Il mistero della Corazzata Roma
LA MADDALENA – Dalla visione dei filmati dell’Istituto Luce, da cui, a nostro avviso, emergono contrastanti dichiarazione da parte dei vari testimoni, abbiamo ritenuto porre alcuni ragionevoli dubbi sugli orari e su alcuni punti nave estrapolati nella navigazione intrapresa dalla Squadra Navale e dalla Corazzata Roma che, sempre a parere nostro, non coincidono con le informazioni rese note nell’inchiesta amministrativa svolta dallo Stato Maggiore della Marina Militare dell’epoca.
Per i dubbi che ci sono sorti, dunque, abbiamo provato a ripercorrere la navigazione intrapresa dalla Squadra Navale, riportando, con la massima attenzione, tutti i punti nave e gli orari di riferimento. Abbiamo altresì verificato le condizioni meteo del momento e le correnti della zona… ed abbiamo anche preso in considerazione la possibilità delle verosimili concitate situazioni di confusione venutesi a creare a bordo.
Tenuto conto, poi, che nel 2003 e nel 2007 la Marina Militare Italiana decise di effettuare apposite ricerche del relitto della Corazzata Roma inviando sul Golfo dell’Asinara i propri Cacciamine attrezzati di sofisticatissime attrezzature elettroniche subacquee di ricerca, dalle cui missione non emerse alcuna traccia del relitto Roma; abbiamo avuto il ragionevole motivo di ritenere, dunque, (sempre facendo riferimento a le informazioni in nostro possesso), che il punto dell’affondamento della stessa Corazzata Roma non sia da ritenersi quello indicato all’interno del Golfo dell’Asinara.
Or bene, sulla base dello studio da noi effettuato, attraverso anche la consultazione della documentazione pubblicata nel Bollettino d’Archivio dell’Ufficio Storico della Marina Militare (Anno VII – 1992) – possiamo affermare, con verosimile approssimazione, che il punto dell’affondamento della Corazzata Roma, avvenuto il 9 Settembre 1943 alle ore 16.15 circa, sia da ricercarsi in un raggio di mare sul punto a circa 33 miglia a Nord Ovest dall’Isola dell’Asinara; coordinate: Lat. 041° 24′ Nord – Long. 007° 48′ Est, così come vi mostriamo nella sottostante cartina satellitare.
Il Mistero dell’affondamento…
Nella notte tra il 7 e l’8 settembre 1943 Supermarina comunica ai comandi di forze navali un segnale convenzionale alla ricezione della quale le navi avrebbero dovuto autoaffondarsi. Questo segnale è “raccomando massimo riserbo”. Vista l’imminenza dello sbarco alleato sul suolo italiano, con l’assenso del comando supremo il ministro De Courten dava l’ordine “alla squadra da battaglia a La Spezia e a Genova di accendere, tenendosi pronta a muovere in due ore dalle 14.00 per il previsto intervento offensivo nella zona di sbarco il mattino del giorno successivo” Alle ore 15.00 circa l’ammiraglio Bergamini convoca sulla corazzata Roma, Ammiragli e Comandanti da lui dipendenti per informarli su quanto aveva saputo dal Ministero nella riunione del giorno prima. Evidenzia in modo particolare la gravità della situazione in corso e la possibilità di un improvviso colpo di mano tedesco di impadronirsi delle navi. Alla ricezione del segnale convenzionale “attuate misure ordine pubblico n. 1 – Comando Supremo” i tedeschi che si trovano a bordo debbono essere catturati [-]. In ogni modo, qualunque cosa accada, nessuna nave deve cadere in mano tedesca. A tal fine, alla ricezione del telegramma convenzionale “raccomando massimo riserbo”, bisogna dar corso all’autoaffondamento. Se le
circostanze dovessero richiederlo, si deve dar corso all’autoaffondamento anche se il segnale convenzionale non dovesse pervenire. Alle ore 21.00 l’Amm. De Courten è in contatto telefonico con l’Ammiraglio Bergamini a La Spezia e lo informa delle clausole dell’armistizio. Gli fa presente che il sacrificio amarissimo connesso con l’esecuzione leale delle clausole “…le quali comunque prevedevano il trasferimento in porti anglo-americani ma non l’ammaina bandiera e la consegna delle navi…” avrebbe potuto portare gran giovamento al paese in relazione alla promessa contenuta nel memorandum allegato all’armistizio. Gli prospetta inoltre l’opportunità di partire al più presto per La Maddalena in modo da sottrarre le Navi alla minaccia tedesca. L’Ammiraglio Bergamini, fortemente turbato, si riserva di radunare gli Ammiragli e i Comandanti dipendenti e di riferire entro un paio di ore. Alle ore 22.00 l’Ammiraglio Bergamini riunisce a rapporto sulla Vittorio Veneto gli Ammiragli e i Comandanti dipendenti. Nella riunione conferma le istruzioni impartite nel pomeriggio, chiarisce che non sa ancora se verrà dato l’ordine di non muoversi o di partire per la Sardegna o altrove…. Alle ore 23.00 l’Ammiraglio Bergamini telefona all’Amm. De Courten per informarlo che la squadra partirà al più presto per la Sardegna con tutte le unità presenti alla Spezia e a Genova, comprese quelle ai lavori in condizione di muovere. Nel frattempo Supermarina, con fonogramma delle ore 23.45 dell’8 settembre, ordinò al CC.FF.NN.BB. di salpare per La Maddalena.
L’ammiraglio Bergamini predispose i piani di navigazione e impartì le seguenti disposizioni:
– 8a Divisione Navale: partenza da Genova alle ore 02.45 del 9 settembre, compresa la torpediniera Libra. Furono comunicate anche le coordinate e l’ora del punto di incontro con le altre unità delle FF.NN.BB., che sarebbero partite dalla Spezia;
– 7a e 9a Divisione Navale: prepararsi a salpare alle ore 02.30 del 9 ed essere pronti a muovere alle ore 03.00 da punto “C” [fuori della diga foranea];
– 12a 14a squadriglia CC.TT.: vengono date le stesse disposizioni impartite alla 7a e 9a Divisione;
– Gruppo Torpediniere: alla torpediniera Pegaso, Capo Gruppo, pronti a partire alle ore 02.00 del 9 settembre.
In conseguenza vennero diramati i seguenti ordini alle unità dipendenti presenti alla Spezia.
Ore 002109 “Da CC.FF.NN.BB. a Tutti: Attivate. Passate pronti a muovere”.
Ore 005209 “Da CC.FF.NN.BB. a Pegaso, Impetuoso, Ardimentoso, Orione, Orsa. Partire ore 02.00 giorno 9 V. 22 per ancoraggio [il termine esatto è atterraggio – n.d.a.]. Lat. 42°.36’ N Long. 80°.19’ E [che era il punto sul quale dirigere per passare esternamente alla Corsica – n.d.a.]. A Isola Asinara” [indicava che al punto di cui sopra occorreva prendere la rotta per dirigere verso il Golfo dell’Asinara – n.d.a.].
Ore 013809 “Da CC.FF.NN.BB. a Tutti: Nave Roma passerà ostruzioni ore 03.00 giorno 9 preceduta dai CC. TT. e 7a Divisione seguita Nave Italia Nave V. Veneto”.
