CRONACA ED EVENTI

La Cassazione condanna gli assenteisti

da La Nuova Sardegna

comune

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LA MADDALENA – Chi si allontana dal lavoro in modo fraudolento rischia una condanna per truffa anche se le direttive aziendali non prevedono l’ obbligo di timbrare il cartellino. Mette nero su bianco la corte di Cassazione alla quale si erano rivolti due dipendenti comunali accusati di truffa aggravata e continuata.

Il gip di Tempio aveva disposto nei loro confronti il sequestro preventivo di 1000 euro e la sospensione per due mesi dal servizio.

Il tribunale del Riesame aveva confermato questa misura e i due si erano rivolti alla Cassazione. Ma il loro ricorso è stato rigettato. Con il seguente principio di diritto. «In tema di allontanamento fraudolento dal luogo di lavoro, l’eventuale insussistenza per i lavoratori di un vero e proprio obbligo di vidimare il cartellino o la tessera magnetica delle presenze giornaliere, non esclude che, qualora tale vidimazione sia comunque effettivamente compiuta ma con modalità fraudolente, tali da indurre in inganno il datore di lavoro, ricorrano gli estremi degli artifizi e raggiri che integrano il delitto di truffa».

Un principio molto chiaro. Anche se non c’è l’obbligo di timbrare il cartellino, il dipendente deve comunque rispettare gli orari di lavoro e non mettere in atto comportamenti che ingannino il datore di lavoro.

I giudici del Palazzaccio chiariscono che «non è la doverosità della vidimazione a rendere quest’ultima, se falsificata, idonea a trarre in inganno il datore di lavoro. Al contrario anche una vidimazione meramente facoltativa di un registro cartaceo o elettronico delle presenze in ufficio può ingenerare l’inganno di far risultare una presenza falsamente attestata. Ove la vidimazione dell’ingresso e dell’uscita sia meramente facoltativa – aggiungono i supremi giudici – il lavoratore può non ottemperare all’adempimento ma, qualora vi ottemperi, la falsa indicazione dell’orario di entrata o di uscita configura quindi un artifizio o un raggiro».

L’inchiesta era stata aperta quando l’amministrazione comunale aveva informato la Procura che tra il personale dipendente si erano registrati dei casi di assenteismo.

Il sostituto procuratore della Repubblica Angelo Beccu ordinò gli accertamenti agli uomini della squadra investigativa dei Carabinieri di Olbia.

I militari, nell’arco di sei mesi, individuarono alcuni dipendenti che si assentavano dal posto di lavoro senza timbrare il cartellino.

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