Naufraghi, con l’imbarcazione che non poteva fare la traversata
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OLBIA – Dopo il grande spavento e il danno subito per l’affondamento dell’imbarcazione, ora i due naufraghi – Vitiello e Spanu – dovranno fare i conti con la Guardia Costiera che, a seguito dei sommari accertamenti ancora in corso, hanno scoperto che l’imbarcazione era abilitata alla navigazione entro le 6 miglia dalla costa, perciò: l’imbarcazione Caimano non avrebbe potuto compiere la traversata nel Tirreno.
Erano partiti da Porto Ercole con destinazione La Maddalena intorno alle 23.30 di martedì 23 ottobre a bordo dell’imbarcazione, modello Caimano che doveva servire per avviare una piccola attività a La Maddalena, ma il giorno successivo, intorno alle 12, l’inaspettato naufragio nel bel mezzo del Tirreno.
Dai racconti degli stessi naufragi – Spano e Vitiello – la loro imbarcazione aveva cominciato a imbarcare acqua a causa della rottura di una tavola. Immediatamente hanno cercato di lanciare l’allarme, ma nessuno ha captato il loro myday. Quindi si sono trovati costretti ad abbandonare l’imbarcazione, utilizzando così una zattera galleggiante per ciascuno. La loro posizione era 50 miglia dalla Sardegna.
Ma a dare l’allarme alla Guardia Costiera ci hanno pensato le loro famiglie preoccupate per l’assenza di notizie. Le ricerche della guardia costiera sono scattate immediatamente, giovedì 25 ottobre, con un elicottero e varie motovedette partite dalla Sardegna e dalla Toscana.
Dopo 55 ore dal naufragio, venerdì 26 ottobre, finalmente sono stati trovati in condizioni di stremo che galleggiavano sorretti dalle zattere: Spano è stato recuperato da un elicottero mentre Vitiello da una motovedetta.
Ora, però, dovranno spiegare all’Autorità Marittima perchè hanno navigato oltre le sei miglia dalla costa… con quella imbarcazione.
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