Ore 020009 – il CC.FF.NN.BB. inviò a Supermarina il seguente fonogramma: “COMANDO IN CAPO FORZE NAVALI DA BA7TAGLIA – 15749. Tabella Asti -Previsioni partenza Forze Navali da La Spezia 030009 velocità nodi 24 punto 42°.36’ latitudine 8°.19 longitudine, [l’ammiraglio Bergamini, precisando tali coordinate, che si riferiscono al punto situato a 18 miglia al traverso di Punta Revellata – Corsica – con Rilevamento vero di 52°, comunicava il punto di atterraggio dal quale poi dirigere sull’Asinara, assicurando quindi Supermarina che passava all’esterno della Corsica – n.d.a.] e 41°.09’ latitudine 8°.19’ longitudine [coordinate del punto di atterraggio nel Golfo dell’Asinara, posto a circa 2 miglia dall’Isolotto dello Scorno, dal quale accostare per prendere la rotta di sicurezza e dirigere verso le Bocche di Bonifacio -n.d.a.] alt Arrivo La Maddalena ore 14.30 alt Ore 06.09 riunione con 8a Divisione et Torpediniera LIBRA alt Torpediniera PEGASO Torpediniera IMPETUOSO Torpediniera ORSA Torpediniera ORIONE precedono Forza Navale scorta avanzata alt AII Tabella Asti 020009”.
Ore 023009 – Tutte le Unità presenti alla Spezia iniziarono a manovrare per portarsi al punto “C”. Non poterono partire gli incrociatori Bolzano, che si trovava in Arsenale per riparare i danni riportati il 12 agosto 1942 allorché venne silurato da un sommergibile britannico, e il Gorizia, perché il 10 aprile 1943 era stato colpito, alla Maddalena, da bombardieri americani.
Ore 024709 – L’8a Divisione Navale salpò da Genova assumendo Rv 170° e velocità 24 nodi. Non poterono partire i cacciatorpediniere Maestrale e Corazziere perché ai grandi lavori.
Ore 031309 – “Dal CC.FF.NA.BB. a Tutti: Salpate”.
Ore 034009 – uscì per ultima la Vittorio Veneto. Subito dopo il passaggio di questa corazzata si mossero tutte le unità, disponendosi in linea di fila nella seguente formazione: in testa la 12a Squadriglia CC.TT. seguita dalla 14a Squadriglia, dalla 7a e dalla 9a Divisione. La Flotta assunse Rv 218° velocità 24 nodi.
Ore 041109 – il CC.FF.NN.BB. inviò a tutte le unità dipendenti: “Disponetevi secondo il dispositivo di marcia n. 11”. Le unità pertanto si portarono nella seguente formazione: in testa la 7a Divisione, seguita dalla 9a, cacciatorpediniere in posizione di scorta ravvicinata, la 14a Squadriglia a destra dello schieramento e la 12a Squadriglia sulla sinistra. Rotta e velocità rimasero immutate.
Ore 042709 – L’ammiraglio Bergamini si preoccupò immediatamente della possibilità di essere sottoposto ad attacchi aerei ed inviò il seguente messaggio: “A tutte le unità dipendenti: Attenzione agli aerosiluranti all’alba”.
Ore 061509 – A nord di Capo Corso avvenne il ricongiungimento tra le unità partite dalla Spezia e l’8a Divisione salpata da Genova.
Il complesso navale delle FF.NN.BB. risultò pertanto così costituito:
7a Divisione – Ammiraglio Romeo Oliva, incrociatori Eugenio di Savoia, Raimondo Montecuccoli e Attflio Regolo;
9a Divisione – Ammiraglio Luigi Accorretti, corazzate Roma, Italia e Vittorio Veneto;
8a Divisione – Ammiraglio Luigi Biancheri, incrociatori Luigi di Savoia Duca degli Abruzzi, Giuseppe Garibaldi, Emanuele Filiberto Duca d’Aosta;.
cacciatorpediniere di scorta alle FF.NN.BB, capitano di vascello Franco Garofalo: 12a Squadriglia, capitano di vascello Giuseppe Marini: Mitragliere, Fuciliere, Carabiniere e Velite; 14a Squadriglia, capitano di fregata Amleto Baldo: Legionario, Alfredo Oriani, Artigliere e Grecale; torpediniera Libra, capitano di corvetta Nicola Riccardi.
Per ottenere una omogeneità nelle caratteristiche degli incrociatori vennero effettuati i seguenti spostamenti: – il Duca d’Aosta passò dall’8a alla 7a Divisione, sostituendo l’Attilio Regolo che entrò a far parte dell’8a Divisione.
Ore 063009 – Supermarina inviò a tutti i Comandi a terra e a tutte le navi il seguente messaggio a firma de Courten: “Supermarina 18475: Truppe tedesche marciano su Roma (alt) Fra poco Supermarina potrà non poter comunicare (alt) Per ordine del Re eseguite lealmente clausole armistizio (alt) Con questa leale esecuzione la Marina renderà altissimo servizio al Paese (Alt) de Courten”.
Ore 063009. “Da CC.FF.NN.BB. a tutti: Disponetevi secondo dispositivo di marcia G.E. 12, 5a colonna”.
Pertanto le unità risultarono così schierate:
– in avanguardia ravvicinata: torpediniera Libra;
– in posizione centrale la 9a Divisione: Roma, Italia, Vittorio Veneto di prora alla 9a Divisione, sul lato sinistro, la 7a Divisione: Eugenio di Savoia, Duca d’Aosta, Raimondo Montecuccoli, con a fianco, sul lato esterno, la 12a Squadriglia: Mitragliere, Fuciliere, Carabiniere, Velite; di prora alla 9a Divisione, sul lato dritto, l’8a Divisione: Duca degli Abruzzi, Giuseppe Garibaldi, Attilio Regolo, con a fianco, sul lato esterno, la 14a Squadriglia: Legionario, Alfredo Oriani, Artigliere e Grecale.
Si proseguì con Rv 220° aumentando la velocità a 22 nodi.
Ore 065009. “Da CC.FF.NN.BB. a Nave Libra. Prendete posto di prora alla mia Corazzata distanza 4.500 m”.
Ore 070709. L’ammiraglio Bergamini richiamò ancora l’attenzione dei Comandanti sulla possibilità di essere sottoposti ad attacchi aerei, inviando il seguente messaggio: “07.07.09 – A tutte le unità: Massima attenzione agli attacchi aerei”.
Ore 084009. Avvenne il congiungimento con il Gruppo torpediniere Pegaso, che si portarono nuovamente in avanguardia lontana.
Ore 090009. Arrivati al punto di atterraggio per dirigere verso il golfo dell’Asinara, la formazione accostò a sinistra e assunse la rotta di 180°, la velocità venne ridotta a 20 nodi, si procedette zigzagando.
Ore 090009. Avvenne inoltre uno scambio di messaggi tra le FF.NN.BB. e Marina La Maddalena per stabilire le modalità di ormeggio del complesso navale, in quanto la loro sosta sarebbe stata di breve durata: “Da Nave Roma per CC.FF.NN.BB. a Marina La Maddalena 37330 Qualora data brevità tempo della sosta […] 090009” (trasmesso alle ore 09.45.09).
Marina La Maddalena rispose: “Marina La Maddalena a nave Roma per CC.FF.NN.BB. Data brevità sosta propongo ormeggi (boe) grandi navi […]“.
Ore 090109. Supermarina ritrasmise al CC.FF.NN.BB. il seguente messaggio compilato dall’ammiraglio de Courten alle ore 07.15, appena giunto a Pescara e prima di imbarcare sulla corvetta Baionetta: “18333 PAPA [Precedenza Assoluta sulla Precedenza Assoluta – n.d.a.] Supermarina 5a Divisione e CC.FF.NN.BB. alt Esecutivo pro-memoria ordine pubblico n. 1 (uno) Comando Supremo in quanto non contrasta con clausole armistizio alt de Courten 071509”.
