CRONACA ED EVENTI

Al Tar i giochi acquatici di Spalmatore

da La Nuova Sardegna

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La Società concessionaria della Maddalena che nel 2014 e 2015 ha lavorato a Spalmatore, chiede il risarcimento a Regione e Comune

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ivan-cavenagoLA MADDALENA – Un Parco giochi acquatico che ha funzionato per due estati (2014 e 2015) e poi è stato praticamente impossibilitato a funzionare nel 2016 per le lungaggini burocratiche relative al rilascio delle autorizzazioni. Il quadro della vicenda è questo, l’ambientazione la spiaggia di Spalmatore della Maddalena. La società Emi a C, rappresentata da Ivan Marco Cavenago, ora parte all’attacco e preannuncia un ricorso al Tar che verrà fatto nei prossimi giorni in cui verranno chiamati in causa Regione Sardegna e Comune della Maddalena. Il mancato posizionamento in tempi ottimali dei giochi gonfiabili, ha determinato un danno e ora la società rappresentata da Cavenago vuole che i giudici amministrativi di piazza del Carmine a Cagliari si pronuncino sull’intera vicenda.

La storia. Tutto è iniziato nel 2013 quando la società Emi e C. presenta al servizio demanio di Tempio, competente per territorio anche sulla Maddalena, la domanda per la concessione di uno specchio acqueo utile al posizionamento di giostre gonfiabili amovibili per il periodo estivo nella località di Spalmatore alla Maddalena. L’istanza viene accolta nel luglio del 2014 e la società può occupare 1200 metri quadri di specchio acqueo richiesti. La società però viene autorizzata solo per l’anno in corso. Tutto questo mentre l’agenzia del demanio di Sassari autorizza sino al 2020 una richiesta di un’altra società per posizionare i giochi in una spiaggia di Alghero. Così Cavenago deve affrontare nuovi costi per le domande di concessione anche nel 2015 e nel 2016.

Le difficoltà del 2016. La domanda per quest’anno è stata presentata a marzo e solo il 16 agosto il servizio demanio di Tempio dà il suo diniego, a meno che il parco non si sviluppi su 200 metri quadri. Il tutto, secondo i legali della societò Emi e C, contro i contenuti stessi della domanda di concessione, identica a quella degli anni precedenti.

Il ricorso. Da qui la decisione del ricorso. Contro, intanto, la Regione, perché il Demanio è andata contro le linee guida stesse della Regione in materia di gestione del demanio marittimo. In particolare gli avvocati della società maddalenina ( Gloriana Verga e Sandra Macis) contestano l’ufficio demanio di Tempio perché non ha dato una concessione pluriennale (sei anni esattamente come prevede la Regione) che servisse a dar tempo all’impresa di crescere, a differenza di quanto è stato concesso a una analoga richiesta fatta da altra società per il Lido di Alghero dal demanio di Sassari.

Così la società è andata incontro a inutili costi di denaro, sprechi di tempo e moltiplicato attività amministrativa con ripetute richieste uguali alle precedenti. Anche il comune di La Maddalena è citato, perché dopo la richiesta di parere del Demanio all’amministrazione isolana, quest’ultima ha ritardato la risposta perché doveva ancora stilare le linee d’intesa per le concessioni demaniali. Tanto che la risposta è arrivata al Demanio solo il 5 agosto e il Demanio l’ha trasmessa alla Emi il 16 agosto.

A tempo ormai scaduto. E con una precisazione ulteriore: i gonfiabili dovranno essere posizionati oltre la linea dei cavi tarozzati. Cioè per la società Emi in posizione impossibile per poter svolgere l’attività.

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La Politica?… Parlano di cooperative, incentivi ai giovani è di politiche a favore del turismo… bla, bla, bla…

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