La Maddalena. Commemorazione dei Caduti della “Regia Corazzata Roma, dei CC.TT Da Noli e Vivaldi”
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REDAZIONE – Martedì 9 settembre, la Marina Militare, sotto l’Alto Patrocinio dello Stato Maggiore della Difesa – della Regione Sardegna, della Fondazione di Sardegna, in collaborazione con il Comitato MOVM Carlo Avegno e con il sostegno del Comune di La Maddalena – in occasione dell’anniversario dell’affondamento della Regia Corazzata Roma e dei CC.TT Vivaldi e Da Noli, e dei Militari e Civili periti nei bombardamenti presso il Regio Arsenale di Moneta, ha celebrato la commemorazione solenne davanti alla Procellaria, c.d. Scoglio Roma dell’Isola di Santo Stefano.

Una ricorrenza che si svolge ogni anno con la deposizione della Corona in mare davanti al monumento della Procellaria, proprio in ricordo dei fatti del 9 settembre 1943 e che rappresenta (sin dal dopo guerra – 1947) un momento di profondo raccoglimento e riflessione, volto a onorare il sacrificio di tutti quei marinai, militari e civili, che hanno perso la vita in mare e nei combattimenti, durante le operazioni navali e di guerre.

La cerimonia, presieduta dal Comandante del Presidio M.M. di La Maddalena – Capitano di Vascello Francesco Maffiola, con al seguito il Medagliere della Marina Militare scortato dal picchetto d’onore dei Marinai d’Italia di La Maddalena, unitamente al Comandante di Nave Marceglia – C.F. Nicola Petrecca e dall’Ammiraglio (c) Mario Rino ME, ha avuto inizio proprio alle ore 16.11 dopo il suono della campana di bordo davanti allo scoglio Roma, con gli onori resi dal picchetto armato di Nave Marceglia, al commovente suono del silenzio del trombettiere della Brigata Sassari.

La celebrazione solenne, ha poi visto il lancio della corona in mare – (alle ore 16.11, momento in cui venne colpita la Corazzata Roma) – dal ponte di volo della Fregata missilistica multiruolo “Antonio Marceglia”, inviata per l’occasione a La Maddalena dal Comando in Capo della Squadra Navale (CincNav).
Il momento solenne, ha rievocato l’emozione dell’inaugurazione del monumento nel settembre 1949, su provvedimento dell’allora Ministro della Difesa Senatore Giuseppe Micheli…

La cerimonia solenne, quest’anno, si è arrichita della testimonianza viva del Sig. Lino Trestini, ultimo sopravvissuto presente, (all’epoca sottocapo mitragliere di Nave Carabiniere), che prese parte ai soccorsi.
Commovente anche la presenza del Luogotenente (r) Sebastiano Trigilio, figlio del fù Capo 1^cl, SC. Fr. Carmine reduce della Corazzata Roma e del Sig. Lazzari, figlio di un disperso del CT Da Noli.
Alla Cerimonia hanno preso parte:
- l’on. Giuseppe Meloni, vicepresidente della Regione Sardegna;
- la vice sindaca di La Maddalena Federica Porcu;
- Il Capo del Compartimento Marittimo di La Maddalena – C.F. Vittorio Vanacore
- il prof. Arturo Parisi, già Ministro della Difesa;
- Le rappresentanze delle Associazioni d’Arma di Marina, Carabinieri, Esercito, inclusa per la prima volta la Sezione di Alghero dell’Associazione d’Arma dell’Aeronautica Militare;
- I rappresentanti della Croce Rossa Italiana di Sassari;
- Una rappresentanza dell’ANMI di Torino (con il Presidente Zagato);
- Il delegato Regionale Nord Sardegna ANMI – 1° Lgt Giovanni Casula.
Per la prima volta, con la presenza a bordo di un ufficiale della Marine Nationale (Francese), era presente anche il sindaco di Caldes de Malavella (Spagna), Sergi Mir Miquel, località che durante la guerra ospitò circa un migliaio di connazionali – tra cui i naufraghi delle torpediniere Pegaso e Impetuoso – accompagnato da un rappresentante della Generalitat Catalana.

I fatti nella memoria, (Vedi) – rievocano una tra le più cruente battaglie che hanno avuto per scenario la Sardegna, con La Maddalena isola considerata strategica dai tedeschi, che si ritiravano dall’Africa usandola come un ponte verso la Corsica e poi la Francia e il Nord Europa, e che per questo ha subito numerosi bombardamenti alleati.
Questo il tragico bilancio degli scontri avvenuti tra il 9 e il 13 settembre 1943:
- Da parte tedesca, 10 morti, altrettanti feriti e 59 prigionieri;
- 393, tra morti e dispersi e 628 superstiti della Corazzata Roma;
- 223, tra morti e dispersi, del cacciatorpediniere Antonio De Noli;
- 90, tra morti e dispersi, del cacciatorpediniere Ugolino Vivaldi;
- 32 morti e 42 feriti presso il Regio Arsenale Militare di La Maddalena.
La flotta militare italiana, per sottrarsi alla cattura tedesca si è spostata dai porti di Genova e La Spezia, diretta all’arcipelago di La Maddalena, in quel frangente la base italiana più importante e più attrezzata e armata di tutto il Mediterraneo, per poi raggiungere Brindisi dove si stava rifugiando la famiglia reale.

Bergamini – avvisato a lampi di luce dal semaforista di S. Teresa di Gallura – ordinò immediatamente di cambiare rotta, di ridurre la velocità a 18 nodi e di assumere la rotta di disimpegno per 285° – (come risulta dai Rapporti di Navigazione in Guerra delle unità), che era la rotta di sicurezza necessaria per uscire dalle Bocche di Bonifacio e sottrarsi dall’attacco nemico, accostando a sud, per Bona (Algeria).

Ma giunto a 33 miglia circa, per 285° dall’Asinara – in direzione Spagna – e a circa 6 miglia dal Pegaso per 089° di Pertusato (Corsica), la gloriosa flotta navale della Regia Marina, giungeva alla sua fine: alle ore 16.11 di quel tragico 9 settembre, l’intero convoglio militare con a capo la Corazzata Roma e i due cacciatorpedinieri Vivaldi e Danoli, vennero subito bombardati e affondati dagli aerei tedeschi.
Tra il 9 e il 13 settembre, inoltre, i reparti d’assalto tedeschi occuparono comunque la Piazza Forte di La Maddalena, ma la ferma opposizione dei reparti della Marina militare, dell’Esercito, dei Carabinieri ed un folto gruppo di operai civili militarizzati del Regio Arsenale, tutti sotto il comando del Comandante Carlo Avegno, Direttore dell’Arsenale Militare di La Maddalena, permisero di fermare l’attacco tedesco.

La scelta dell’ammiraglio Carlo Bergamini, pur nel contesto tragico dell’armistizio, permise così la continuità dello Stato e contribuì ad attenuare le dure condizioni della resa, come previsto dal Memorandum di Québec.
Come ricordato più volte dal Presidente Sergio Mattarella, la memoria “non è un feticcio… ma è un dovere civile e morale, necessario per costruire il futuro”.
Il tributo di sangue di quegli uomini, quindi, ha rappresentato una pagina della “Grande Storia scritta con lettere di sangue”, secondo le parole di Raymond Aron.
Il monumento e la cerimonia svoltasi in forma solenne a La Maddalena, testimoniano così valori sempre attuali: dovere, obbedienza, sacrificio, lealtà e confermano che “la Marina, nel dolore, seppe risorgere”.

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