Le alghe a Caprera: una schifezza!
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Dal Campo di patate di Garibaldi al Campo di Alghe spazzatura
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LA MADDALENA – Geniale e abile sul campo di battaglia, così anche sui campi di Caprera. Giuseppe Garibaldi si dedicò con amore e sacrificio a realizzare la sua azienda agricola di Caprera. Decine di ettari che strappò al granito, alla macchia mediterranea e al maestrale per farne agrumeti, uliveti, vigne e distese di erbe medicinali.
E così, da quando si arrivò a Caprera, non si fece altro che parlare del Generale e la sua passione per l’agricoltura e l’ambiente.
Ma, purtroppo, non è più così ai tempi d’oggi.
Senza il Generale, che ne ha sempre dato lustro, oggi Caprera è invece una mina vagante soprattutto sotto l’aspetto della sicurezza:
- strade ristrette e mal percorribili, – (figuriamoci in caso di fuga per Incendio…)
- alghe mal odoranti ammucchiate sulle spiagge,
- ginghiali che transitano pericolosamente da tutte le parti e sentieri poco curati… etc, etc.
Nonostante i vari tentativi dell’Amministrazione Locale e dello stesso Ente Parco a voler dare un pò d’ordine a questa “difficile e penosa situazione“, qualcuno – dalle Foreste dei tavolini di Sardegna – si oppone sempre… (senza ne capo e ne coda…)
Addirittura, sembrerebbe, non viene permesso neppure il posizionamento dei paletti stradali per la dovuta segnaletica…
La situazione più indecente, però, la riscontriamo sulla presenza di queste brutte strane alghe (posidonia) mal odoranti, la cui legge ne vieta l’asportazione e, alla faccia della salute pubblica, ne pretende la sua invasione proprio in alcune più belle spiagge di Caprera, come quella dei Due Mari e Punta Rossa.
Quest’anno – pensate, sono stati spesi circa 26 mila euro per – (solamente) – spostare questa posidonia dalle spiagge ed ammucchiarla ai lati, generando forti mal odori in tutta la zona e rendendo così impraticabili le bellissime spiagge da parte dei numerosi turisti amanti della bellissima Isola di Caprera, come se fosse oro prezioso da conservare accuratamente.
Ma cosa ce ne facciamo di questa spazzatura?…
Probabilmente, per gli scienziati, questa sarà certamente una domanda ignorante, però, ci domandiamo ancora: Se ogni anno bisogna spendere ingenti somme di denaro per spostare queste alghe da un punto all’altro, qualche altra soluzione ci sarà per evitare questo schifoso problema nei modi più efficaci?
Per il prossimo anno, se non si troverà un rimedio, prepariamoci a spendere almeno 100 mila euro!
Antonello Sagheddu
Alberto Tinteri
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