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Ospedali Sardi. I margini per la deroga ai Punti Nascita ci sono, basta richiederli. Ma al Ministero della Salute non è ancora pervenuta alcuna richiesta

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LA MADDALENA – L’art. 1 del DM 2 aprile 2015 n. 70, (vedi) – cita testualmente: “Gli standard qualitativi, strutturali, tecnologici e quantitativi delle strutture dedicate all’assistenza ospedaliera sono individuati nell’Allegato 1 che costituisce parte integrante del presente decreto”.

Al punto 9.2.2. del suo allegato, si legge ancora:

“Presidi ospedalieri in zone particolarmente disagiate”Le regioni e le provincie autonome di Trento e di Bolzano possono prevedere presidi ospedalieri di base per zone particolarmente disagiate, distanti più di 90 minuti dai centri hub o spoke di riferimento (o 60 minuti dai presidi di pronto soccorso), superando i tempi previsti per un servizio di emergenza efficace. I tempi devono essere definiti sulla base di oggettive tecniche di misurazione o di formale documentazione tecnica disponibile. Per centri hub and spoke si intendono anche quelli di regioni confinanti sulla base di accordi interregionali da sottoscriversi secondo le indicazioni contenute nel nuovo patto per la salute 2014-2016.

Tali situazioni esistono in molte regioni italiane per presidi situati in aree considerate geograficamente e meteorologicamente ostili o disagiate, tipicamente in ambiente montano o premontano con collegamenti di rete viaria complessi e conseguente dilatazione dei tempi, oppure in ambiente insulare. (…n.d.r. – come, per esempio, l’Isola di La Maddalena.)

Nella definizione di tali aree deve essere tenuto conto della presenza o meno di elisoccorso e di elisuperfici dedicate.

In tali presidi ospedalieri occorre garantire una attività di pronto soccorso con la conseguente disponibilità dei necessari servizi di supporto, attività di medicina interna e di chirurgia generale ridotta. Essi sono strutture a basso volume di attività, con funzioni chirurgiche non prettamente di emergenza e con un numero di casi insufficiente per garantire la sicurezza delle prestazioni, il mantenimento delle competenze professionali e gli investimenti richiesti da una sanità moderna.

Tali strutture devono essere integrate nella rete ospedaliera di area disagiata e devono essere dotate indicativamente di:

  • un reparto di 20 posti letto di medicina generale con un proprio organico di medici e infermieri;
  • una chirurgia elettiva ridotta che effettua interventi in Day surgery o eventualmente in Week Surgery con la possibilità di appoggio nei letti di medicina (obiettivo massimo di 70% di occupazione dei posti letto per avere disponibilità dei casi imprevisti) per i casi che non possono essere dimessi in giornata;
  • la copertura in pronta disponibilità, per il restante orario, da parte dell’equipe chirurgica garantisce un supporto specifico in casi risolvibili in loco;
  • un pronto soccorso presidiato da un organico medico dedicato all’Emergenza-Urgenza, inquadrato nella disciplina specifica così come prevista dal D.M. 30.01.98 (Medicina e Chirurgia d’Accettazione e d’Urgenza) e, da un punto di vista organizzativo, integrata alla struttura complessa del DEA di riferimento che garantisce il servizio e l’aggiornamento relativo.

E’ organizzata in particolare la possibilità di eseguire indagini radiologiche con trasmissione di immagine collegata in rete al centro hub o spoke più vicino, indagini laboratoristiche in pronto soccorso.

E’ predisposto un protocollo che disciplini i trasporti secondari dall’Ospedale di zona particolarmente disagiata al centro spoke o hub.

E’ prevista la presenza di una emoteca.

Il personale deve essere assicurato a rotazione dall’ospedale hub o spoke più vicino.

Relativamente alla questione Punti nascita, esiste poi uno specifico “Protocollo Metodologico per la valutazione degli stessi”, emesso dallo stesso Ministero della Salute – (vedi).

Premesso quanto detto… l’on. Mara Lapia – M5S, che sta seguendo la difficile questione degli Ospedali della Sardegna, dopo aver recentemente, (16 nov u.s.), visitato il presidio ospedaliero maddalenino ha annunciato che tra il 5 e l’8 dicembre prossimi si recherà a Tempio per visitare anche questo presidio ospedaliero.

l’On. Lapia, membro della commissione sanità del Ministero della Salute, interviene sulla sua pagina Facebook attaccando l’Assessore Regionale Arru, parlando della complicata questione dei Punti Nascita in Sardegna al di sotto dei 500 parti annui, una vertenza sanitaria che riguarda – evidentemente – il Presidio Ospedaliero di Tempio e di La Maddalena e per la quale, sostiene l’on.le Lapia, non è stata data rilevanza da alcun giornale sardo:

«Lunedì pomeriggio – (19 novembre u.s.) – presso il Ministero della Salute, si è tenuto un incontro di circa un’ora e mezza tra i sindaci di Maddalena, Lanusei, Bosa, Ghilarza, Muravera, Sorgono e Isili da una parte, e il Direttore Generale del Ministero della Sanità Dott. Urbani, il vice-capo di gabinetto e il capo della segreteria della Ministra Grillo dott. Iachino e dott. Spirandelli.

