Ecocentro di Moneta. L’inchiesta continua
L’inchiesta della Procura che riguarda lo smaltimento dei rifiuti
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LA MADDALENA – La decisione di chiudere l’Ecocentro Comunale di Moneta da parte del procuratore capo Domenico Fiordalisi, potrebbe condizionare, di fatto, la raccolta della nettezza urbana nell’arcipelago maddalenino.
Ma al momento, però, l’Ecocentro Comunale continua a svolgere il proprio servizio, sotto il controllo di un apposito custode nominato dalla stessa Procura della Repubblica, anche per evitare eventuali disguidi.
L’inchiesta che ha portato all’iscrizione di due persone sul registro degli indagati – (un dirigente e un tecnico) – fa emergere l’ipotesi una serie di reati: truffa aggravata in pubbliche forniture ai danni del Comune della Maddalena; una serie di violazioni alle normative ambientali per aver smaltito rifiuti speciali spacciandoli per indifferenziata.
Stando alle indagini eseguite dalla polizia giudiziaria, la raccolta porta a porta – che avrebbe dovuto portare alla selezione dei rifiuti da smaltire tra umido, secco, plastica, vetro e materiale cartaceo – non sarebbe stata eseguita secondo i previsti criteri di separazione. Il tutto veniva regolarmente ritirato porta a porta nelle utenze domestiche e commerciali ma una volta giunto nel centro di stoccaggio, gran parte dei rifiuti, compresi quelli organici, venivano conferiti alle discariche intercomunali di smaltimento del Cipnes di Spiritu Santu come indifferenziata.
Il trattamento finale, perciò, veniva valutato ad un costo notevolmente inferiore a quello di umido o rifiuti speciali, che avrebbe così portato ad un aumento dei costi di smaltimento, secondo quando previsto dall’elaborato contrattuale sottoscritto tra la Ciclat e il Comune di La Maddalena, con oltre 165 euro a tonnellata. Spese, alla fine dei conti, che andavano così addebitate agli utenti.
L’inchiesta, appena agli inizi, fa presagire che non sarebbero soltanto due le persone che potrebbero finire sul registro degli indagati per questa mega truffa.
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