Nuove norme su Spiagge e Centri Storici. Concessioni Demaniali marittime in deroga alla direttiva Bolkestein
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Via libera al cambio di destinazione d’uso e allo svincolo urbanistico degli immobili pubblici in vendita
ROMA – Spiagge, litorali e centri storici, cioè la vera ricchezza italiana, sono sotto attacco da parte delle opposizioni: Limoni da spremere per far cassa e finanziare reddito di cittadinanza e pensioni.
Nelle 190 pagine del maxiemendamento che è la legge di bilancio 2019, ci sono Due norme, soprattutto, quella che concede una proroga di 15 anni ai titolari di concessioni balneari in deroga alla direttiva Bolkestein e l’altra che consente di vendere immobili liberalizzando i vincoli urbanistici e le destinazioni d’uso, sarebbero il cavallo di Troia del governo che auspica per favorire i conti e mantenere le promesse con Bruxelles.
Questa volta la “gallina dalle uova d’oro in chiave di consenso” sono le spiagge e i litorali. Come è noto la Manovra concede una proroga di 15 anni rispetto alla direttiva Bolkestein ai balneari titolari di concessioni. Non solo: il rinnovo avviene senza alcun adeguamento del canone. Oggi si affitta un metro quadro di spiaggia con 1 euro e 27 centesimi. Per fare qualche esempio, l’albergo di lusso di Cala di Volpe continuerà ad avere in concessione a porto Cervo in Sardegna l’esclusiva spiaggia di Liscia Ruya per la cifra di 520 euro l’anno e il Twiga di Daniela Santanchè per un canone di 16.000 euro l’anno.
Le nuove norme prevedono di riformare entro 120 giorni la normativa sul demanio marittimo, istituendo il rating sulle spiagge italiane, come avviene con le banche, individuando nuove spiagge libere da dare in concessione.
Insomma, secondo le opposizioni si rischia la speculazione, secondo il Governo, invece, oltre a battere cassa, si favorisce l’economia turistica.
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