
Motori spenti e gente bloccata negli ascensori: nuova odissea sulla nave dalla Corsica
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REDAZIONE – Un’odissea, l’ennesima sul fronte trasporti Corsica-Sardegna. È ciò che emerge dal racconto dei viaggiatori della Moby “Zaza” Porto Vecchio-Golfo Aranci partita nella serata di mercoledì 18.
Lasciato alle 18 lo scalo corso, la nave è attraccata solamente dopo la mezzanotte a Olbia, anziché Golfo Aranci, a causa di problemi tecnici, fra le proteste dei passeggeri sardi.
Alle 22.15, l’improvviso spegnimento dei motori all’ingresso dell’Isola Bianca, col conseguente caos a bordo: «Tutto sembrava procedere al meglio – racconta Marco Alberti, operaio di Assemini – quando i motori si sono spenti fra lo stupore generale. Si è verificato un blackout, bloccando tanti di noi che si trovavano sugli ascensori».
Ma la disavventura è stata più lunga del previsto, in una notte che centinaia di sardi difficilmente scorderanno: «Dopo aver ripristinato l’energia elettrica -aggiunge Alberti – il comandante ci ha rassicurato che entro 20 minuti saremo sbarcati, peccato siano trascorse due ore. Abbiamo capito che i problemi fossero più seri del previsto, quando è arrivato il rimorchiatore portuale, mentre il personale Moby non ci forniva alcuna spiegazione».
Di lì a breve, il lento rientro in porto, fra le proteste generali dei viaggiatori: «A bordo erano presenti decine di lavoratori sardi in Corsica – racconta Alberti – tanti non avevano l’auto al seguito e, una volta arrivati a Olbia, hanno perso la possibilità di tornare casa. Ma soprattutto è stato allarmante vedere anziani, donne e bambini, esausti dopo ore d’attesa».
Per Alberti e famiglia l’arrivo a casa solamente alle 4 del mattino: «Lavoro in Corsica da 7 anni – racconta il muratore – e non ho mai assistito a nulla di ciò. È vergognoso che alle porte del 2025 i sardi continuino a viaggiare così. La Regione deve porre rimedio a questa situazione».
Anche Daniela De Vecchi, cameriera di Guspini, da 7 anni emigrata sull’isola francese non usa mezzi termini: «Non solo siamo partiti in netto ritardo rispetto alla tabella di marcia delle 17, ma una volta in navigazione ci hanno comunicato che saremmo sbarcati a Olbia anziché Golfo Aranci».
Ma la vera sorpresa sarebbe arrivata mentre le luci del porto olbiese erano vicine: «Una volta arrivati ai garage – dice la donna – e averci fatto attendere più di mezz’ora, i marittimi ci hanno detto che bisognava aspettare. I motori erano improvvisamente spenti e, dopo tempo, sono arrivati per trainare il traghetto, mentre altre navi lasciavano il porto».
Una volta ultimato lo sbarco, per De Vecchi, altre tre di ore di viaggio verso il Campidano: «Io e il mio compagno, abbiamo raggiunto le nostre case di Guspini e Terralba a notte fonda, distrutti dalla stanchezza» conclude sconsolata la cameriera. Che tuona: «Solamente due settimane fa, la Zaza aveva avuto delle altre difficoltà allo sbarco a Golfo Aranci. I portelloni non si aprivano. Una vergogna inaudita».
(L’Unione Sarda)
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