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Autobiografia di un “Grande”

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foto_autore_milaniLA MADDALENA – Al traino di una vocazione sorta da un bisogno in età pre-scolare che successivamente si materializzò in passione, Romeo Milani volle divenire medico al servizio di tutti i bisognosi.

A causa dell’indisponibilità economica familiare fu costretto a contribuire con diversi impieghi personali, da strillone per la ristorazione a seminarista.

Conseguì la Maturità Classica e trascorse l’intero periodo universitario a Roma, dove si laureò in Medicina nel 1964.

Nel 1967 presso l’Istituto di Patologia Chirurgica dell’Università di Catania, ricoprì il ruolo di assistente acquisendo quel riscontro economico che gli consentì di dedicarsi alla sua professione, ivi compresa la ricerca scientifica.

La carriera ospedaliera ebbe inizio nel 1970, quando si dedicò con tutto se stesso “al suo Ospedale Paolo Merlo” nella meravigliosa Isola di La Maddalena, fino a quando nel 2002 è andato in pensione, per limiti di età,

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Ma Tutto nasce da qui…

marinfermDopo l’insediamento della Base Navale a La Maddalena, avvenuto nel 1887, l’allora Regio Ministero della Marina concepì un nuovo ospedale che fu costruito al centro delle costruzioni militari tra i Circoli, le Scuole CEMM e L’Arsenale di Moneta.

Il nuovo Ospedale Militare fu chiamato “Succursale della Regia Marina” e fu subito  dotato di un Reparto di Medicina e uno di Chirurgia, che a volte si adoperava anche per curare malati della popolazione civile provenienti dalla vicina Gallura.

Durante la prima guerra mondiale l’Ospedale Militare di La Maddalena, divenuto “Marinferm”, arrivò a contenere 200 posti letto e nel 1918 il Comune di La Maddalena stipulò una convenzione con il Comando Marina per l’assistenza e il ricovero dei civili, colpiti dall’epidemia della Spagnola che seminò morti in tutta l’Europa.

Dopo la seconda guerra mondiale, Marinferm La Maddalena, ospedale potenziato in tutti i suoi servizi sanitari, divenne così ufficialmente anche l’Ospedale Civile dell’Arcipelago e della Gallura.

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E così il 24 maggio 1970, apre il “Paolo Merlo”…

Deligia_MontellaPer l’insistente volontà del Sindaco Giuseppe Deligia e quella dell’Assessore alla Sanità Rino Montella, fu aperto l’Ospedale Paolo Merlo, gestito dall’Ente Ospedaliero Luigi Crespellani di Cagliari e tutta la popolazione civile maddalenina e gallurese, poté così finalmente usufruire di una propria struttura del Servizio Sanitario Regionale.

A potenziare il sistema sanitario maddalenino, fu proprio il Prof. Romeo Milani, che negli stessi primi anni ’70 riuscì ad organizzare tutti i servizi sanitari ospedalieri del nuovo Paolo Merlo.

FOTO450_milani_ospedaleCon il prezioso aiuto della Marina Militare e di molti politici che credettero in Lui, Milani organizzò il primo laboratorio di Analisi – (gestito per lunghi anni dal mitico Capo Pedrini), il gabinetto radiologicico – (gestito dal suo collega Capo Pispisa), costituendo una efficiente ed eccellente sala operatoria che Lui stesso dirigeva con grande professionalità e riconosciuta bravura.

Romeo Milani fù il primo chirurgo in Sardegna ad impiantare il pace-maker, riscuotendo eccellenti risultati. Riuscì ad aprire, al
Paolo Merlo,
il Reparto Dialisi divulgando la cultura del trapianto renale, subito ben visto dalla politica regionale che definì Romeo Milani un camice bianco prestato alla politica”.

Alla metà degli anni’90, sempre sostenuto della Marina Militare con la disponibilità dell’allora Assessore Regionale alla Sanità Giorgio Oppi, Romeo Milani fece nascere la prima Prof.2Camera Iperbarica Galeazzi, apponendovi una equipe tutta maddalenina  altamente specializzata in Medicina Iperbarica e Subacquea, coordinata dall’anestesista Dott. Carlo Randaccio – che tutt’oggi, oltre ad essere il Direttore Sanitario del Paolo Merlo, continua ad essere il carlo randaccioresponsabile della stessa Struttura Iperbarica maddalenina.

Ma sotto la guida del Prof. Casciani dell’Università di Roma, Romeo Milani portò a termine un progetto di rilevante importanza scientifica nazionale per il prelievo e il trapianto d’organi, contribuendo alla costituzione del S.I.T. (Sud Italia Trapianti), con funzioni di Agenzia di coordinamento del servizio.

Un progetto ancor più ambizioso e di eccezionale portata fu, per Romeo Milani, quello della “Talasso Terapia”, per il quale riuscì ad ottenere anche un finanziamento di 5.500.000 euro dalla Comunità Europea ma che, per le solite storture politiche e invidie professionali, venne inspiegabilmente bloccato in Regione nonostante il bene-stare dell’allora assessore alla Sanità on.le Sassu.

Il 18 ottobre 2014, l’Ordine dei Medici della Provincia di Sassari, assegna al Prof. Romeo Milani la medaglia d’oro di benemerenza  – (definendolo il “Decano dei Primati”) – e conferendogli l’incarico di distribuire “quale testimone” il codice dell’etica professionale a 103 medici neo laureati.

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Il  suo Libro e il commento dell’Editore

copertina_milani_1Al Pelo dritto” lancia un messaggio, data la situazione che si vive in questi tempi, fortemente rincuorante. Un messaggio dal carattere favolistico, che affonda le radici nella saggezza dei proverbi e nella tradizione del racconto.

Un sogno inseguito costantemente, le difficoltà di un’epoca in trasformazione, il sacrificio familiare e la necessità del contributo costituiscono parte del Plot del lavoro di Romeo Milani.

Come da buona tradizione fiabesca l’agognato traguardo va raggiunto per tappe, si procede per gradi e dal momento della partenza al compimento dell’impresa, lì nel mezzo, ci sono il sacrificio e la tenacia che mirano incessantemente all’obiettivo. Ci sono anche l’intuizione e la sana magia della sensazione che accompagnano ogni scelta, ogni decisione che si manifesta in Brividi e Orripilazioni suggerendo i movimenti nel cammino tortuoso.

C’è il tacito accordo con la Provvidenza che dà e toglie all’occorrenza, ma che sempre vigila affinché si compia quel voto, quella promessa pronunciata anni addietro: l’impegno verso il prossimo dove e quando questo fosse richiesto, senza riserve.

Una missione sentita nel profondo dal Milani, personalità capace di far convergere al suo volere gli eventi, predestinandolo al panorama del campo medico, al quale si dedicherà con fervore e umiltà. Non importa per quali strade deve passare il riscatto, conta il modo e le motivazioni che spingono a guardare la meta secondo il dettame del è necessario, ci sono, lo faccio!

Gli ingredienti della favola si mescolano e convogliano nello sperato lieto fine, meritato e doveroso in virtù dell’opera lasciata in eredità ai posteri e della lungimiranza con la quale tutte le sfide innovative sono state combattute e vinte.

Dopo tutto… tentar non nuoce!

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