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Sanità. La Sardegna insorge. Una gestione da incompetenti che lascia i cittadini abbandonati a se stessi. Peggio di prima.

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LA MADDALENA – Diritto alla salute negato, lotta allo smantellamento dei servizi socio-sanitari, contrasto a una politica che persevera nell’isolare tutti i territori.

E’ la volta dei primi cittadini di Aritzo, Atzara, Austis, Belvì, Desulo, Gadoni, Meana Sardo, Ortueri, Ovodda, Sorgono, Teti, Tiana e Tonara che in un documento attaccano la politica sanitaria della Regione, soprattutto dopo la delibera dell’Azienda per la tutela della Salute (Ats) che a Marzo, per fronteggiare l’emergenza coronavirus, ha declassato il Pronto soccorso dell’ospedale a Punto di primo intervento. Un provvedimento che, denunciano, toglie al San Camillo gli anestesisti, la radiologia 24 ore su 24, le attività chirurgiche d’urgenza, i ricoveri dei codici gialli e rossi.

Non di meno a Olbia. Un racconto spaventoso reso dai primari della Assl Olbia, chiamati a raccolta in Consiglio comunale dal Sindaco Settimo Nizzi, per discutere dei problemi della sanità e che definiscono la stessa malata terminale, per la quale mancano gli anestesisti, con risorse scarse e pazienti che non hanno i servizi di cui hanno bisogno.

Una delle testimonianze più forti è stata quella del dott. Sebastiano Cudoni, primario di Ortopedia. “Tutto ciò che stiamo vivendo in questo momento non risente dell’emergenza Covid, ma risente di errori, incertezze, proabilmente delle decisioni non prese o mal-prese che riguardano tutte le amministrazione regionali che si sono succedute. In questo momento l’attività operatoria di Olbia è praticamente sospesa, può essere operato solo chi è in fin di vita ed è bene che voi lo sappiate”.

In questo momentodenuncia Cudoni in Gallura, una frattura non si può operare. Una frattura di qualsiasi tipo. Una frattura di femore, da operare entro 48 ore, io la devo trasferire a Ozieri dove non la vogliono perché hanno pochi anestesisti. Non la posso trasferire a Nuoro perché Nuoro dice che sono pochi e hanno il reparto pieno perché stanno prendendo i pazienti anche da Lanusei, non lo posso trasferire ad Alghero perché Alghero è virtualmente chiuso. Non la posso trasferire a Sassari perché sono oberati di lavoro. Dove la devo trasferire? A Oristano? Forse, se hanno posto. San Gavino? Lanusei? Non se ne parla. A Cagliari! In questo momento ho sei fratture, entrate questo fine settimana, che non posso trasferire da nessuna parte perché non li vuole nessuno perché tutti hanno da recriminare qualcosa”.

Se arriva un distacco di placenta, un accoltellato o tutto quello di urgente che può arrivare in qualsiasi momentoconclude Cudonila seconda urgenza chi l’addormenta? Muore? La responsabilità di chi è? Mia che sto operando? Del collega ginecologo che non può operare? Dell’anestesista che è solo? Dell’ingegner Tauro che è il direttore d’area? Del direttore del presidio ospedaliero? Di Locci che è a 300 km di distanza? Di Steri, commissario straordinario Ats? Della giunta attuale? Della giunta precedente? Non so di chi è colpa, ma il paziente muore”.

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Sanità negata anche a La Maddalena… Isola nell’Isola

Questo è il tema portato in piazza dai maddalenini da diverso tempo inascoltati, soprattutto dopo un distacco di placente che ha causato la morte di una neonata e la morte di una donna per un infarto mentre l’ospedale dell’arcipelago viene, giorno dopo giorno, depotenziato. La decisione di declassare l’Ospedale Paolo Merlo, di depotenziarlo, di non renderlo capace di intervenire nelle emergenze, per preferire l’intervento dell’elisoccorso, ha messo in ginocchio tutto il sistema sanitario locale.

I maddalenini non chiedono chissà cosa: chiedono semplicemente di poter essere curati nel loro ospedale, di avere un Pronto soccorso funzionante e di avere le prime importanti cure sul posto e se poi necessario essere trasferiti in sicurezza altrove. Chiedono di non dover aspettare con gli occhi al cielo l’elicottero da Olbia e di avere un 118 medicalizzato sul posto. Insomma, in caso di emergenza – quando le patologie sono tempo-dipendenti – che ci sia la possibilità di intervenire immediatamente, subito, senza dover aspettare minuti preziosi.

La ciliegina sulla torta. E a partire dal 15 luglio… e quindi anche con grave ritardo, non sarà operativo per questa stagione estiva il servizio di Guardia Medica Turistica…, in quattro località turistiche tra le più rinomate della Sardegna e del mondo intero, quali La Maddalena, Porto Cervo, Porto Rotondo e San Teodoro.  – «Questa è l’ennesima beffa operata in danno del territorio gallurese – ha denunciato il consigliere regionale Giuseppe Meloni (PD) – da parte di un’amministrazione regionale che si è ricordata della Gallura unicamente quando si è trattato di denigrare i predecessori, effondere promesse e raccogliere per questo un vastissimo consenso tra gli elettori del nord est della Sardegna».

Ma la situazione Sanitaria regionale è chiaramente allo sfascio e la preoccupazione è massima. La Regione deve dare risposte subito. Oggi è necessario che lo Stato prenda atto della incapacità della Regione Sardegna di governare la Sanità.

Questa è la vera emergenza!

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