilità e Crescita sono stati sospesi, con aumenti generalizzati dei deficit pubblici; nel nostro Paese il disavanzo ha toccato il 9,5 per cento del Pil, contribuendo a far salire notevolmente l’incidenza del debito.

I recenti report Istat stimano per il 2021 una robusta ripresa dell’attività, dei consumi e degli investimenti, spinti anche dall’avvio del PNRR: la crescita del Pil dovrebbe essere del 4,8 per cento e proseguire, con un ritmo di poco inferiore, l’anno successivo. I flussi di trasferimento verso le famiglie – dice l’Istat – hanno molto contenuto gli effetti della contrazione dell’attività sul reddito disponibile (sceso del 2,8 per cento).

Tuttavia, le misure connesse alla crisi sanitaria e i mutamenti di comportamento hanno determinato una caduta dei consumi ben più ampia rispetto a quella del reddito, con un eccezionale aumento della propensione al risparmio.

Nel 2021, dunque, il reddito disponibile delle famiglie e il potere d’acquisto hanno segnato una ripresa, pur restando al di sotto dei livelli precedenti la crisi. La crescita sostenuta dei consumi finali ha generato una flessione della propensione al risparmio che, tuttavia, non è tornata ai valori pre-pandemia.

La Sardegna però risulta ancora tra le regioni più povere d’Italia. Il 13,9 per cento della popolazione, secondo l’Istat, vive in povertà assoluta.

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