POLITICA

Zanchetta: «Il Parco ha perso credibilità»

La Rassegna Stampa – La Nuova Sardegna

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Dura critica del consigliere dopo le polemiche sulla parentepoli per un concorso

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LA MADDALENA – Il Parco indebolito dalle vicende recenti, la conflittualità con il Comune, l’assenza del ministero dell’Ambiente. «La municipalità è fuori da ogni partita decisionale. La Regione, in questa situazione di discredito del Parco, deve essere determinata, dire “fermi tutti” e sollecitare con forza il ministro, chiedendogli di venire a La Maddalena per decidere una gestione collegiale del Parco».

Pierfranco Zanchetta, consigliere comunale, già assessore provinciale dell’Ambiente, tra i promotori della nascita del Parco nel 1985, è severo nella valutazione. E spedisce un appello al governo regionale. «Ma non ci sono alternative – dice –, i protagonisti della gestione devono essere insieme il Comune, La Regione e lo Stato. La presidenza deve essere affidata al sindaco».

Quella che solleva Zanchetta «non è una questione tecnica, ma un aspetto politico fondamentale che va risolto con una posizione autorevole da parte della Regione».

Le conflittualità tra Parco e comunità locale non sono mancate. L’urbanistica accende spesso le polemiche. Su questa materia l’Ente è sovraordinato rispetto al Comune. «Ma il fatto vero è che questo Parco ha perso credibilità – attacca Zanchetta – e insieme anche ruolo e funzioni. Il ministro non può lavarsene le mani, ignorando e lasciando tutto senza controllo».

Ecco perché rilancia l’invito alla Regione: «Occorre una gestione più vicina alle esigenze della comunità, del territorio, che aveva visto nel Parco una grande opportunità per la tutela e la valorizzazione del territorio. Poteva essere un’opportunità formidabile. Disagi e conflitti non portano da nessuna parte».

Nell’analisi di Zanchetta, le aspettative di crescita sono svanite quasi del tutto. «Peccato sia finita così – commenta, con le ultime gestioni poco attente alle esigenze della comunità maddalenina».

Per voltare pagina, spiega Zanchetta, si deve innanzitutto avviare un confronto. «Deve essere la Regione – conclude il consigliere comunale ed ex assessore provinciale, che recependo e interpretando questi disagi e questi desideri, deve richiamare lo Stato e aprire la strada per una gestione collegiale. Si tratta, dunque, di disegnare un nuovo impianto giuridico, che si lasci alle spalle il meccanismo delle nomine esterne, questi proconsole che vengono a comandare sul territorio».

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