Esercitazioni Nato in Sardegna: 600 manifestanti in corteo di protesta

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RECENSIONE STAMPA

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CAGLIARI – Quattromila soldati provenienti da sette paesi della Nato si esercitano in questi giorni in Sardegna in simulazioni di guerra. Sessantacinque le navi che circondano le coste dell’isola. Impegnati anche caccia, elicotteri, sottomarini e reparti anfibi con mezzi da sbarco e veicoli d’assalto. Un’ordinanza firmata dallo stato maggiore della Difesa ha dato il via, dieci giorni fa, a un’imponente manovra, cui è stato dato il nome di «Mare aperto». Si andrà avanti sino al 27 maggio.

Tre settimane di fuoco, con proiettili, bombe e missili Impiegati dalla forze armate. Teatro dell’esercitazione, come sempre, i tre principali poligoni militari sardi:

  • Quirra
  • Capo Frasca
  • Teulada

Ma stavolta lo schieramento di forze è talmente vasto che la Difesa ha pensato bene di bloccare anche altri siti fuori delle basi permanenti. Un’ordinanza della Capitaneria di Porto di Cagliari ha infatti vietato l’accesso a diciassette aree a mare, vicino ad alcune delle spiagge più note:

  • Poetto
  • Villasimius
  • Cala Pira
  • Capo Ferrato
  • Porto Pino
  • Porto Corallo

Su questi arenili, si legge nell’ordinanza della Capitaneria di Porto, «sono vietati il transito, la sosta, la navigazione, l’ancoraggio di ogni tipologia di unità navale, comprese quelle da diporto, nonché le immersioni, la balneazione, la pesca ed i mestieri affini».

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La protesta di oggi

Sono 3 gli autobus arrivati da Cagliari assieme a diverse auto al seguito: sono circa 600 i manifestanti che si sono ritrovati in piazza a Sant’Anna Arresi, nel Sulcis, per il corteo di protesta contro le esercitazioni Nato Mare Aperto 2022, in corso davanti al poligono di Teulada sino al 27 maggio.

Diversi movimenti antimilitaristi e le forze indipendentiste sarde chiedono lo stop ai “giochi di guerra” e all’imponente presenza delle servitù militari nell’Isola, dove 35mila ettari di territorio sono vincolati dai militari e dove ci sono i tre poligoni più grandi d’Europa, Quirra-San Lorenzo, Capo Frasca e appunto Teulada.

I manifestanti sono arrivati fino al secondo ingresso del poligono militare di Teulada e per due volte hanno cercato di avvicinarsi alla recinzione che delimita la base ma hanno desistito davanti al massiccio schieramento di Polizia, Carabinieri e Guardia di Finanza.

Il corteo è poi tornato verso Sant’Anna Arresi. La coda dei manifestanti, con caschetti e uno striscione fatto di scudi, è avanzata camminando all’indietro e scandendo slogan contro le forze dell’ordine. 

Nessuno scontro, ma solo un’azione simbolica: sono stati tranciati circa 5 metri della recinzione della base. 

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L’attacco al Comando Militare dell’Esercito a Cagliari

Dopo giorni di polemiche la tensione si è ulteriormente alzata venerdì notte quando un gruppo di persone – che hanno agito a volto scoperto – ma ancora da identificare ha lanciato una molotov e palloncini pieni di vernice rossa contro il Comando militare dell’Esercito in via Torino a Cagliari: le indagini della Digos si stanno orientando su gruppi anarchici-antagonisti,.

A disposizione degli inquirenti i video delle numerose telecamere di sorveglianza ma anche quelli di alcuni testimoni che con i telefoni cellulari hanno ripreso la fase conclusiva del blitz.

Il raid è stato condannato da tutto il mondo politico, dalla presidente del Senato Elisabetta Casellati, dal ministro della Difesa Lorenzo Guerini, per arrivare al presidente della Regione Sardegna Christian Solinas e anche dall’Anpi: “Gesti come questo – dicono dall’associazione dei partigianinon sono compatibili con la richiesta, che pure l’Anpi ha avanzato, di uno stop delle esercitazioni militari in corso nei mari e nei poligoni del sud dell’Isola“.

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