Ore 090509. L’ammiraglio Bruno Brivonesi ricevette una nota arrivata per telescrivente da Supermarina nel quale gli venne precisato che le FF.NN.BB. sarebbero arrivate alla Maddalena verso le ore 14.30 e gli fu confermato di consegnare all’ammiraglio Bergamini i documenti ricevuti a Roma; venne altresì disposto di comunicargli di proseguire subito per Bona. In un successivo messaggio inviato da Supermarina all’ammiraglio Brivonesi, in risposta a chiarimenti da lui richiesti, l’ammiraglio Giartosio specificò che le istruzioni dovevano essere date all’ammiraglio Bergamini dopo l’ormeggio della Squadra e non in mare aperto, come riteneva l’ammiraglio Brivonesi.
L’avvistamento delle FF.NN.BB. da parte dei ricognitori tedeschi
Ore 094109. I ricognitori tedeschi effettuarono a tale ora il primo avvistamento delle FF.NN.BB. L’aereo tedesco, un bimotore “Junker JU 88”, informò il suo Comando che la forza navale italiana era costituita da tre corazzate, sei incrociatori e sei cacciatorpediniere con rotta esterna alla Corsica verso il Golfo dell’Asinara. L’avvistamento venne subito comunicato al feldmaresciallo von Richthofen, che era il comandante della 2a Luftflotte, dislocata in Italia, il quale, pur non avendo ricevuto disposizioni particolari in merito, ritenne opportuno attivare immediatamente il piano “Achse”, predisposto dall’Alto Comando della Luftwaffe, il quale, tra l’altro, specificava:
“Le navi da guerra italiane che fuggono o provino a passare dalla parte del nemico devono essere costrette a rientrare in porto o distrutte”.
Il comando aereo tedesco che era più vicino alla zona nella quale si trovavano le FF.NN.BB. era la 2a Fliegerdivision comandata dal generale Peter Fink, che dipendeva direttamente dal generale Hugo Sperrle, comandante della 3a Luftflotte, che aveva giurisdizione sulla Francia e sui Paesi Bassi. Fu pertanto disposto che si tenesse pronto a attaccare la flotta italiana il 100° Stormo da Bombardamento (KG100), comandato dal maggiore pilota Fritz Auffhammer che dipendeva, temporaneamente, dalla 2a Luftflotte. Il 100° Stormo destinò, per il pronto impiego contro le FF.NN.BB., il 2° Gruppo (II KG100) di base a Cognac e comandato dal capitano pilota Franz Hollweck ed il 3° gruppo (III KG100) di base ad Istres e comandato dal maggiore pilota Bernard Jope; fu inoltre data disposizione al II KG100 di trasferirsi da Cognac a Istres. Il II KG100 era dotato di bombe razzo radiocomandate HS293 progettate dal professor Herbert Wagner, realizzate per essere usate contro obiettivi navali. Il III KG 100 era invece dotato di un nuovo tipo di bomba radiocomandata, progettata dal dottor Max Kramer, e che è l’arma che interessa il presente lavoro. Le caratteristiche di tale bomba, che viene indicata con le sigle PC-1.400X (che sarà comunemente riportata nelle pagine seguenti), oppure SD-1.400 e che veniva ancor più familiarmente chiamata “Fritz-X” erano le seguenti: lunghezza m. 3,30, diametro mm. 500, peso kg. 1.400, esplosivo kg. 320, velocità di discesa 300 m/s, tempo di accensione dei razzi 300 m/s (che lasciavano una codetta luminosa), rettangolo di guida +/- 800 m e +/- 400 m. La bomba era dotata di una testa perforante che le permetteva di essere usata efficacemente contro obiettivi corazzati, in quanto aveva la capacità di perforare una corazza di acciaio di circa 120 mm. Inoltre la bomba poteva centrare con buona precisione il bersaglio in quanto era possibile controllare e correggere la sua traiettoria attraverso l’azionamento radiocomandato delle alette di profondità e dei timoni di direzione. La possibilità di colpire il bersaglio dipendeva dall’abilità del puntatore il quale agiva azionando una mini-cloche e un semplice congegno di mira (Lofte 7/D) collegato ad un sistema radio-ricetrasmittente (Telefunken FuG2O3Kehl). Il puntatore doveva collimare il bersaglio e la codetta luminosa della bomba fino a quando questa non centrava l’oggetto da colpire. La sua alta velocità, l’estrema precisione nel centrare il bersaglio consentivano di sganciare la bomba da una quota tra i 5.000-7.000 m e praticamente quando si era in corrispondenza della verticale della nave da colpire. Anche tale bomba, le cui caratteristiche non erano note alle nostre Forze Armate, era stata progettata per essere usata contro obiettivi navali. Ci si trovava quindi di fronte ad un nuovo tipo di bomba, che modificava sostanzialmente le modalità di un attacco aereo. Questo infatti poteva essere condotto da una quota compresa tra i 5.000-7.000 m anziché 3.000-3.500 m come in precedenza, e su un sito – angolo virtuale compreso tra la retta congiungente il bersaglio con l’aereo attaccante ed il piano costituito dalla superficie del mare – (nave- sito aereo-mare ) di circa 80° mentre quello precedente era su un sito di circa 60°. Gli apparecchi dotati di tali bombe erano i “Dornier DO 217K2” completamente metallici, la cui cabina di pilotaggio era stata trasformata per rendere efficiente, al massimo, il lancio da alta quota di ordigni speciali; i motori erano due BMW 801 D da 1.580 HP, capaci di imprimere all’aereo una velocità di 515 km/h ad una quota di 6.000 m, l’equipaggio era costituito da un pilota, un navigatore-puntatore, un radiotelegrafista e un meccanico. L’aereo aveva in dotazione tre mitragliatrici da 12,7 mm. Le bombe PC1.400X in dotazione ai “Dornier DO 217 K2” era una sistemata sotto la semiala sinistra in posizione parallela alla fusoliera.
La navigazione delle FF.NN.BB. fino alle ore 12.15
Ore 095509. L’ammiraglio Bergamini, considerando che le sue navi non erano protette da alcuna scorta aerea, e per reagire comunque a un possibile attacco aereo, almeno con i velivoli in dotazione alle FF.NN.BB., dette la seguente disposizione alle corazzate Italia e Vittorio Veneto: 09.55.09 preparatevi a catapultare RE2000. Le FF.NN.BB. disponevano infatti a bordo delle tre corazzate di quattro aerei da caccia “Reggiane RE2000” così distribuiti: uno sulla Roma, due sul Vittorio Veneto e uno sull’Italia. Ore 103009. Altro avvistamento: si trattava di un ricognitore tedesco. Venne dato l’allarme aereo e le unità proseguirono zigzagando. Contemporaneamente il Comando in Capo delle FF.NN.BB. ordinò di aumentare la velocità a 27 nodi. Ore 103009. Supermarina, avendo intercettato i vari messaggi di scoperta relativi alle FF.NN.BB., trasmessi sia dai ricognitori britannici che tedeschi, richiese a Superaereo la possibilità di fornire una adeguata scorta aerea, con aerei da caccia, a protezione delle nostre navi. Il generale Giuseppe Santoro, Sottocapo di Stato Maggiore dell’Aeronautica poté però far decollare dall’aeroporto di Venafiorita (Olbia) solo quattro caccia Macchi “MC202” che facevano parte del Gruppo Aereo Caccia, comandato dal colonnello Duilio Fanali. Infatti i ventidue velivoli efficienti dell’8°Gruppo erano stati trasferiti da Sarzana a Guidonia, per la necessità di concentrare il massimo appoggio nella zona della Capitale, mentre, per lo stesso motivo, i dieci aerei efficienti del 160° Gruppo erano stati inviati da Venafiorita a Littoria. Pertanto fu possibile far alzare in volo solo la squadriglia dei quattro caccia, al comando del capitano pilota Remo Dezzani, che ricercò inutilmente la Squadra nella zona a lui indicata e cioè quella compresa tra la Corsica e la Toscana. Sembra infatti che per un disguido con Supermarina non fosse stata segnalata la nuova rotta della Flotta, che era invece quella esterna alla Corsica.
