SEGNALAZIONI ED OPINIONI

La putrida Posidonia sulle spiagge

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LA MADDALENA – La “Posidonia” è classificata dalla legge un rifiuto speciale. Tutti continuano a rovellarsi la testa, tra polemiche politiche e strascichi giudiziari di ogni tipo, quando invece la soluzione è a pochi passi da noi… e dal buon senso, peraltro novellato dalle vigenti normative.

A La Maddalena, ogni anno, nasce questo problema: gli arenili vengono invasi dalla Posidonia che però viene sistematicamente lasciata marcire sulle stesse spiagge sino a raggiungere limiti di vera e propria putrefazione; altamente mal-odorante, nessuno si degna di attivare le normali procedure di rimozione e/o trattamento della stessa, così come invece viene indicato dalle varie direttive di riferimento che danno indicazioni ben precise.

A quanto pare, tra i numerosi cavilli burocratici e le molteplici complicazioni… – (della solita “supercazzola” con ad essa inclusa la “Scienza e la Tecnica dedotta”) – …le varie entità locali non riescono a cavarne piede.

Come è noto, le foglie di “Posidonia” – già in passato – sono state utilizzate altrove come isolante nella costruzione dei tetti, come lettiera per il bestiame o per imballare materiali fragili e venivano chiamate anche “alghe dei vetrai“. In farmacologia, addirittura, queste foglie venivano usate per curare infiammazioni e irritazioni.

In alcune aree del Mediterraneo, ancora oggi, queste foglie vengono usate anche nell’alimentazione del bestiame ed attualmente si sta analizzando la possibilità di utilizzarle, dopo i dovuti trattamenti particolari, per la concimazione in serricultura e la produzione di biogas.

A questo proposito, vorrei richiamare un esempio di intelligente intervento messo in atto nella cittadina di Olmedo – a pochi chilometri da Alghero e a pochi passi da noi: la cooperativa Acanthuscomposta da professionisti specializzati in attività ambientali – ha ottenuto il Brevetto Europeo per un macchinario che risolverebbe proprio il sistema di raccolta sostenibile ed ecocompatibile della Posidonia. Non solo, questo pool multidisciplinare di esperti ha lavorato su questo progetto giungendo ad un perfezionamento dello stesso sistema che va ad utilizzare la Posidonia per rendere più ricco di minerali – (e altre caratteristiche) – un concime vegetale per le coltivazioni biologiche.

Perchè, allora, non raccogliere anche noi la Posidonia e venderla per questi Scopi, ricavandone persino profitto?

Ma in alternativa a queste possibilità intelligenti, rese note dalla sopra citata Cooperativa Acanthus di Alghero, rimane comunque il fatto che la Posidonia è classificata – dalla vigente normativa – un rifiuto speciale: lasciata sulla spiaggia sino alla sua decomposizione, diventa un vero e proprio ricettacolo di zecche e altri animali vari, certamente pericolosi per la salute pubblica.

Qui a La Maddalena, come sembra, da alcuni anni si continua ancora tra le polemiche.

Un nostro concittadino, dopo essersi rimorchiato anche una denuncia per aver “spostato” parte del “rifiuto speciale Posidonia”, ben documentando la “schifosa” situazione inascoltata da tutti, si è ora rivolto all’Assessorato all’Ambiente della Regione Sardegna per conoscere come fare per rendere la spiaggia fruibile a tutti.

Ebbene, la Regione Sardegna – scrivendo anche ai vari Enti interessati – a firma dell’Assessore Donatella Spanu, così ha risposto:

Detto ciò, quale commento può dedursi?

Senza alcuna polemica di sorta… si auspica che chi di dovere, a partire da quest’anno, possa finalmente intervenire nei termini più idonei, facendo rimuovere questa putrida spazzatura dalle spiagge e rendendole finalmente fruibili a tutti… e – soprattutto – a quelle migliaia di turisti che ogni anno visitano il nostro Arcipelago.

(Alberto Tinteri)

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