Ragazza suicida, l’ombra del ricatto
Alla base del suicidio ci sarebbe un video hard
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TEMPIO – (ANSA) – Un video privato. E un ricatto a sfondo sessuale. Sono questi i due elementi su cui sta indagando la Procura di Tempio per capire le ragioni che, la notte fra il 4 e il 5 novembre, avrebbero spinto al suicidio la giovane barista di 22 anni di Porto Torres. La ragazza si è tolta la vita in una casa a La Maddalena, dove era ospite di un’amica fidata.
Un gesto disperato su cui da subito gli inquirenti hanno cercato di fare luce.
Secondo quanto riportato dalla stampa locale, la svolta nelle indagini imminente ed è arrivata. Il pubblico ministero di Tempio, Gianluigi Dettori, ha trovato la conferma all’ipotesi investigativa di un ricatto a sfondo sessuale e sul tavolo del magistrato ci sono i primi nomi sui quali lavorare.
Il fascicolo per la presunta istigazione al suicidio, aperto dopo la tragica fine di una barista di Porto Torres (la ragazza che si è tolta la vita all’alba del cinque novembre scorso nell’appartamento di un’amica a La Maddalena) potrebbe avere prestissimo i primi indagati.
I Carabinieri hanno fornito al pm informazioni, sulle quali c’è il massimo riserbo, che riguardano almeno tre, forse quattro persone. Soggetti che saprebbero molte cose, probabilmente per conoscenza o esperienza diretta, riguardo alle immagini hard che hanno sconvolto la vita della ragazza.
IDENTIFICATI – Dalla Procura di Tempio non trapela nulla sull’identità delle persone, le cui posizioni sono al vaglio dell’Arma dei Carabinieri. I punti fermi sono due. Intanto è certa l’identificazione degli individui che dovranno spiegare alcune circostanze, sul rapporto che avevano con la vittima. Ed è certo che si tratti di giovani. Non è escluso che tra loro ci siano le persone che hanno filmato la barista, forse a sua insaputa, durante un rapporto sessuale.
IL VIDEO ESISTE – La Procura di Tempio sta cercando le prove di un odioso ricatto. Un’estorsione che avrebbe portato la 22enne alla decisione di farla finita. Paura, vergogna, disperazione sarebbero alla base del tragico esito di questa storia.
I Carabinieri di Porto Torres e Olbia (guidati dagli ufficiali Romolo Mastrolia e Andrea Asuni) sanno che il video hard esiste. Avrebbero trovato le prove anche in alcuni sms, nei quali la giovane, giorni prima del suicidio, accenna alla sua condizione di persona esposta a un ricatto. Come aveva anticipato L’Unione Sarda, la pista del ricatto e delle minacce, causa del suicidio, è sul tavolo del procuratore di Tempio.
I militari che si occupano del caso avrebbero anche a disposizione i cellulari delle persone coinvolte nella vicenda. È probabile che a breve vengano sottoposti a una perizia tecnica. La Procura di Tempio sta cercando il video per avere ulteriori conferme sull’identità dei soggetti coinvolti.
GIORNI DISPERATI – Le indagini stanno facendo emergere la disperazione e l’angoscia della vittima, durante le ultime settimane della sua vita. Lei aveva parlato con delle amiche, aveva cercato sollievo, raccontando il suo dramma.
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