Ore 103809. Supermarina, in considerazione del fatto che era stata annullata la missione Alti Personaggi, comunicò ai cacciatorpediniere Ugolino Vivaldi e Antonio Da Noli e per conoscenza al CC.FF.NN.BB. “Modifica mio precedente ordine dirigete subito Isola La Maddalena”.
Ore 104609. Venne avvistato dalla Roma un aereo riconosciuto per Alleato: fu dato l’allarme aereo e le unità proseguirono zigzagando. Alle ore 11.00 alcune unità aprirono il fuoco con le artiglierie contraeree principali e le mitragliere. Intervenne immediatamente il Comando in Capo che inviò a tutte le unità il seguente messaggio “Non dico non fate fuoco contro velivoli riconosciuti inglesi o americani “.
Ore 105609. Altro avvistamento aereo. Si trattò di un ricognitore inglese.
Ore 112409 – Venne ricevuto il seguente messaggio di Supermarina con classifica PAPA diramato a tutte le unità in mare: “PAPA n. 85982 – Non eseguite eventuali ordini dirottamento se nel testo non figura la parola convenzionale Milano alt Per alti Comandi verranno dati ordini a parte 092609”.
La parola convenzionale “Milano” serviva per chiarire che i messaggi erano effettivamente diramati a nome dell’ammiraglio de Courten. Ore 120009. Avvicinandosi alle coste sarde, il CC.FF.NN.BB. ordinò alla torpediniera Libra di entrare nella formazione del Gruppo Pegaso ed a tale unità di passare, con il Gruppo, in scorta ravvicinata.
Ore 120409. In prossimità dei campi minati, il CC.FF.NN.BB. ordinò a tutti “Assumete il dispositivo di marcia GE11“. Le unità dovevano procedere in linea di fila, per cui la formazione delle FF.NN.BB. fu la seguente: in testa il Gruppo torpediniere seguito dalla 7a Divisione, dalla 8a e dalla 9a e i cacciatorpediniere in scorta ravvicinata.
Ore 121209 – Il CC.FF.NN.BB. dette il seguente ordine al Capogruppo Pegaso: Libertà di manovra per entrare in porto. Infatti, soltanto il Capitano di fregata Imperiali comandante della Squadriglia torpediniere Pegaso, dichiarava che, precedendo con le sue unità la Squadra Navale, verso le 13.30, “avvicinandosi a Capo Testa, il semaforo gli comunicò di allontanarsi e di non approdare a La Maddalena perché era caduta occupata dai tedeschi” Egli radiografò all’Ammiraglio Bergamini, ma nel contempo vide che la flotta stava già invertendo la rotta. Pertanto togliamo un ora dai rapporti forniti dagli Ammiragli e i Comandanti riuniti a Malta, probabilmente per avallare la tesi più conveniente, e seguiamo il racconto del Comandante Imperiali che invece con il suo gruppo diresse per le Baleari, ove concordando con il capitano di fregata Cigala Fulgosi comandante dell’Impetuoso, raggiunse la Baia di Pollensa, e autoaffondò le navi, dopo aver sbarcato l’equipaggio.
Ore 121409 – Il CC.FF.NN.BB. ordinò alla 7a Divisione: “Conducete la navigazione da ora fino a La Maddalena”. La 7a Divisione ricevuto tale ordine accostò di 45° a sinistra, per portarsi sulla rotta di sicurezza che conduceva alle Bocche di Bonifacio.
Ore 121509. L’ammiraglio Bergamini, in previsione dell’incontro che avrebbe avuto a breve scadenza con le autorità navali inglesi nel porto Alleato che gli sarebbe stato comunicato a La Maddalena, incaricò il suo Aiutante di Bandiera, tenente di vascello Ettore Uncini, di prendere informazioni per conoscere i nominativi degli Ufficiali della Roma che avevano una buona padronanza della lingua inglese.
La Maddalena viene occupata dai tedeschi – Ordini di Supermarina di andare a Bona – Inversione di rotta delle FF.NN. BB. per eseguire gli ordini ricevuti – Attacchi aerei tedeschi – Affondamento della Roma – L’ammiraglio Oliva assume il comando della flotta.
Ore 122509. Alla Maddalena il Comando Marina, la sede protetta, la stazione telegrafica ed i vari semafori furono occupati dai tedeschi. Alle ore 13.00 il tenente di vascello Venerando Visconti, ufficiale alle comunicazioni di Marisardegna, avvisò Supermarina, tramite la stazione radio del rimorchiatore Nereo, presente nel porto di La Maddalena, “Piazza della Maddalena bloccata dai tedeschi”.
Supermarina però era riuscita a mettersi in contatto, mediante telescrivente, con l’ammiraglio Brivonesi il quale comunicò di essere “virtualmente prigioniero dei tedeschi” e pregò l’ammiraglio Sansonetti di “informare subito della situazione l’ammiraglio Bergamini che ormai è con la Flotta nel Golfo dell’Asinara”.
Supermarina pertanto decise che:
· le FF.NN.BB. dirette a La Maddalena, avrebbero dovuto dirigere su Bona;
· le torpediniere dirette a La Maddalena, avrebbero fatto rotta per Piombino;
· CCTT Antonio Da Noli e Ugolino Vivaldi, diretti a La Maddalena, avrebbero dovuto andare a Bona aggregandosi alle FF.NN.BB..
Inoltre Supermarina richiese agli Alleati la possibilità di assicurare la protezione aerea alle FF.NN.BB.. La risposta degli Alleati fu però negativa in quanto la Flotta si trovava in una zona troppo distante dalle loro basi operative.
Ore 132109. Avvistato un aereo tedesco, venne dato l’allarme aereo e si accostò a sinistra con rotta 120°.
Ore 133009. La velocità venne ridotta a 20 nodi. La 12a Squadriglia cacciatorpediniere ricevette l’ordine di mettersi di poppa alla Vittorio Veneto. Si accostò quindi a sinistra con rotta 110°
Da questo momento si susseguirono degli importanti fonogrammi tra Supermarina e il CC.FF.NN.BB. e viceversa.
Le difficoltà di mettersi in comunicazione tra la stazione radio di Supermarina e quelle delle FF.NN.BB., e viceversa, facevano sì che tra la preparazione di un messaggio e la sua trasmissione poteva incorrere anche un ritardo di oltre un’ora e mezza. Pertanto, per continuare ad avere una lineare visione cronologica degli eventi, vengono messe in evidenza le ore relative alla consegna di tali messaggi ai destinatari. Infatti solo in quel momento gli Enti interessati venivano a conoscenza delle notizie in essi contenute nonché degli eventuali ordini da eseguire; vengono però indicate anche l’ora di compilazione e di trasmissione. Il sensibile ritardo di tempo compreso tra l’ora di compilazione del messaggio e la sua consegna al destinatario era dovuta alla necessità di effettuare le seguenti operazioni: loro cifratura in partenza, possibilità di trasmetterli, loro decifrazione al momento della ricezione. All’epoca si impiegavano almeno 10-15 minuti per la cifratura, o la decifrazione, dei messaggi del tipo e della lunghezza di quelli in esame.
