La Maddalena in difesa dell’Ospedale Paolo Merlo
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LA MADDALENA – Per molti maddalenini, delusi dalla scarsa partecipazione locale, è stata comunque una manifestazione importante. All’incontro di ieri mattina, davanti all’Ospedale Paolo Merlo di La Maddalena, erano presenti all’incirca 500 persone per difendere la sanità pubblica sarda: il soggetto politico Caminera Noa con i loro portavoce Alessia Etzi e Giovanni Fara, il comitato civico in difesa dell’ospedale “Paolo Merlo” con Emanuela Cauli e Giambattista Bulciolu, gli attivisti antimilitaristi di A FORAS con Nicola Piras, Sardegna Libera con Claudia Zuncheddu, Gigi Pisci del comitato “Sanità bene comune – Sarcidano e Barbagia di Seulo”, Gianfranco Camboni del sindacato SI COBAS ed infine il sindaco di La Maddalena Luca Montella assieme a maggioranza ed opposizione consigliare.
“È un segnale forte – hanno spiegato i portavoce di Caminera Noa, Alessia Etzi e Giovanni Fara – In Sardegna, chi lotta per difendere gli ospedali periferici non è solo, ma fa parte di una comunità forte e agguerrita. L’Ospedale Paolo Merlo ormai da anni sta subendo un grave processo di smantellamento come tanti altri piccoli ospedali sardi“.
In piazza anche gli attivisti di A Foras – l’assemblea sarda contro l’occupazione militare, che ha denunciato gli stretti rapporti fra smantellamento dei piccoli ospedali e LA speculazione nel campo dell’industria militare: “A La Maddalena chiudono l’ospedale, ma riapriranno la scuola della marina per gli ufficiali del Qatar che, guarda caso, è lo stesso che sta costruendo il Mater di Olbia e che sta facendo grandi acquisti in Gallura negli ultimi tempi. Alla fine dei conti chi ci perde sono i cittadini sardi che vedono chiudere gli ospedali più vicini a loro“.
Ma su questo passaggio di A FORAS, in molti sono stati i maddalenini che – sempre legati alla Marina Militare – hanno storto il naso, presagendo un tentativo di campagna elettorale mescolato alla Sanità Sarda.
Il sindaco Luca Montella, proprio a questo proposito, ha voluto ricordare a tutti – (con velata diplomazia) – che lo Stato è sempre stato presente a La Maddalena e che l’Isola, peraltro, ha avuto da sempre 2 ospedali: il Paolo Merlo e quello della Marina Militare, da cui i maddalenini e tanti cittadini della Gallura ne hanno tratto sempre molti benefici. Insomma, una sanità che nell’Isola ha sempre ben funzionato.
E continuando nel suo discorso, Luca Montella ha detto: “Questo è un importante momento, utile per chiarire concetti fondamentali e responsabilità. Se ammettessero gli errori fatti con la riforma sanitaria ci sarebbe il tempo per rimediare. Come hanno alzato la mano per approvarla dovrebbero rialzarla per revocarla. La Sardegna intera gli sarebbe grata.”
Infine, Montella ha chiuso la manifestazione con critiche molto dure ai politici, sordi ai disagi subiti per via dell’insularità, con i pazienti, tra questi anche quelli oncologici, costretti a spostarsi ad Olbia per potersi curare.
Siamo sinceramente contenti di questa giornata di protesta, ha fatto sapere Emanuela Cauli del comitato civico in difesa dell’ospedale Paolo Merlo: “Sì, forse mi aspettavo che ci sarebbe stata più partecipazione, o forse no. Ma come dice il nostro Martino Sechi, è un punto secondario, perchè comunque c’erano le tv locali, i giornali, i blog, i messaggi più importanti, e cioè la protesta, la rabbia, l’informazione, stanno passando, e arriveranno dove devono. Noi non abbiamo la presunzione di cambiare le cose qui in Sardegna, questa mobilitazione come tutte le altre azioni portate avanti per la causa comune della sanità, non pretende di risolvere la situazione, ma solo di denunciarla e protestare, e far vedere che ci siamo. La giornata di oggi voleva però avere anche un altro scopo, che è stato raggiunto in fin dei conti, ed è l’unione, di tutti i sardi, al di là delle bandiere politiche. Oggi abbiamo ospitato i portavoce e piccole delegazioni di tutti i comitati civici formatisi in questi due anni, a dimostrazione del fatto che l’unione fa la forza, che siamo tutti sotto lo stesso cielo e a bordo della stessa barca, tutti noi sardi. Perché lo abbiamo fatto? – Perché volevamo farlo, ne sentivamo la necessità, per non scoraggiarci nella solitudine, per poter continuare a credere nella forza del nostro Popolo. Ce l’abbiamo fatta. Sono contenta di aver conosciuto persone con cui mi rapportavo da due anni solo su Facebook, contenta di aver avuto la conferma che sono brave persone, gente forte e onesta, fiera, come La Sardegna.”
Insomma, una manifestazione con tanti isolani… ma troppo pochi rispetto agli 11.300 residenti; numerosi invece sono stati i manifestanti provenienti dal resto della Sardegna.
L’importante… è che se ne parli a voce altissima!
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