Inizio dai ringraziamenti. Ringrazio il dott. Urbani per la disponibilità e pazienza avuta nell’ascoltare con attenzione tutti i convenuti e per aver fornito risposte puntuali ed esaustive. Ringrazio i sindaci perché hanno accettato tutti di buon grado il mio invito, sottraendo una intera giornata alle loro gravose incombenze. Sono contenta che abbiano potuto verificare che non potevano incontrare persone più preparate e più addentro alla materia oggetto di discussione (Il DM 70). Questo per mettere a tacere chi ha cercato di gettare discredito sull’incontro in questione nel tentativo di indurre qualche sindaco a non partecipare. Non avendo avuto la sensibilità politica e la capacità di organizzare una cosa simile in passato, non avevano altra possibilità che tentare di screditare il lavoro altrui.

L’incontro, a detta dei sindaci stessi, è stato molto utile, e tutti hanno avuto modo di esporre le criticità del proprio presidio territoriale e porre domande di carattere tecnico sulle possibili soluzioni.

Per ovvi motivi non è possibile fare un rendiconto puntuale di quanto ci si è detti. Ma una cosa è emersa con forza: questo governo, che ha ereditato il Decreto Ministeriale 70/2015 dal precedente, non ha alcun pregiudizio nei confronti dei piccoli ospedali delle zone disagiate, ed è quindi assolutamente disponibile a concedere le deroghe, secondo quanto previsto dal decreto stesso. Questo a maggior ragione in virtù del fatto che la Sardegna sostiene in autonomia il costo del proprio sistema sanitario.

Il “problema” è che queste deroghe anzitutto devono essere richieste dal nostro Assessore alla Sanità, cosa che non è stata fatta nonostante fosse stato promesso il contrario. In secondo luogo, tali richieste di deroga devono essere corredate da documenti e dati che sostengano e giustifichino quanto richiesto, in modo da consentire ai tecnici valutatori di poter decidere in maniera informata.

Invece, come si può evincere da un estratto della lettera del Ministero alla giunta regionale, viene scritto che: “Nell’ambito delle reti tempo dipendenti, si raccomanda di includere l’analisi dei tempi di percorrenza, calcolata anche con la metodologia di analisi e di rappresentazione grafica (c.d. georeferenziazione)”. Anche questa cosa non fatta! Mi chiedo… come si può sostenere e motivare adeguatamente la necessità di tenere aperti alcuni reparti/servizi, se non proprio in funzione dei lunghi tempi di percorrenza in strade e territori tutt’altro che agevoli?

Personalmente vivo due sentimenti contrastanti tra loro. Sono orgogliosa di aver portato questa battaglia politicamente trasversale, cominciata con le mie visite agli ospedali sardi, fino alle stanze del Ministero. Amareggiata per aver trovato conferma ai sospetti che l’impegno dell’attuale giunta regionale nei confronti della difesa del diritto alla salute di tutti i sardi sia stato inconsistente.

Continuerò la mia battaglia con altre ispezioni negli ospedali sardi, piccoli e grandi, per perseguire l’obiettivo che mi sono posta fin dal giorno del mio insediamento, ovvero quello di migliorare la sanità a beneficio di tutti i sardi.

P.S.: Questo post è stato scritto due giorni fa e inviato ai giornali per la pubblicazione. Evidentemente non è stato giudicato degno di interesse dei lettori, almeno non quanto quello che scrive e dichiara l’Assessore Arru, che, ad esempio, ha trovato spazio due volte in due giorni su La Nuova Sardegna. Prendo atto con piacere che l’Assessore, suo malgrado sbugiardato da me, dal ministero e ora anche dai sindaci, ha deciso di scrivere alla Ministra Grillo per “chiedere l’avvio della procedura di richiesta in deroga del mantenimento di alcuni punti nascita con meno di 500 parti/anno”.

Assessore – (scrive l’on.le Lapia all’on. ARRU…) – non deve scrivere lettere alla Grillo, deve semplicemente fare la richiesta di deroga. Basta con la strategia del “fumo negli occhi”. Inutile dirLe che non crediamo più alle promesse e agli annunci che tempestivamente la stampa Le pubblica, ma valuteremo i fatti e Le staremo col fiato sul collo.

Mi permetta solo di far notare ai sardi, e anche a Lei, che questa sua lettera giunge a soli 3 giorni di distanza dall’incontro da me organizzato con 7 sindaci sardi presso il Ministero della Sanità. Coincidenze? Ma non doveva essere un incontro inutile?

Prego di condividere questo post, come quelli che farò in futuro, perché a quanto pare la stampa non li ritiene meritevoli di pubblicazione. Grazie – f.to Mara Lapia»

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Non si fa attendere la risposta dell’Assessore Arru…

E dalla segreteria dell’assessore regionale alla Sanità Luigi Arru, arriva subito la risposta all’on.le Mara Lapia: “Buongiorno, mi è stato segnalato questo post dell’Onorevole Lapia, deputata M5S, che non accetta di incontrarmi per un dibattito pubblico.