Ore 141109. Il CC.FF.NN.BB. ricevette il seguente messaggio: “PAPA Cifr. 9 bis a tutte le unità in navigazione Supermarina 71325 – La Maddalena occupata da forze tedesche nostro Comando sopraffatto alt Unità dipendenti da Silurantisom dirette La Maddalena vadano invece subito Portoferraio salvo quelle aggregate Forze Navali da Battaglia (alt) Milano 132009”. Subito dopo sia il Comando in Capo della Flotta, sia le Divisioni dipendenti, intercettarono il seguente telecifrato inviato da Supermarina ai CC.TT. “Vivaldi e Da Noli. Supermarina 97424 – Proseguite per Bona aggregandovi possibilmente Forza Navale da Battaglia (alt) Milano 13909”. (51’ di differenza tra emissione e ricezione. N.D.R.)
Ore 132909. Il CC.FF.NN.BB. ordinò alla 14a Squadriglia cacciatorpediniere di prendere posto di poppa alla 12a Squadriglia.
Si formò così, per motivi di sicurezza rispetto ai campi minati, una lunga fila, aperta dalle torpediniere, seguite da 7a, 8a e 9a Divisione Navale e dalla 12a e 14a Squadriglia.
Ore 133009. Le FF.NN.BB. assunsero la rotta di sicurezza di 65° per arrivare alle Bocche di Bonifacio.
Ore 143309. L’Ugolino Vivaldi e l’Antonio Da Noli ricevettero il seguente fonogramma: “PAPA Cifr. 19 ter da Supermarina a Vivaldi et Da Noli p. c. Roma per FF.NN.BB. Uscite da estuario verso ponente ed affondate tutti i mezzi tedeschi che eseguono traffico Sardegna-Corsica alt Milano 134909”.
Ore 133709. Fu consegnato all’ammiraglio Bergamini un messaggio compilato alle ore 13.16 da Supermarina nel quale venne comunicato che La Maddalena era stata occupata dai tedeschi, ordinandogli di invertire la rotta e di andare a Bona. Di tale messaggio l’E.C. indica solamente: “Prot. 348 ora di trasmissione 14.24: ora compilazione 13.16 PAPA Cifrato 16 ter C. Supermarina a CC.FF.NN. Indecifrabile perché manca la chiave C;”. Tuttavia l’ammiraglio Sansonetti riferisce: “Senonché verso le 11.00 del giorno 9, fui chiamato alla telescrivente dall’ammiraglio Brivonesi, e da lui seppi che l’estuario era in mano dei tedeschi. Feci allora immediatamente telegrafare alla Roma di invertire la rotta e procedere senz’altro per Bona”. Tale messaggio viene riportato anche dall’ammiraglio Giuseppe Fioravanzo che scrive “verso le 13.00 Supermarina avvertita che forze germaniche avevano occupato La Maddalena, ordinò alle FF.NN. con radiomessaggio compilato alle 13.16 di dirigere a Bona. Esso fu potuto ricevere sulla Roma alle 14.24”. (52’ di ritardo. N.D.R.)
Ore 134109. L’ammiraglio Bergamini, a seguito delle disposizioni ricevute con il messaggio di cui sopra, comunicò con onde ultra corte, a tutte le navi dipendenti “Accostate ad un tempo di 180° a sinistra”. Tale manovra, immediatamente eseguita, si rese necessaria per ridurre il raggio di evoluzione delle navi e per non finire sui campi minati. La Squadra, avendo invertito a un tempo la rotta sulla sinistra, si trovò sempre in linea di fila ma con in testa la 14a Squadriglia cacciatorpediniere seguita dalla 12a, dalle corazzate della 9a Divisione (Vittorio Veneto, Italia, Roma), dagli incrociatori dell’8a Divisione (Attilio Regolo, Giuseppe Garibaldi e Duca degli Abruzzi), da quelli della 7a Divisione (Raimondo Montecuccoli, Duca d’Aosta, Eugenio di Savoia) e dalle torpediniere. Le navi ammiraglie delle varie Divisioni Navali e quelle delle Squadriglie dei cacciatorpediniere seguivano quindi i loro sezionari.
La manovra venne così descritta dall’ammiraglio Biancheri nel suo Rapporto: “La manovra, eseguita a velocità elevata, si compie in maniera brillante che testimonia del perfetto addestramento dei Comandanti”. L’accostata a sinistra venne effettuata alla velocità di 24 nodi
Ore 134609. Il CC.FF.NN.BB. ordinò di ridurre la velocità a 18 nodi e di assumere la rotta 285° (come risulta dai Rapporti di Navigazione in Guerra delle unità) che era la rotta di sicurezza necessaria per uscire dal Golfo dell’Asinara e potere poi accostare a sud per Bona.
Ore 144709. Un ricognitore tedesco (avvistato dal cacciatorpediniere Legionario) osservò la manovra e la nuova rotta assunta dalla Flotta e comunicò quindi i relativi dati al suo Comando.
Ore 145009. I tedeschi, appena ricevuto l’avvistamento relativo all’accostata a un tempo della Flotta di 180° a sinistra, e che questa aveva assunto la rotta per uscire dal Golfo dell’Asinara, dettero disposizioni alla 2a Luftflotte di attaccare le FF.NN.BB. Decollarono quindi dall’aeroporto di Istres, in tre ondate, ventotto “DO217”, dei quali undici del II KG 100 (trasferiti da Cognac) e diciassette del III KG 100.
Ore 145509. Il CC.FF.NN.BB compilò il messaggio PAPA n. 06992 indirizzato a Supermarina e per conoscenza alla 7a, 8a e 9a Divisione, comunicando che aveva effettuato il dirottamento e che dirigeva su Bona. Tuttavia, l’unico testo rintracciato relativo a tale messaggio è quello solo parzialmente decifrato all’epoca in cui fu compilato l’”Elenco cronologico dei messaggi”, perché alcune sue parti risultavano illeggibili. Il testo riportato sull’”Elenco cronologico” è il seguente: “PAPA Cifrato Tabella A LODI da Comando FF.NN.BB. a Supermarina 06992 Tabella LODI (alt) Assicuro risposta messaggio 12286 gruppo orario […] data notte 49 stagno chiedendo conferma […] Dirottamento, fatto (alt) Tabella LODI 145509”. Per Bona o per le Baleari? N.D.R.
Il fonogramma 06992 fu tuttavia regolarmente ricevuto e decrittato da Supermarina, così come risulta dal messaggio 57847 che tale Ente inviò alle ore 17.38 del 9 all’ammiraglio Oliva – subentrato nel Comando all’ammiraglio Bergamini, scomparso in mare con l’affondamento della Roma – in risposta alle sue richieste di istruzioni.
