POLITICA

Decreto Pa. Nella bozza 3mila assunzioni. Stabilizzati i precari di Comuni, Province e Regioni

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REDAZIONEAssunzioni nella Pa, stabilizzazioni per chi lavora nel pubblico da tre anni, l’assorbimento dell’Ispettorato del lavoro con il passaggio delle competenze al Ministero, che però smentisce e cataloga come “vecchia” la bozza in circolazione.

Lo ha reso noto il quotidiano La Repubblica.

Sono alcuni dei temi contenuti sul decreto per la Pubblica amministrazione, che si interseca solo in piccola parte con le esigenze di rafforzare la macchina del Pnrr che corre dietro i ritardi nell’esecuzione del Piano nazionale di ripresa e resilienza. Confermato il commissariamento del Formez, l’associazione inhouse della Pa che gestisce i concorsi pubblici.

Il decreto con le “Disposizioni urgenti per il rafforzamento della capacità amministrativa delle amministrazioni pubbliche” con ogni probabilità non sarà nel Cdm di giovedì, dove era atteso in un primo momento: dovrebbe invece entrare un provvedimento sulla crisi della siccità. Nella bozza che circola in queste ore ci sono interventi che vanno dal rafforzamento della pubblica amministrazione e della capacità amministrativa degli enti locali alle disposizioni urgenti per il funzionamento della Lega italiana per la lotta contro i tumori. Si prevede, fra l’altro, anche un monitoraggio delle riforme per la pubblica amministrazione, e ci sono disposizioni in materia di servizio di pubblica utilità del numero 1500 e salvaguardia dei livelli occupazionali necessari al suo funzionamento, nonché modifiche alla disciplina dell’Inviato speciale per il cambiamento climatico.

Il capitolo delle assunzioni vale circa 3mila persone. Numero che proprio Palazzo Chigi, però, ridimensiona facendo sapere che il testo in circolazione somma semplicemente le proposte dei singoli ministeri. Richieste che sono in corso di approfondimento e soprattutto di verifica sulle coperture finanziarie. Un esercizio che porterà a numeri finali “fortemente ridimensionati”, viene spiegato, sottolineando che il governo è impegnato a garantire la funzionalità delle amministrazioni in un quadro di equilibrio e di efficienza. Per il momento, nei testi si scorgono attorno a 1.700 sono straordinarie e un migliaio, fra il 2023 e il 2026, per le forze dell’ordine. Scorrendo le tabelle allegate alla bozza, oltre un migliaio sono destinate ai Ministeri, fra dirigenti, funzionari e assistenti: 301 all’Interno, 11 alla Cultura, 20 alle Infrastrutture, 210 agli Esteri, 103 all’Agricoltura, 4 all’Ambiente, 4 a Università e ricerca, 2 al Ministero per imprese e made in Italy, 350 funzionari a quello del Lavoro, 142 al Turismo, 49 alla Salute.

Il decreto prevede inoltre che, “in via straordinaria, esclusivamente per l’anno scolastico 2023/2024”, i posti di insegnante di sostegno che rimangono non coperti “dopo le immissioni in ruolo effettuate a legislazione vigente”, vengano assegnati con contratto a tempo determinato ai docenti inclusi nella prima fascia delle graduatorie provinciali per le supplenze, o negli elenchi aggiuntivi alla prima fascia ai quali possono iscriversi coloro che conseguono il titolo di specializzazione entro il 30 giugno 2023. L’insegnante può essere assunto solo nella provincia in cui si trova in graduatoria. Svolto il percorso di formazione, e superata la prova di esame (una lezione simulata davanti al comitato di valutazione) l’insegnante viene assunto a tempo indeterminato.

C’è anche la disposizione che riguarda le stabilizzazioni dei precari, che in questo senso intercetta quanto segnalato a livello locale dalle amministrazioni. E, cioè, che è difficile trovare i tecnici qualificati per seguire i progetti del Pnrr, considerando che si tratta di impieghi a tempo e questi profili preferiscono prendere altre strade. Le stabilizzazioni sono consentite nel limite della pianta organica e con un colloquio. “Le regioni, le province ed i comuni, fino al 31 dicembre 2026, possono procedere, nei limiti dei posti disponibili della vigente dotazione organica, alla stabilizzazione, nella qualifica ricoperta, previo colloquio selettivo e all’esito della valutazione positiva dell’attività lavorativa svolta, del personale non dirigenziale assunto a tempo determinato che abbia prestato servizio per almeno 36 mesi. Le assunzioni di personale di cui al presente articolo sono effettuate a valere sulle facoltà assunzionali di ciascuna amministrazione disponibili a legislazione vigente all’atto della stabilizzazione”, si legge nella bozza.

Tra gli interventi presenti nella bozza c’è anche la cesura sull’Ispettorato nazionale del lavoro, le cui competenze sono assegnate al Ministero del lavoro e delle politiche sociali attraverso una riorganizzazione in due dipartimenti denominati “Dipartimento per le politiche del lavoro e sociali” e “Dipartimento per le attività ispettive”. Un passaggio che però al Ministero stesso viene smentito: il testo in circolazione viene definito “vecchio” e superato.

Viene commissariato il Formez, l’ente inhouse della Pubblica Amministrazione che gestisce una buona parte dei concorsi pubblici. Viene nominato commissario straordinario con compiti di riorganizzazione dell’ente entro 60 giorni il Capo del Dipartimento della Funzione Pubblica della Presidenza del Consiglio dei ministri.

Novità anche per i temi ambientali con il Ministro dell’ambiente e della sicurezza energetica e il Ministro degli affari esteri e della cooperazione internazionale che nominano “l’inviato speciale per il cambiamento climatico” per partecipare agli eventi e ai negoziati internazionali sul tema. La figura verrà scelta “anche fra estranei alla pubblica amministrazione e in possesso di adeguata professionalità ed esperienza per ricoprire l’incarico” e gli verrà “corrisposto un compenso determinato dal Ministro dell’ambiente e della sicurezza energetica, fermo restando il rispetto dei limiti stabiliti” dal decreto del 2011 che fissa il tetto massimo a 240mila euro.

Tornano poi alcune misure per il turismo, e in particolare l’Enit si costituisce come società (Spa) con una dotazione di capitale di 10 milioni di euro, in mano al Mef. L’obiettivo è “rendere più incisiva e razionale l’attività di supporto svolta da ENIT – Agenzia nazionale per il turismo che tenga conto delle specificità del settore e delle potenzialità dell’offerta turistica nazionale, così da potenziarne la attrattività anche attraverso adeguate forme di destagionalizzazione, diversificazione dell’offerta, valorizzazione mirata di strutture e siti con spiccata vocazione verso tali forme di domanda turistica, nonché formazione specialistica degli addetti ai servizi e sviluppo di un ecosistema digitale per la più efficiente e razionale fruizione dei beni e servizi offerti in tali settori”.

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