Sbloccato l’ex Arsenale. Si parte… e si spera
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Speriamo, però, di non fare la fine del Mercato…
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LA MADDALENA – La riqualificazione dell’ex Arsenale di La Maddalena, dopo 9 anni dal restyling che avrebbe dovuto aprire le porte al G8 e poi al turismo riconvertendo l’economia militare delle strutture dell’ex Arsenale e dell’ex Ospedale Militare, si è finalmente conclusa.
Il consigliere regionale Pierfranco Zanchetta dell’Upc, da maddalenino si è sempre sentito sicuro di essersi impegnato e aver seguito «questa grande operazione, apprezzando con grande soddisfazione, questo risultato che è stato raggiunto grazie al gioco di squadra, al pressing continuo sul governo del presidente della Regione Francesco Pigliaru e all’impegno degli assessori Paolo Maninchedda e Cristiano Erriu. Le risorse c’erano ed erano sufficienti per completare i lavori di sistemazione dell’ex Arsenale, bonificare l’area marina, completare il porto e recuperare i manufatti danneggiati. Ma per poter spendere questi fondi si è dovuto liberare l’area dalle catene del contenzioso tra il gruppo Mita e la Protezione Civile. L’intervento richiesto al governo è andato (a buon fine) in questa direzione: mettere fine alle beghe giuridico-amministrative, è stato determinante, in modo da permettere alla Regione di avere la piena titolarità del sito e avviare i lavori con la nomina di un commissario straordinario».
All’inizio del 2017, l’allora assessore dei lavori Pubblici Paolo Maninchedda aveva così ricevuto l’incarico dal governatore Francesco Pigliaru “di rimettere in moto la macchina” per utilizzare le risorse disponibili per la bonifica e la riqualificazione dell’ex Arsenale: 9,1 milioni di euro del Patto per la Sardegna e 10,8 milioni di risorse stanziate dal Ministero.
Il 10 marzo 2017, si svolge nella sede dell’avvocatura dello Stato di Cagliari un incontro tra la Regione e la Protezione civile. In quell’occasione viene dato mandato all’avvocatura di Stato di contattare la società Mita e verificare le condizioni per una transazione tombale della controversia che la oppone alla Protezione civile, in modo tale da riconsegnare i beni alla Regione liberi da oneri, che siano essi finanziari o di altra natura.
Il 24 marzo 2017, l’avvocatura dello Stato, comunicava alla Regione e alla Protezione civile di aver trovato un accordo con la Mita. In poche parole il 24 marzo la parte di procedura affidata alla Regione e alla Protezione civile era praticamente già conclusa.
“Grazie al lavoro dell’Avvocatura dello Stato – aveva poi detto Maninchedda ad agosto del 2017 – che ha concluso la transazione con Mita Resort di Emma Marcegaglia, per circa 21 milioni di euro a rate, rispetto ai 39 stabiliti dall’arbitrato nell’ambito del contenzioso aperto con la Protezione civile nazionale sull’hotel e gli altri beni mai utilizzati a La Maddalena in occasione del G8 mai realizzato, perché dirottato da Berlusconi a l’Aquila dopo il terremoto del 2009, oggi arriva finalmente la soluzione di tutti i guai patiti dai maddalenini. Una volta perfezionata la transazione, si aspetterà l’attribuzione alla Regione di poteri commissariali per ridurre i tempi delle procedure e l’inizio dei lavori.”
A settembre del 2017, il presidente della Regione Sardegna, Francesco Pigliaru, incontrava la sottosegretaria alla presidenza del Consiglio dei ministri, Maria Elena Boschi, incaricata dal presidente Gentiloni di dirimere ancora il contenzioso con la Mita Resort e riavviare il percorso di riconversione socio-economica dell’ex Arsenale di La Maddalena.
A dicembre del 2017, sempre il segretario del Partito dei Sardi Paolo Maninchedda, da assessore ai lavori pubblici, riusciva ad istituire un tavolo di mediazione tra la Protezione civile, la Mita Resort e la Regione Sardegna per analizzare il tema dei beni dell’ex Arsenale della Maddalena. In quella fase furono definite le operazioni di transazione tra la Protezione civile e la Mita Resort, senza oneri a carico della Regione, con l’affidamento dei poteri commissariali al Presidente della stessa Regione Pigliaru, per il rilancio dell’ex Arsenale di La Maddalena.
Il 18 aprile 2018, finalmente, tutto si sblocca, il grande sogno di Angioletto Comiti – (bisogna dirlo: che ha dovuto “tribolare” con il Popolo delle Banane a lui sempre ostile), comincia a prendere corpo: la commissione nominata dal Comune di La Maddalena, (quale soggetto attuatore)… riceve il mandato dalla Regione di procedere all’assegnazione dell’appalto da 7 milioni di euro. A vincere la gara, provvisoriamente, è l’associazione di imprese Research Consorzio stabile-Tethis Costruzioni che dovrà procedere alla decontaminazione dello specchio di mare. Nella circostanza, viene assegnato anche un secondo appalto: Quello per il porto e il lungomare.
Ma all’orizzonte si profila già un ricorso. Una delle imprese che ha partecipato al bando europeo è stata esclusa per difetto di requisiti… e di fronte a un appalto milionario l’impugnazione della graduatoria è quasi scontata.
Per il sindaco Luca Montella e l’assessore ai Lavori pubblici Gianluca Cataldi, “si trattava di una grossa responsabilità e di un impegno gravoso, ma sapevamo che solo assumendocela avremmo potuto accelerare i tempi e arrivare a un risultato che la nostra comunità attende da troppi anni”.
“Nonostante l’importo considerevole – (7,3 milioni di euro) – il Comune di La Maddalena è riuscito, con grande impegno e determinazione da parte della dirigenza e dei dipendenti comunali, ad aggiudicare in via provvisoria l’appalto delle bonifiche nell’area dell’ex Arsenale”.
(Alberto Tinteri)
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A Voi tutti… le medaglie:
Ma ora datevi una mossa!
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