Sanità. In Sardegna boom di risarcimenti per diagnosi sbagliate e interventi dimenticati
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L’Unione Sarda
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REDAZIONE – «Una vicenda al limite del paradosso». È la definizione usata dalla vice procuratrice generale della Corte dei Conti, Chiara Vetro, per definire un caso di malasanità trattato dalla Procura contabile della Sardegna: una donna aveva chiesto di essere sottoposta a un intervento di sterilizzazione tubarica che doveva essere effettuato mentre si trovava sotto i ferri per un parto cesareo. Messo al mondo un figlio, aveva deciso di non averne più. L’ulteriore operazione era stata concordata con i medici del reparto, ma non era stata effettuata. Lei aveva ripreso una normale vita di coppia, convinta di non poter più procreare. Invece è rimasta incinta. Ed è stata costretta a interrompere la gravidanza. Per questo ha ottenuto «un risarcimento danni per l’invalidità temporanea e la conseguente sofferenza psicofisica».
È uno di numerosi procedimenti che arrivano dalla Sardegna elencati nel capitolo “Errori medici” della relazione illustrata durante la cerimonia di inaugurazione dell’anno giudiziario della Corte dei Conti. L’Isola sforna casi inquietanti. L’equipaggio di un’ambulanza che scambiava per ubriachezza un’intossicazione acuta da cocaina. Un’overdose rivelatasi letale, con il giovane morto per il «grave errore diagnostico». E ancora: una famiglia risarcita per i danni subiti da una bambina all’atto della nascita, il decesso di una donna per shock emorragico durante un intervento all’utero.
In Sardegna, nel 2023 (non solo nel campo sanitario) sono stati attivati 123 giudizi di responsabilità. Un numero enorme, se si considera che in Lombardia, seconda regione, sono stati appena 93. Da questa parte del Tirreno la Procura contabile ipotizza danni erariali, in un anno, per 15.892.912,06 euro.
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