Migranti. Sbarchi in aumento in Sardegna, i posti non bastano e la Prefettura cerca nuovi centri di accoglienza
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RASSEGNA STAMPA
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REDAZIONE – Gli arrivi aumentano e i posti non bastano: la Prefettura di Cagliari cerca nuovi centri di accoglienza straordinaria per ospitare i migranti. Il bando è stato pubblicato sul sito istituzionale dell’ufficio territoriale del ministero dell’Interno.
Lo segnala oggi il quotidiano L’Unione Sarda.
“A seguito del consistente incremento del numero dei cittadini stranieri richiedenti protezione internazionale che sbarcano nei porti italiani – si legge nel provvedimento della Prefettura a firma del Vice Prefetto Maria Antonietta Gregorio – si è determinata l’indifferibile esigenza di incrementare la capacità di accoglienza anche a livello provinciale… Il numero dei posti immediatamente disponibili nel sistema di accoglienza della provincia, gestiti da operatori economici con i quali sono già in essere le convenzioni per i servizi di accoglienza, si è rivelato al momento insufficiente a garantire le crescenti richieste di ospitalità”.
La Prefettura si prepara quindi all’arrivo di stranieri che potrebbero essere dirottati in Sardegna dopo essere approdati sulle coste siciliane o che sono entrati in Italia attraverso la rotta balcanica. Al 15 novembre, ultimo dato ufficiale a disposizione, nell’Isola risultano gestiti dal sistema di accoglienza del Viminale 1332 immigrati: 1.081 sono nei Cas (Centri di accoglienza straordinaria), gli altri nelle strutture Sia gestite dagli enti locali.
La ricerca di mercato avviata dagli uffici della Prefettura contiene anche una dettagliata parte economica. Si cercano “centri collettivi e unità abitative con capacità ricettiva fino a 50 posti”.
Il budget prevede, per le unità abitative:24,57 euro al giorno per ogni ospite (Iva esclusa) e 150 euro di finanziamento per singolo kit di primo ingresso, a cui si aggiungono i costi della scheda telefonica (5 euro) e del pocket money giornaliero (2,50 euro). Il “prezzo” per ogni migrante sale a 29,70 euro se si mette a disposizione un “centro collettivo”.
La macchina dell’accoglienza è complessa. I titolari dei nuovi centri dovranno garantire un sistema di informazione“sulle modalità di identificazione e sulle conseguenze del rifiuto di collaborare al procedimento”, oltre che “sul funzionamento del sistema di accoglienza per richiedenti asilo e sulle norme e procedure relative al riconoscimento della protezione internazionale”, e deve essere assicurata anche “l’attività di supporto nella predisposizione della documentazione a sostegno della domanda di riconoscimento della protezione internazionale”.
Stabilito anche il menù per tre pasti giornalieri. La colazione, per esempio, deve essere costituita da una bevanda calda, 4 fette biscottate, un panetto di burro, due confezioni monoporzione di marmellata o miele. O, in alternativa, 80 grammi di biscotti.
Dettagliata anche la composizione del kit che viene consegnato all’arrivo a ogni futuro ospite: un paio di scarpe da ginnastica e un paio di ciabatte in plastica, due paia di pantaloni o due gonne in cotone misto lana, due magliette intime di cotone e altrettante camicie, un maglione, un giubbotto, due pigiami, quattro slip, tre set di asciugamani, 4 paia di calze e, per le donne, anche un reggiseno. Deve essere assicurato abbigliamento adeguato anche ai bambini.
La Prefettura, ovviamente, impone che gli edifici siano a norma. A breve si conoscerà l’elenco dei nuovi centri di accoglienza straordinari: le offerte devono essere presentate entro la mattina del 22 novembre.
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