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Torna in Italia la Febbre del Nilo Occidentale: primi casi in Veneto, pericolo anche in Sardegna

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Questa ci mancava veramente…

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TgCom24  – Un anziano di 83 anni è morto a Piove di Sacco (nel Padonova), per una grave forma di encefalite dovuta alla Febbre del Nilo Occidentale, virus a cui era risultato positivo.

Negli ospedali dell’Ulss 6 Veneta, inoltre, è ricoverato un altro uomo di giovane età positivo al virus trasmesso dalle zanzare, mentre su un altro 62enne, sempre ricoverato per encefalite a Piove di Sacco, sono in corso accertamenti per stabilire se si tratti o meno di West Nile.

Non è stato precisato finora dalle autorità sanitarie se si tratti del paziente già segnalato nei giorni scorsi dall’Iss come primo caso di positività nel Paese alla West Nile, scoperto, appunto, in Veneto.

Il virus è endemico in Veneto, così come in altre aree della Pianura padana. Tuttavia, solo ora è stata accertata la prima infezione in un uomo dall’inizio dell’estate 2022. La sorveglianza veterinaria nel nostro Paese su cavalli, zanzare, uccelli stanziali e selvatici ha confermato “la circolazione del virus in Veneto, Emilia-Romagna, Lombardia e Sardegna“.

Il periodo di incubazione varia dai 2 ai 14 giorni dalla puntura, ma può arrivare fino ai 21 giorni nei soggetti con deficit del sistema immunitario. Come spiega EpiCentro, la maggior parte degli infetti non manifesta alcun sintomo. Fra i casi sintomatici, circa il 20% presenta febbre, mal di testa, nausea, vomito, linfonodi ingrossati e sfoghi cutanei. Il malessere può durare pochi giorni.

I sintomi più pesanti si presentano in meno dell’1% delle persone infette, che riportano febbre alta, forti mal di testa, debolezza muscolare, disorientamento, tremori, disturbi alla vista, torpore, convulsioni, fino alla paralisi e al coma. Alcuni effetti neurologici possono essere permanenti. EpiCentro sottolinea che nei soli casi più gravi il virus può causare un’encefalite letale. Proprio in Italia, nel 2018, la febbre del Nilo occidentale ha causato alcuni decessi.

La febbre del Nilo occidentale non si trasmette da persona a persona  tramite il contatto con gli infetti. Non esiste però al momento un vaccino per questa malattia: bisogna dunque puntare sulla prevenzione, che consiste soprattutto nel ridurre l’esposizione alle punture di zanzare.

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