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Pili contesta il Patto di Sardegna

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Agli atti della Camera l’interrogazione di Mauro Pili sul Patto per la Sardegna, sottoscritto da Renzi e Pigliaru il 5 agosto a Sassari

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mauropili-150x150CAGLIARI – “Il patto per la Sardegna sottoscritto nei giorni scorsi dal Presidente del Consiglio e da quello della regione Sardegna appare un assegno a vuoto senza precedenti”. Agli atti della Camera l’interrogazione di Mauro Pili sul Patto per la Sardegna, sottoscritto da Renzi e Pigliaru il 5 agosto a Sassari.  

“Il ministro dell’economia e delle finanze – denuncia Pili – aveva previsto di spendere 13,4 miliardi di euro per i patti, mentre, prima che arrivasse in Sardegna, Renzi aveva assunto impegni per oltre 20 miliardi di euro; (…) quando è arrivato a Sassari per la firma del patto per la Sardegna il Presidente del Consiglio aveva già promesso ben 22 miliardi e 500 milioni di euro; (…) si è ad una operazione in grande stile, secondo il firmatario del presente atto priva di concretezza, firmata alla larga dalle vertenze più calde, con il programma più «furtivo» della storia autonomistica, lontano dalle sedi istituzionali della regione, a significare la poca verosimiglianza del progetto ferragostano dei Presidenti Renzi e Pigliaru”.

Stando alle accuse del deputato di Unidos lo schema messo in campo parrebbe collaudato: “ricognizione di tutti gli stanziamenti pregressi, restyling, «riciclo» e propaganda; peccato che questa volta l’inganno è ben più consistente e non riguarda solo la Sardegna ma l’intero Mezzogiorno, se è vero, come è vero, che l’operazione passa anche attraverso una decurtazione di 17 miliardi di euro dal fondo di sviluppo e coesione”.

“In questo pateracchio ferragostano – si legge nel documento – non si intravede una minima strategia per abbattere il gap insulare; niente è stato fatto per restituire alla Sardegna il maltolto dei fondi comunitari; il 18 aprile del 2014 il Cipe approvava il riparto dei fondi comunitari; ancora una volta la Sardegna non solo viene umiliata nel riparto delle somme, ma paga ancora una volta lo sforamento del rapporto sul prodotto interno lordo medio europeo, a giudizio dell’interrogante per responsabilità di Saras e di certa politica; basti un dato: 5 regioni, Campania, Puglia, Basilicata e Sicilia si portano a casa 22 miliardi di euro, Sardegna con Abruzzo e Molise appena 1,3 miliardi”.

I fondi in arrivo sarebbero di pertinenza della regione senza “nemmeno una risorsa aggiuntiva dello Stato . 385 milioni di euro risultano fondi già assegnati in base al riparto proporzionale, un miliardo e mezzo è la quota della Sardegna nel riparto nazionale, un modesto stanziamento ordinario di 215 milioni di euro all’anno per 7 anni e poi cifre secondo il firmatario del presente atto del tutto destituite di fondamento, senza alcuna copertura e destituite di ogni fondamento giuridico; nel 2017 si potranno spendere 277 milioni di euro, si tratta della quota annuale e una parte del pregresso del settennio 2014-2020, considerato che è iniziato con un ritardo di due anni e mezzo”.

“A conti fatti ci sarebbero 100 milioni inediti – precisa Pili – nel contratto con RFI per le reti ferroviarie sarde” ma si tratterebbe di uno “stanziamento strappato con una personale battaglia dell’interrogante in commissione trasporti”.

Ultimo aspetto: comparando l’allegato del piano si rileverebbe come alcune opere siano già state finanziate e dichiarate, ma rimesse come nuove nell’elenco di Palazzo Chigi: “stanziamenti vecchi e reiterati, dal versante di Ponente di Montevecchio, passando per la strada di Burcei, richiamando gli interventi nelle università per finire sulla Sassari-Olbia”.

“La regione – affonda il deputato – appare messa in un angolo e il presidente della regione assume un ruolo marginale e di sottomissione; (…) Tutto questo è inaccettabile e va denunciato con forza e chiarezza”.

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