Il testo del messaggio di Supermarina era il seguente: “PAPA Cifrato 16 ter Onda AC. Da Supermarina 57847 a 7a Divisione, 8a Divisione, e 9a Divisione Confermo ordine Bona, ripeto Bona, precedentemente trasmesso (alt) Riferimento 06992 odierno del Comando Navale da Battaglia destinato Comando 7A Divisione per Forza Navale da Battaglia e p. c. Comando 8a Divisione e p. c. 9a Divisione”. [Si fa notare che nel testo di questo messaggio appare erroneamente l’indirizzo “7a Divisione per Forza Navale da Battaglia” probabilmente dovuto al personale addetto alla trasmissione dei fonogrammi in quanto, dalle 1611, ora di affondamento della Roma i messaggi inviati alla 7a Divisione contenevano l’indirizzo di cui sopra]. Pertanto da tale messaggio risulta incontrovertibilmente che l’ammiraglio Bergamini aveva indirizzato il fonogramma 06992 a Supermarina, e per conoscenza alle Divisioni dipendenti, per comunicare che non solo aveva effettuato il “dirottamento” ma anche che la nuova destinazione era Bona. Occorre altresì rilevare che l’”Elenco cronologico” riporta che il CC.FF.NN.BB. poté trasmettere a Supermarina il fonogramma 06992 solo alle ore 15.45, quando la Roma era già stata colpita dalla prima bomba. Si ritiene quindi che dato il tragico incalzare dell’azione offensiva degli aerei tedeschi la stazione radio del CC.FF.NN.BB. non fece in tempo a trasmettere il 06992 alle Divisioni dipendenti prima del suo affondamento. Infatti risulta che tale messaggio sia pervenuto solo a Supermarina (che lo cita) e non agli altri destinatari.
Ore 151509. Fu avvistata una formazione aerea e dato l’allarme aereo.
Ore 151609. La formazione aerea, costituita da undici velivoli, venne riconosciuta per tedesca e, dato il rilevante numero di velivoli, il CC.FF.NN.BB. alzò a riva il segnale P.3 che significava “Posto di combattimento pronti ad aprire il fuoco”.
Ore 153709. I primi cinque aerei tedeschi, che erano comandati dal maggiore Jope, avevano ormai superato il punto fino ad allora previsto per lo sganciamento delle bombe, e quindi dovevano considerarsi in allontanamento (volavano infatti ad una quota superiore a 5.000 m ed erano vicini alla verticale del bersaglio, su di un sito 80° anziché di 60°). Non sussistevano quindi elementi tali da far giudicare il loro volo come “una definita azione ostile”. Ci si trovava pertanto nella impossibilità di aprire preventivamente il fuoco allorché gli aerei sganciarono la prima bomba la cui codetta luminosa, data l’altezza alla quale volavano gli aerei, fu inizialmente scambiata per un segnale di riconoscimento. Subito dopo ci si rese conto che si trattava di una bomba e fu dato ordine alle artiglierie contraeree delle FF.NN.BB di aprire il fuoco e tutte le navi della Flotta entrarono in azione immediatamente. Data però l’elevata quota a cui volavano gli aerei tedeschi i cannoni italiani dovevano sparare alla massima elevazione. Con tale alzo, pur rendendosi difficile la precisione del tiro, si ottenne ugualmente un efficace fuoco di sbarramento.
L’ammiraglio Biancheri, sempre nel suo “Rapporto”, così riferì l’azione di fuoco delle FF.NN.BB.: “L’intera formazione comincia a zigzagare a tutta forza e apre istantaneamente il fuoco contro gli aerei attaccanti. Il volume di fuoco è molto intenso”.
Non poterono però essere catapultati i caccia, sia per la sorpresa dell’attacco degli aerei tedeschi, sia per la rapidità della loro azione.
Una prima bomba cadde 50 m a prora dell’incrociatore Eugenio di Savoia, sede del Comando della 7a Divisione navale, senza provocare danni. Una seconda bomba cadde vicinissima alla poppa della corazzata Italia facendo saltare, in centrale elettrica, i massimi. La nave governò, ma solo per poco tempo, con il timone rimasto alla banda, i massimi furono subito rimessi in funzione e non si verificarono altri danni.
Ore 154009. Solo a tale ora Supermarina riuscì a trasmettere al CC.FF.NN.BB, il seguente fonogramma, compilato alle ore 13.45: “Supermarina 23124 PAPA Cifr. 19. Davanti Bona troverete nave inglese o americana che indicherà porto da raggiungere (alt) armamento principale lanciasiluri per chiglia (alt) libertà di azione artiglieria antiaerea caso di attacco … ostilità da parte aerei (alt) ciascuna nave alzi pennello nero blu-scuro della massima grandezza possibile (alt) Disegnare su ponti grandi dischi neri come segnale di riconoscimento per aerei (alt) In caso di incontro navigazione notturna accendere fanali di riconoscimento e segnalare con elettrosegnalatore gruppo Gamma Alfa (alt) 134509”.
Supermarina inviò tale messaggio, che nelle sue intenzioni avrebbe dovuto essere ricevuto subito dopo quello delle 13.16, perché si rese conto che l’ammiraglio Bergamini non conosceva queste disposizioni, in quanto esse erano contenute nelle “Istruzioni Dick” che gli sarebbero state consegnate a La Maddalena. Si ritiene però che difficilmente tale messaggio sia stato recapitato all’ammiraglio Bergamini, in quanto alle ore 15.52 la Roma fu colpita dalla seconda e mortale bomba. Pertanto il messaggio ricevuto dalla stazione radio della Roma alle ore 15.40, doveva trovarsi ancora presso l’Ufficio cifra delle FF.NN.BB.
Ore 154209. Un aereo isolato, facente parte del II KG 100 raggiunse la Roma di poppa e a dritta. Sulla corazzata entrarono subito in azione le batterie da 90 mm di dritta, che erano in punteria dalle 15.20, mentre non poterono essere impiegate le torri di medio calibro da 152 mm perché gli aerei tedeschi avevano un sito molto alto. Subito dopo spararono anche le batterie di sinistra da 90 mm dato che la formazione aerea tedesca era entrata nel loro raggio di azione.
La Roma fu colpita da una prima bomba PC-1.400X nella parte centrale, sul lato destro, tra la Torre 9 e la Torre 11 delle batterie contraeree da 90 mm. La bomba attraversò l’unità per tutta la sua altezza e scoppiò poco al di sotto della chiglia, provocando l’allagamento del locale caldaie e macchine di poppa. I danni causati immobilizzarono le due motrici relative alle eliche della estrema poppa, riducendo la velocità da 22 a 16 nodi, inutilizzarono gli apparecchi della Punteria Generale per la direzione del tiro contraereo di destra, interruppero i contatti elettrici e telefonici, ivi compresi quelli del tiro contraereo, e si verificò una falla attraverso la quale imbarcò acqua. La nave si inclinò sulla destra e venne controbilanciata allagando a sinistra. Dalla manovra per invertire la rotta e lasciare il golfo dell’Asinara sono passate 2 ore mediamente alla velocità di 20 nodi quindi 40 miglia sulla rotta 285. Cerchiamo ora di individuare la posizione del Roma alle ore 13.30: presumibilmente si trovava a circa 6 miglia dal Pegaso su rotta 089 (Pertusato).
