Ospedale abbandonato e dimenticato. Ancora un Parto in emergenza al “Paolo Merlo” di La Maddalena
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LA MADDALENA – Sabato pomeriggio, un’altra mamma maddalenina ha cominciato ad avvertire le doglie. Quindi si è recata al Pronto soccorso del “Paolo Merlo”, dove è immediatamente scattato il monitoraggio della paziente e del suo bambino.
Non c’è stato nemmeno il tempo di attivare l’elisoccorso che il Ginecologo e le Ostetriche hanno fatto nascere il bambino. Ovviamente nelle consuete condizioni di non sicurezza.
E’ trascorso più di un anno da quando l’ex vicepremier Matteo Salvini ha fatto visita all’Ospedale Paolo Merlo di La Maddalena, in occasione della campagna elettorale a favore di Cristian Solinas, ora governatore della Sardegna.
Siamo, addirittura, arrivati al punto che una nostra concittadina ha dovuto partorire in elicottero durante il trasporto all’Ospedale di Olbia.
L’attuale Assessore Regionale alla Sanità, Mario Nieddu (Lega), continua a mandare rassicurazioni sulla riapertura del Punto Nascita al Paolo Merlo, ma con tanti “MA” che non si riescono più a comprendere e che stanno solamente aumentando i nostri disagi, a tempo indeterminato, senza quindi provvedere con sollecitudine alla riapertura di questo importante servizio richiesto da tutta la cittadinanza ISOLATA.
Dall’Ospedale Paolo Merlo, tutti i lavoratori dipendenti – (Sanitari e Parasanitari) – continuano a lamentarsi e segnalare – (a voce bassa perché anche minacciati…) – i tanti disservizi che continuano a crescere a dismisura e a discapito degli utenti costretti ad emigrare altrove per farsi curare, con un notevole dispendio di denari.
Ultimo episodio, che fa rabbrividire, un altro parto in emergenza al Pronto Soccorso dove, fortunatamente e grazie ai bravissimi sanitari, è andato tutto bene.
Così, per l’ennesima volta, ci troviamo ancora in una situazione pericolosa, insostenibile e molto complicata.
Secondo le regole… una partoriente maddalenina – (appunto come stabilito dal protocollo dell’ATS…) – è costretta a recarsi presso la struttura ospedaliera di Olbia solamente una volta raggiunta la 37^ settimana di gravidanza. Prima di allora, la futura mamma può essere visitata una volta al mese al Paolo Merlo di La Maddalena o a pagamento presso uno studio privato. E nel momento in cui la gestione del Parto passa ai medici di Olbia, la donna è tenuta a seguire le indicazioni degli stessi sanitari del Giovanni Paolo II… fuori casa e con tante spese.
Inoltre, l’azienda ospedaliera olbiese, sin dal momento della chiusura del Punto nascita di La Maddalena, offre alla partoriente l’opportunità di trasferirsi a “Casa Silvia”, una struttura a due passi dall’ospedale gestita da volontari, e non da professionisti, che ospita la mamma con uno o più familiari: una situazione veramente incredibile e da terzo mondo.
Ebbene si… ci troviamo difronte ad una brutta situazione sostenuta dalla nuova classe politica regionale – (…delle tante promesse svanite) – che aveva peraltro votato in massa contro questo sistema sanitario regionale e che in campagna elettorale (poco più di un anno fa…) aveva sfacciatamente anche promesso un rapido cambio di rotta sulla sanità, promettendo a La Maddalena la riapertura del Punto Nascita.
L’assessore regionale alla Sanità, Mario Nieddu (Lega), lo ricordiamo – a fine ottobre u.s. aveva detto di essere a lavoro per risolvere il problema rapidamente e il consigliere regionale Dario Giagoni (Lega), (nostro referente per la Gallura) – aveva, immediatamente dopo, garantito che entro la fine di questo anno 2019 tutto il fascicolo “Punto Nascita La Maddalena” sarebbe stato sul tavolo del ministro della Sanità.
Ancora una volta fiduciosi, attendiamo questa importante scadenza.
Oltre al Punto Nascita, però, non possiamo dimenticare il totale malfunzionamento del nostro Ospedale, per le tante ragioni ormai note a tutti, che purtroppo continua rapidamente a portarsi ad un declino veramente disastroso.
Manca tutto!… e non funziona nulla.
“Questa è l’ennesima dimostrazione che la sanità non è un’equazione matematica – afferma Stefania Terrazzoni portavoce del gruppo delle mamme di La Maddalena – continuano a crollare le teorie dei professori con nascite su elicotteri e nei lettini dei pronto soccorso. Ci chiediamo se sia più sicuro affrontare questa roulette russa dei parti oppure rimettere in sicurezza un reparto che prima della sua sospensione funzionava in maniera eccellente. Ma non lo dicono le mamme, lo dicono – continua Stefania Terrazzoni – i dati storici del nostro presidio. Ci chiediamo ancora quale sia la procedura prevista per le gravide in imminenza di parto considerato che non possono nè essere trasportate nè partorire in un reparto non sicuro come viene classificato quello del Paolo Merlo. Alla luce di questi ultimi episodi, che confermano quanto affermiamo da oltre tre anni, valuteremo di intraprendere una class action per far emergere eventuali responsabilità”.
Purtroppo… le inutili promesse della Politica non hanno bandiera: una volta seduti in quelle poltrone, sono tutti uguali!
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