Sardegna. Medici militari e medici di base per accelerare sui vaccini
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ANSA – Purtroppo la Sardegna risulta sempre ultima in Italia per vaccinazioni, al momento risulta somministrato solo il 72,6% delle dosi ricevute (185.789 su 255.770).
(ndr) – Da segnalare che a La Maddalena, però, l’organizzazione messa in piedi dal Comune e dall’Ospedale Paolo Merlo, con l’ausilio dei medici di base, sta comunque funzionando in maniera egregia.
Ma l’assessore regionale alla Sanità Mario Nieddu precisa: “Noi siamo in linea con le indicazioni del governo, continuiamo a conservare il 30% delle scorte perché vogliamo garantire la seconda dose. Altre Regioni non prendono le stesse precauzioni, e qualora fosse richiesto, la Sardegna non sarà disposta a cedere le dosi che ha conservato“.
A quanto pare, però, in Sardegna c’è bisogno di una spinta, che da un lato arriverà dal generale Figliuolo, dall’altra si baserà sull’apporto dei medici di base.
I medici militari che parteciperanno alla campagna vaccinale saranno “gli stessi già impegnati nella campagna di screening“, spiega Nieddu. Quanto agli orari di funzionamento dei quattro grandi hub attivi, la Regione attende una risposta dell’Esercito sulla sua collaborazione per garantire l’operatività fino a mezzanotte.
Per quanto riguarda i medici di famiglia: l’accordo ancora non c’è, ma la Regione avrebbe incassato la disponibilità di tutte le sigle sindacali, bisogna limare gli ultimi dettagli per definire l’intesa.
Nel frattempo, in attesa dell’inaugurazione del nuovo punto di vaccinazione a Oristano, potrebbero presto arrivare da Roma due grandi tensostrutture della Croce Rossa italiana messe a disposizione dalla struttura commissariale e in grado di somministrare circa 1.500 dosi al giorno.
Sardegna però è al palo anche sui soggetti fragili, parliamo dell’immunizzazione delle persone – anche più giovani – con patologie che le espongono a maggiori rischi in caso di infezione. Su tutti gli oncologici.
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