Ore 155209. Mentre la Roma stava effettuando un’accostata di 60° a sinistra, l’aereo pilotato dal sergente Kurt Steinborn, sganciò, sul sito 80° una bomba PC-1400X avendo come obbiettivo tale corazzata. Il puntatore, sergente Eugen Degan, seguì in punteria la bomba che colpì la Roma al centro-prora a sinistra. La bomba si infilò tra il torrione corazzato (dove si trovavano la Plancia Comando, la Plancia Ammiraglio nonché la Direzione di Tiro dei grossi calibri) vicino al fumaiolo di prora, la torre N. 2 dei cannoni di grosso calibro da 381 mm e l’impianto dei cannoni di medio calibro da 152 mm. La bomba scoppiò nelle vicinanze del locale motrice di prora e causò inizialmente una fuga di vapore nonché l’allagamento delle macchine di prora, le cui motrici si bloccarono. La nave quindi proseguì solo per abbrivio. Contemporaneamente deflagrò il deposito munizioni da 152 mm e per “simpatia” (termine usato in Marina per comunicare che la deflagrazione di un deposito munizioni causa la deflagrazione di un altro deposito munizioni posto nelle immediate vicinanze) deflagrò anche il deposito munizioni della Torre n. 2 dei cannoni da 381 che venne lanciata in aria.
In conseguenza della deflagrazione delle munizioni si alzò una densa colonna di fiamme e fumo che raggiunse altezze intorno ai 400 m che avvolsero completamente il torrione corazzato; la nave venne quasi sollevata in aria e ricadde immediatamente iniziando a sbandare sul lato destro. Le riservette delle mitragliere antiaeree (armadi nei quali vengono conservate le munizioni vicino ai singoli pezzi) si incendiarono. Pertanto, i proiettili in esse contenuti prendendo fuoco, vennero lanciati in aria, ferendo gravemente e uccidendo diversi marinai.
Ore 160109. L’ammiraglio Oliva, Comandante la 7a Divisione navale e imbarcato sull’Eugenio di Savoia, trovandosi in coda alla formazione e controsole – non avendo quindi la possibilità di vedere se e quale nave, in testa alla formazione, fosse stata colpita – inviò con onde corte, all’ammiraglio Accorretti, alle ore 16.01, il seguente messaggio: “Da comando 7a Divisione a Nave Veneto. Qual è la nave colpita?”
Ore 160709. L’ammiraglio Biancheri, rendendosi conto della tragica situazione in cui si trovava la corazzata Roma dette disposizione ai cacciatorpediniere della 12a Squadriglia, Mitragliere, Fuciliere e Carabiniere, di “dare soccorso al CC.FF.NN.BB.”
Ore 161009. L’ammiraglio Accorretti, Comandante della 9a Divisione navale, resosi conto che la Roma era stata colpita mortalmente ed avendo intercettato i messaggi inviati da Supermarina, così rispose, con onde ultra corte, all’ammiraglio Oliva: “Da Vittorio Veneto a Comando 7a Divisione navale – Credo nave Roma Colpita. Propongo mandare due CT salvare gente Alt Da intercettati sembra dobbiamo andare Bona 161009”.
Ore 161109. La Roma, così gravemente colpita, si capovolse spezzandosi in due tronconi che affondarono verticalmente. (Affondamento Roma: 41° 29N 07° 51’E; N.D.R.)
Nell’ affondamento della Roma persero la vita almeno 1.393 uomini su un equipaggio di 2021 unità (compreso il personale del CC.FF.NN.BB.).
Le perdite risultarono così costituite:
Equipaggio |
Forza presente a bordo |
Deceduti o dispersi |
Superstiti |
Ufficiali |
115 |
85 |
30 |
Sottufficiali |
279 |
231 |
48 |
Sottocapi e comuni |
1.627 |
1.077 |
550 |
Totale |
2.021 |
1.393 |
628 |
Il comportamento del personale della Roma, così come risulta dalle testimonianze rese dai reduci della nave alla Commissione d’Inchiesta Speciale (CIS), che viene nominata ogniqualvolta si verifica l’affondamento per motivi bellici di una nostra unità da guerra, fu esemplare fin dalla partenza della nave da La Spezia. Moltissimi furono gli episodi di abnegazione per salvare i compagni feriti o gravemente ustionati, così come fu encomiabile l’opera degli ufficiali e dei sottufficiali i quali, con la loro sicurezza e tranquillità, riuscirono a mantenere la calma e l’ordine nelle zone colpite dalle bombe e dagli incendi sviluppatisi. Molti persero la vita pur di dare soccorso ai compagni che erano rimasti intrappolati in zone della nave colpite e dalle quali non avrebbero potuto trovare scampo. Allorché fu evidente che la corazzata era ormai in procinto di affondare, gli ufficiali ed i sottufficiali avviarono verso poppa il personale, aiutando i feriti più gravi. Il tenente di vascello Agostino Incisa della Rocchetta (Direttore di Tiro dei Cannoni contraerei da 90 mm, del lato sinistro), pur essendo orribilmente ustionato al volto e alle mani, a rischio della propria vita raggiunse la Plancia Ammiraglio per cercare di portare il suo aiuto. Arrivato in Plancia constatò che sulle ali di Plancia non vi era nessuno e che le porte stagne di accesso al torrione erano chiuse dall’interno. (Infatti all’ordine “posto di combattimento” tutta la portelleria stagna veniva chiusa dall’interno dei locali). Mancandogli le forze non riuscì ad aprirle dall’esterno. Si portò allora verso poppa e, qui giunto, ordinò, come ufficiale del Corpo di Stato Maggiore più elevato in grado, l’abbandono della nave, al grido di “Viva l’Italia, viva il Re”, non appena si rese conto che non vi era alcuna possibilità di salvezza.
Sull’abbandono della Roma, così riferisce l’ammiraglio Biancheri nel suo “Rapporto”: “Accosto in modo da passare vicino alla gran nave ferita e che il fumo nasconde in parte. Chiamo la Squadriglia Mitragliere e ordino di portarsi a prestare soccorso. Sulla Roma deve essere stato dato l’ordine di abbandonare la nave, perché vedo la gente dirigersi verso poppa: senza correre, in perfetto ordine. Abruzzi e Garibaldi defilano ai due lati dell’Ammiraglia morente, rendendole il saluto con estrema commozione”.
Ore 160909. L’ammiraglio Oliva ordinò all’incrociatore Attilio Regolo ed alle torpediniere Pegaso, Orsa e Impetuoso: “Date assistenza nave colpita”.
Ore 162209. L’ammiraglio Oliva, dopo la scomparsa dell’ammiraglio Bergamini, assunse il Comando della Flotta quale ammiraglio più anziano nel grado, inviando a tutte le unità, su onda tattica, il seguente messaggio: “Assumo comando Forza Navale 162209” ed ordinò alle unità che non erano impegnate nel recupero dei naufraghi della Roma, di riordinare la formazione e proseguì la rotta verso ponente.
Ore 170009 – Solo a tale ora l’ammiraglio Oliva riuscì ad inviare a Supermarina il seguente messaggio con cifra ordinaria: “Da Comando 7a Divisione a Supermarina Nave Roma gravemente colpita ed incendiata da bombe aereo Lat 47°.70’ N Long 08°.40’ successivamente affondata (Alt) Assumo comando Forza Navale (Alt) Prego istruzioni 162009”. (Versione maltese n.d.r.)
Partendo dalle considerazioni del Capitano di fregata Imperiali, anche il punto di affondamento sembra studiato a Tavolino, mentre il punto reale più verosimile è: Lat-41°.10. N Long 08.40 E. Alle ore 185409 il Capitano di Vascello Marini trasmette: “ultimato recupero naufraghi. Ore 18.15 Mitragliere, Regolo, Fuciliere e Carabiniere dirigono Rombo 10 Vela 22 da posizione approssimata lat. 41°26’ long. 7° 48’”
Contemporaneamente l’ammiraglio Oliva riuscì a inviare a Supermarina, su Onda 54.02, anche il seguente messaggio: “Da Comando 7a Divisione a Supermarina – PAPA Chiedo istruzioni con cifrari e tabelle in mio possesso 164509”.
