POLITICA

Vertenza Gallura. La Nuova Provincia

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CAGLIARI – L’istituzione della nuova provincia del nord-est non deve trasformarsi in un mero battage mediatico né, tanto meno, in una frettolosa corsa per appuntarsi inutili medaglie.

La rivendicazione del territorio non  va vissuta come la madre di tutte le battaglie ma,  piuttosto, come una “primavera gallurese” animata da una ritrovata unità che deve superare gli steccati di appartenenza e il tifo da derby.

È un impegnativo banco di prova della capacità dell’attuale classe dirigente di non incorrere negli errori del passato e impegna la volontà di coesione del territorio e dei diversi campanili che lo compongono. Una grande prova di maturità politica e di lungimiranza a differenza di quando, inopportunamente, si è fatta naufragare la provincia di Olbia-Tempio attratti dalle chimere che ne decantavano la soppressione. Si tratta, a mio avviso, di un impegno che metterà alla prova tutte le rappresentanze:

  • istituzionali,
  • economiche,
  • sociali,

…fondamentali per il raggiungimento di questo obiettivo, oggi ancora più arduo e difficile, perchè verrà nuovamente ostacolato e reso insidioso, non solo dal Consiglio regionale, ma anche da altre componenti ostili all’autonomia della Gallura.

Sarà una prova impegnativa che dovrà essere suffragata da una visione di prospettiva e da una grande capacità propositiva per ottenere il riconoscimento formale e quindi istituzionale della forza e della potenzialità di un territorio che, assieme alla città metropolitana di Cagliari, risulta essere il più dinamico nel sofferente sistema socio-economico della Sardegna.

La “primavera gallurese” dovrà fare leva su questo elemento, ma dovrà anche rappresentare la tutela e la valorizzazione delle sue aree più fragili e periferiche, quelle da sempre più penalizzate per la loro marginalità, come il Monte Acuto, la Gallura montana e le isole. Un compito che spetterà  soprattutto  alla città guida del territorio.

A Olbia, più che a  Tempio.

L’unicum che rappresenta il nostro territorio tra Gallura costiera e montana, col Monte Acuto, l’Arcipelago della Maddalena e le sue punte di diamante (turismo, portualità, aeroporto, nautica, allevamento, vitivinicolo, sughero e lapideo) sono un formidabile elemento distintivo delle qualità di quest’area vasta su cui la città di Olbia funge da locomotiva.

E alla locomotiva bisogna affidare il peso del traino di preziosi vagoni che arricchiscono il convoglio.

La rivendicazione del territorio chiama in causa la Regione e lo Stato che hanno il dovere di riconoscere l’autonomia di questa regione di Sardegna e destinare le risorse adeguate a sostegno della sua costante crescita, evidenziata dagli indicatori statistici nazionali che vedono  Olbia e la Gallura in un costante trend di avanzamento nonostante la crisi.

Le unioni dei comuni e l’area urbana di Olbia che, con  la pianificazione territoriale stanno portando avanti progetti condivisi di sviluppo e di coesione sociale, comprese le infrastrutturazioni, sono certamente una buona risposta alle debole riforma  degli enti locali, ma oggi diventa necessario battersi per l’ottenimento di un soggetto giuridico preposto alla programmazione di area vasta.

La provincia può svolgere questo delicato compito: il governo di un complesso sistema territoriale  che nel recente passato non siamo stati capaci di difendere.

Oggi, purtroppo, dobbiamo ricostruire sulle macerie di quanto distrutto e non solo per affrancarci da Sassari, ma per dare una nuova veste all’ente intermedio che non può essere mortificata da un carico con funzioni che non riesce neppure a espletare perché mancano le risorse.

La vertenza Gallura, appena avviata, diventa più che mai attuale. E non solo perché il referendum non ha abolito le province o perché ne è stata istituita una nuova, quella del sud Sardegna. Diventa attualissima perché si interfaccia con quella intrapresa dalla Regione nei confronti dello lo Stato per i fondi sottratti alle province, per le entrate, gli accantonamenti, i costi della sanità, le condizioni di insularità.

Alla Gallura lo stesso riconoscimento che la Regione chiede allo Stato, a cominciare dalla sanità le cui risorse sono sottostimate di almeno 45 milioni di euro.

Questa è già la prima rivendicazione e mi sembra un buon inizio per far valere le nostre ragioni.

Pierfranco ZANCHETTA

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