Afferma che sono stato sbugiardato dal Ministero della Salute. Ho chiamato il Dr Urbani per chiedere se rispetto alle interlocuzioni che vanno avanti da oltre un anno ci fosse qualcosa di nuovo sul DM 70 e sulla Delibera della Rete Ospedaliera della Sardegna. Nessuna novità, mi ha risposto. Proviamo a capire le cose. La deroga per i punti nascita deve essere chiesta in base ad una norma del 2010 (non c’entra PD o altro…) che afferma che è necessario avere almeno 500 nascite. Il numero è già una deroga italiana alla indicazione dell’Organizzazione Mondiale Sanità che indica 1000 parti all’anno.

La norma afferma che la deroga deve essere presentata al Comitato Nazionale Percorso Nascita. Una volta richiesta la deroga, in attesa delle conclusioni della procedura il punto nascita deve essere chiuso! Il che avrebbe significato chiudere: Alghero, San Gavino, Lanusei, Tempio, La Maddalena. Ripeto, presentata la richiesta al Comitato Nazionale, in attesa della procedura il centro si deve chiudere!!

In accordo con forze di maggioranza ho manifestato la volontà POLITICA di chiedere la deroga, che ripeto è una procedura tecnica analizzata da ginecologi, pediatri, etc! Per quanto riguarda gli ospedali di sede disagiata non si richiede deroga ma si presenta una delibera approvata dal consiglio regionale che ha utilizzato l’art. 3 del regolamento DM 70, che prevede che regioni a statuto speciale per motivi geografici, viabilità, etc., possono superare le indicazioni DM70. Per poter superare i limiti del DM 70 un ospedale deve essere situato ad una distanza di 90’ dal DEA di riferimento o 60’ dal Pronto Soccorso.

L’Ospedale di Ghilarza dista 20’ da Oristano e 40’ da Nuoro. Non è stato chiuso! Ad Iglesias i 2 ospedali distano a 50’ da Cagliari e 20’ da Carbonia: non sono stati chiusi! L’Ospedale di Lanusei è distante 60’ da Nuoro, con un dimensionamento per popolazione di oltre 100.000 abitanti, nonostante siano 56.000 abitanti! L’Ospedale di Tempio dista 60’ da Olbia, distretto di 80.000 abitanti dichiarato ospedale di Base!!

Sono pronto a scrivere ospedale per ospedale nello specifico. Nessuna chiusura, nessun taglio, ma una delibera che parla di reti per dare un ruolo e una funzione a tutti gli ospedali nell’interesse di tutti i sardi!! Io non insulto nessuno Onorevole, non personalizzo; la invito di nuovo ad un dibattito pubblico con giornalisti equidistanti” – (Luigi Arru)

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L’amarezza e la delusione del sindaco Montella…

Dopo questo incontro a Roma, per quanto riguarda il presidio Ospedaliero di La Maddalena, il sindaco Luca Montella ha subito puntato il dito contro l’assessore regionale alla Sanità, Luigi Arru colpevole, a suo dire, di non aver ancora presentato la deroga per il punto nascita dell’ospedale maddalenino, chiuso ormai da tempo perché sotto i 500 parti annui così come prevede la legge… nonostante i numerosi proclami avvenuti tempo addietro da parte dello stesso Arru… e nonostante più volte sollecitato anche dal consigliere regionale di maggioranza Pierfranco Zanchetta, con le varie interrogazioni e interpellanze presentate in Consiglio Regionale.

«Non c’è uno straccio di documento al ministero…», aveva tuonato Montella all’uscita dal vertice e dall’assessorato regionale alla Sanità, …ciò fa quindi capire che alla Maddalena non esiste nessuna emergenza sanitaria e che la richiesta di deroga del Punto Nascita è semplicemente un aspetto tecnico che non compete alla politica, contrariamente, invece, quanto stabilito dallo stesso DM 70…

Per non parlare poi – ricorda il Sindaco Montella – della Camera Iperbarica, costata un sacco di soldi, che alla Maddalena viene utilizzata solo per le cure di ossigenoterapia. Le emergenze vengono dirottate a Cagliari, con l’ulteriore spreco di denaro per il trasporto in elicottero. Il Comune ritiene che almeno d’estate la Camera dovrebbe essere attiva 24 ore su 24, visto l’elevato numero di Centri Diving e i potenziali casi di embolia legati alle numerose immersioni che gravitano nel mare di Gallura, oltre che nell’Arcipelago.

Nel frattempo, i cittadini di La Maddalena e di Tempio Pausania – che si danno il turno durante il giorno e la notte – sperano che la loro protesta convinca la Regione ad avere più attenzione verso queste comunità disagiate che sono ormai in piena emergenza sanitaria e che rivendicano il diritto alla salute e, per quanto riguarda La Maddalena, stanno anche vivendo l’ulteriore disagio insopportabile dell’insularitá.

Alla fine… Polemiche su Polemiche… ed ancora non viene fatta alcuna richiesta al Ministero della Salute. Perchè?

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