La Flotta proseguì con la rotta verso Ponente, in attesa delle istruzioni da Supermarina. Intanto le nostre navi continuarono a essere sottoposte ad attacchi aerei tedeschi. Risultò colpita solo l’Italia a prora, ma non gravemente, danneggiando il carrello del caccia “RE2000”.
Ore 184009 – Supermarina poté trasmettere, a tale ora, all’ammiraglio Oliva la risposta ai due messaggi delle 16.20 e delle 16.45, pur compilata alle 17.38. Se ne riporta nuovamente il testo, già citato: “PAPA Cifrato l6ter Onda A. C. Da Supermarina 57847. A 7a Divisione. 8a Divisione e 9a Divisione, confermo ordine Bona, ripeto Bona precedentemente trasmesso (alt) Riferimento 06992 odierno del Comando Forze Navali da Battaglia Destinato Comando 7a Divisione Navale per Forze Navali Battaglia e p.c. Comando 8a Divisione e p.c. Comando 9a Divisione 173809”.
Alle ore 192009 e 194009 si verificarono altri due attacchi da parte di aerei tedeschi, che rivolsero la loro attenzione specialmente sulle corazzate della 9a Divisione e sulle torpediniere inviate in soccorso dei naufraghi della Roma.
Durante tutti gli attacchi aerei le nostre artiglierie contraeree aprirono sempre tempestivamente il fuoco e, pur essendo i cannoni brandeggiati alla massima elevazione, a causa dell’alta quota a cui volavano gli aerei tedeschi (intorno ai 6.000 metri), realizzarono una valida cortina di fuoco difensivo e di disturbo.
Ore 200009. L’ammiraglio Oliva decise di “Continuare per ponente per ingannare gli eventuali ricognitori e di accostare per Sud, dirigendo per Bona, solo alle ore 21.00 e cioè a notte inoltrata”.
Ore 201509. L’ammiraglio Oliva preparò il seguente messaggio da inviare a Supermarina e che poté essere trasmesso alle 20.30: “PAPA Cifr. MC. Da Comando 7a Divisione Navale a Supermarina 0012. Seguito messaggio stesso protocollo ore 19.00 [alt] mia posizione Lat. 47°.18’ Long. 07°.26’ direttrice Ovest che manterrò fino al tramonto poi Sud salvo ordini contrari alt Domando se posso inviare CC. TT rimasti scorta navale Bona e dirigere con Navi maggiori Algeri alt Non ho potuto decifrare alcuni vostri diretti nave Roma perché privo cifrario perciò se necessario domando ulteriori informazioni 201509”.
Ore 202909. L’ammiraglio Oliva impartì l’ordine alla torpediniera Libra, che era in testa alla formazione, di dirigere su Bona con il seguente messaggio: “202909 Onda UT da Comando 7A Divisione a Nave Libra. alle 2 1.00 dirigete per Bona punta Trefittanon “.
Alle 21.00 la torpediniera Libra assunse regolarmente rotta 178° e velocità 23 nodi.
Ore 212409. Solo a tale ora l’ammiraglio Oliva riuscì a trasmettere a Supermarina il seguente messaggio compilato alle ore 19.45: “PAPA Cifr. MC onda 57,22 Da Comando 7a Divisione Navale a Supermarina. 0012 Alt Ore 15.52 Nave Roma colpita aereo tedesco presumo deposito munizioni prora, esplosa et affondata ore 16.12 alt Inviato per recupero naufraghi C.T. Mitragliere, Carabiniere, Fuciliere et Regolo et Torp. Pegaso alt Presumo dette unità abbiano molti feriti a bordo alt Domando se possono andare Bastia aut altro porto Corsica alt Prego dare ordini diretti perché non riesco a collegarmi alt Formazione navale subìto continui attacchi aerei Nave Italia colpita non gravemente 194509”.
Ore 044910. L’ammiraglio Oliva inviò con radiosegnalatore (Onde U.C.) a tutte le unità dipendenti il seguente messaggio: “Da Comando 7a Divisione a Tutti. Appena possibile e prima entrare in porto comunicate ad equipaggi ordine S.M. il Re (Alt) eseguire lealmente clausole armistizio che escludono cessioni navi a stranieri e contemplano sua vigilanza bordo. Con leale esecuzioni ordini Marina renderà Paese altissimo servizio (Alt) Mantenere contegno dignitoso e riservato nella sventura (Alt)) Dirigiamo su Bona (Alt) Siano dipinti cerchi distintivo neutrale sui ponti. Alzare grande pennello nero at incontro con navi anglosassoni. Cannoni per chiglia (Alt) Segnale riconoscimento notturno GA et fanali di via alternati”.
Ore 083810. 120 miglia a nord di Bona venne avvistata una formazione navale inglese costituita da due navi da battaglia, cinque cacciatorpediniere ed una motovedetta. Furono scambiati dei segnali tra le unità italiane ed inglesi tramite proiettore. La formazione navale italiana si fermò.
Ore 091010 – Salirono a bordo dell’Eugenio di Savoia, dopo averne avuto regolare autorizzazione, il capitano di vascello James Browning, Sottocapo di Stato Maggiore dell’ammiraglio Andrew B. Cunningham, il tenente di vascello Richard Smith e tre segnalatori.
Ore 092010. La formazione italiana, seguendo il complesso navale inglese, si rimise in moto con direzione Malta.
Ore 150010. La formazione navale venne avvicinata dal cacciatorpediniere inglese Hambledan, sul quale si trovavano l’ammiraglio Cunningham, il generale Eisenhower ed il commodoro Dick.
L’ammiraglio Cunningham, defilando con rotta opposta a quella della Squadra Navale italiana, giunto al traverso dell’incrociatore Eugenio di Savoia, fece segnalare con il lampeggiatore all’ammiraglio Oliva “Il suo rincrescimento per la perdita della Roma”. L’ammiraglio Oliva ringraziò, sempre con il lampeggiatore, per il “cortese messaggio”. Il mattino del giorno 11 le FF.NN.BB. arrivarono a Malta, dove trovarono la 5a Divisione Navale giunta da Taranto con l’ammiraglio Alberto Da Zara, il pomeriggio del giorno 10. Tutte le unità presenti a Malta passarono agli ordini dell’ammiraglio Da Zara, quale ammiraglio più anziano.
Alle ore 16.15 circa, la Regia Corazzata Roma, nel tentativo di sottrarsi dai colpi degli aerei tedeschi tentò di proseguire la navigazione a tribordo per guadagnare la costa ma non ebbe il tempo di difendersi e così, in poco tempo, colò a picco in due tronconi sul punto:
– Latitudine 041° 24′ Est – Longitudine 007° 48′ Est. – e cioè a 33 miglia (circa) a Nord/Ovest dell’Isola dell’Asinara.
Riferimento Documentazione: (1) Bollettino di Archivio dell’Ufficio Storico della Marina Militare – Anno VII – settembre 1993 – (2) Video Istituto Luce – (3) Libro di Folco Quilici “Alta profondità
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Nota di Redazione: Se qualcuno è in possesso di altra documentazione che contrasta con quanto da noi è stato rappresentato, può contattarci direttamente su redazione@guardiavecchia.net
La ricostruzione dell’Istituto Luce
La Maddalena lì, 16 Giugno 2009
1° Mllo Alberto Tinteri
1° M.llo Salvatore Califano
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24 Maggio 2013 – Trovati i relitti delle Torpediniere Da Noli e Vivaldi – (clicca)
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