“La valigia dell’attore” riparte da L’ultimo pizzaiolo

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LA MADDALENA – Sogni di celluloide e un omaggio ai proiezionisti, “eroi” di un cinema che non c’è più. Sarà “L’Ultimo Pizzaiolo”, il docufilm scritto e diretto da Sergio Naitza, ad inaugurare “La Valigia dell’attore”.

La kermesse sull’isola de La Maddalena inizia il 27 luglio, alle 21.15 alla Fortezza I Colmi. Una ripartenza nel segno della speranza, della voglia di resistere e ricominciare nella Sardegna, come l’Italia, orfana delle sale cinematografiche a causa dell’ emergenza Covid.

Nell’Isola sono tutte chiuse e attualmente sono aperte solo due arene estive a Cagliari e a Santa Teresa Gallura. Da qui la scelta di Giovanna Gravina Volonté e Fabio Canu di aprire la manifestazione, in programma fino al primo agosto, con il film prodotto da Karel. “Abbiamo voluto immortalare quei luoghi prima che venissero definitivamente cancellati dal profilo urbano di città e paesi – racconta Naitza – nessuna elegia del cinema, solo la difesa di una memoria pubblica e privata che appartiene a tutti, che si riverbera nella storia sociale, economica e culturale del nostro tempo e che meritava di non essere coperta dall’oblio”.

A un anno esatto dalla post-produzione del film “la proiezione nel nostro tempo pandemico arricchisce questo lavoro di significati che non avremmo potuto né voluto immaginare – prosegue il regista- il covid ha decretato la fragilità del sistema delle sale dinanzi alla necessità di una riorganizzazione onerosa e complessa. Ma anche la fragilità del sistema produttivo internazionale: per il cinema la scommessa si gioca adesso su scenari che inevitabilmente cambieranno le vecchie regole del gioco”. La proiezione sarà introdotta dal regista, con uno dei protagonisti del film, Pino Boi, l’ultimo storico distributore di pellicole e cagliaritano verace. Il padre era proiezionista e rumorista già ai tempi del muto nel cinema Olympia del capoluogo sardo, e Pino, oltre a seguire le orme paterne poi abbandonate, è stato fattorino, magazziniere, distributore.

Ne “L’ultimo pizzaiolo” alla sua voce si intrecciano quelle di altri proiezionisti: tre “pizzaioli”, ultimi sacerdoti di un rito laico, un mestiere reso obsoleto dalla tecnologia e che Sergio Naitza con un segno poetico e raffinato, sottrae all’oblio, consegnandolo alla memoria.

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