Punti nascita, deroghe in arrivo
Ripensamenti contro le chiusure
A rischio nell’isola i presidi sotto i cinquecento parti all’anno Previste eccezioni per Alghero, Lanusei e forse La Maddalena
SASSARI – Nulla di definitivo ma la polemica è partita. L’idea dell’ospedale lontano da casa rappresenta un incubo per la stragrande maggioranza della popolazione. Soprattutto per le donne in attesa di un figlio. L’annunciata chiusura di alcuni punti nascita, amplificata anche dai diversi episodi di cronaca delle ultime settimane, è vissuta con apprensione nei territori. La paura è di essere obbligati a macinare chilometri quando il parto è imminente, mettendo a rischio la propria salute e quella del bambino che si porta in grembo. La Regione, assessorato alla Sanità, smorza le polemiche. Nulla è stato ancora deciso perché la riforma della rete ospedaliera è in itinere. Ma c’è una certezza: i parametri non saranno applicati rigidamente ma si terrà conto delle esigenze particolari dell’isola. Soprattutto, al di là dei paletti stabiliti dal ministero alla Salute, sarà la Regione ad avere l’ultima parola sulle scelte.
Il limite dei 500. È questo il numero stabilito a livello nazionale e recepito all’interno della riforma regionale: i punti nascita con meno di 500 parti all’anno sono destinati alla chiusura. Almeno in teoria. Il dato è legato a una questione di sicurezza: più è alto il numero di nascite, più quel presidio è in grado di affrontare situazioni complesse ed emergenze. Un numero inferiore non garantirebbe gli stessi livelli di sicurezza per le gestanti.
I punti già chiusi. Sono quelli dell’ospedale Segni di Ozieri, il punto nascita di Ghilarza, di Bosa e di Muravera. In bilico restano quattro strutture. Si tratta dei punti nascita di Alghero, Lanusei, Tempio e La Maddalena. Ognuno con una storia particolare e caratteristiche specifiche che inducono a fare ragionamenti più approfonditi.
I numeri. Non stanno dalla loro parte. Tutti i presìdi stanno sotto la soglia dei 500 parti all’anno. Alghero sfiora i 400, gli altri sono molto lontani dal tetto stabilito. Per esempio, all’ospedale Paolo Dettori di Tempio nel 2015 sono nati 261 bambini: il dato è in calo del 3,8% rispetto al 2014, quando le nascite furono 271.
Molto inferiore il dato dell’ospedale Paolo Merlo alla Maddalena: solo 65 i neonati nell’anno appena trascorso, -17% rispetto al 2014, quando le nascite furono 77.
Le deroghe. È quasi certa per Alghero, dove è presente anche la terapia intensiva neonatale. Mantenere il presidio aperto consentirebbe anche di compensare, in provincia, la chiusura del punto nascita di Ozieri. E la deroga è nell’aria anche per Lanusei per la situazione di particolare isolamento dell’Ogliastra. Per le stesse ragioni è in corso di valutazione anche la possibilità di mantenere il presidio alla Maddalena se prima non sarà attivato il servizio di elisoccorso. In questo quadro, al momento, il punto nascita più a rischio chiusura sembra essere quello dell’ospedale di Tempio. Ma in alta Gallura la mobilitazione è già partita.
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