Screening di massa in Sardegna, con il “Piano Crisanti”
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CAGLIARI – Il virologo Andrea Crisanti, direttore del laboratorio di Microbiologia dell’Università di Padova, da alcuni giorni collabora con la Regione Sardegna per mettere a punto l’ambizioso programma di screening e incontrerà domani in videoconferenza il commissario straordinario dell’Ats Massimo Temussi per la prima riunione operativa.
In primo luogo bisognerà stabilire dove si faranno i test, con la collaborazione dell’Osservatorio epidemiologico regionale e del territorio. L’ipotesi è di utilizzate le sedi delle circoscrizioni e dei Comuni e drive-through allestiti dall’Esercito.
Le operazioni avranno inizio nelle zone più colpite dal virus in Sardegna e partirnno dalla fine del mese di dicembre con un primo screening di massa, poi nel resto dell’Isola si proseguirà a gennaio.
Ogni cittadino ripeterà il test rapido due o tre volte, a distanza di una settimana o dieci giorni, e chi è positivo dovrà fare anche il molecolare. Allo stesso tempo si aumenterà il numero di tamponi quotidiani, sarà potenziata l’attività di tracciamento, si terranno lontani gli infetti asintomatici dalle loro famiglie e si introdurrà – (sempre che il Governo non si opponga come l’estate scorsa) – un sistema di certificazione per chi sbarca in Sardegna.
Così come ha spiegato il governatore Christian Solinas, l’Ats ha acquistato 1 milione 100mila test antigenici rapidi orofaringei, con l’opzione di prenderne un altro milione, tramite una gara. Si tratta di tamponi orofaringei rapidi e di test antigenici che danno l’esito nel giro di un quarto d’ora. Le prime consegne inizieranno in settimana.
Con questi test rapidi si dovrebbe raggiungere l’obiettivo di ridurre la trasmissione del virus. Poi ci saranno un incremento dei tamponi molecolari quotidiani e azioni allargate di contact tracing. Si prevede che in un mese di trattamento, i casi di positività diminuirebbero di circa l’80%, dunque, ce ne sarebbe una cinquantina al giorno. Le persone positive asintomatiche o con pochi sintomi, dovranno essere ospitate in strutture ad hoc – (come i Covid hotel) – per evitare che possano contagiare i familiari.
L’obiettivo – tra screening e inizio della vaccinazione anti-Covid – è quello di liberare la Sardegna entro l’inizio dell’estate e a quel punto saranno fondamentali i controlli negli scali e l’autorizzazione all’ingresso soltanto a chi dimostra di essere negativo.
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