CRONACA ED EVENTI

Amianto killer nelle navi della Marina Militare. Risarcita con un 1 milione di euro la famiglia di un Sottufficiale

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REDAZIONEL’amianto era presente nelle navi in cui il sottufficiale Camillo Lamitola fu imbarcato e a causa di quell’amianto, l’uomo contrasse un mesotelioma di cui poi è morto. Un sottufficiale della Marina Militare, Camillo Limatola, morì a causa di mesotelioma il 1° agosto 2013.

Lo riporta il sito MeteoWeek.com.

A provocare il suo decesso è stato l’amianto, che si trovava nelle navi in cui l’uomo lavorava e anche nelle basi della Marina Militare di Napoli e della Maddalena, dove l’uomo aveva lavorato per lungo tempo. Non era stato dotato di alcun dispositivo per proteggersi, nessuna tuta né tantomeno guanti.

Ecco perché il Tribunale di Roma ha deciso di condannare il Ministero della Difesa a risarcire la famiglia di Limatola con una cifra che ammonta, nello specifico, a 1 milione e 300 mila euro, per il decesso del sottufficiale. L’uomo morì a 59 anni, poiché, per lavoro era stato molto esposto all’amianto.

È quanto ha comunicato l’Osservatorio Nazionale Amianto, alla cui guida c’è il legale Ezio Bonanni, secondo cui il verdetto è «fondamentale per il riconoscimento anche del danno psicologico sofferto dai familiari delle vittime».

Il magistrato Claudio Paturno, nel verdetto emesso il 27 luglio 2022, ci ha tenuto a precisare che dagli atti, è venuto fuori che l’amianto era spesso presente nei luoghi in cui il sottufficiale «ebbe a svolgere servizio a bordo delle navi in cui fu imbarcato». Inoltre, il magistrato ha anche voluto sottolineare «l’assenza di fornitura di tute, guanti e maschere filtranti» nonché di «adeguati sistemi di depurazione dell’aria, o sistemi di isolamento sicuro del minerale. L’attività dell’equipaggio imbarcato avveniva, inoltre, in locali abbastanza angusti, cosa che favoriva un’alta concentrazione delle fibre di amianto nell’aria».

Camillo Limatola, originario di Napoli, ha lavorato per la Marina Militare dal 1973 al 1978 nella base militare de La Maddalena. Ha poi lavorato anche a Napoli, città in cui l’uomo era nato e in cui vive attualmente la vedova. L’uomo, in seguito, si imbarcò sull’incrociatore Vittorio Veneto.

Nel 2011, contrasse un mesotelioma che purtroppo ne ha decretato la morte, senza via d’uscita. Prima di perdere la vita, era riuscito a farsi riconoscere vittima del dovere. Nella sentenza, è scritto che «anche nella sede della base della Marina Militare di Napoli il minerale era stato ampiamente utilizzato, sia in forma compatta che fibrosa, ed anche in questa sede il personale lavorava senza adeguata protezione. La situazione della base di Napoli è stata peraltro confermata dalla documentazione di indagine della Procura della Repubblica di Padova» – così ha scritto il Giudice.

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