CULTURA & SPETTACOLO

Giancarlo Fastame presenta “Mussolini prigioniero a La Maddalena”

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LA MADDALENA – Sabato 5 maggio u.s., si è tenuta presso il Circolo Ufficiali della Marina Militare a La Maddalena, la presentazione del libro “Mussolini prigioniero a La Maddalena” scritto dall’Ing. Giancarlo Fastame nell’ambito dei programmi previsti dalle attività svolte dall’Università della Terza Età di La Maddalena.

Si tratta di una nuova descrizione degli eventi, questa volta tutti ben documentati, riguardanti la permanenza dell’ex-Duce Benito Mussolini presso Villa Weber dal 7 al 28 agosto del 1943.

All’ingegnere Giancarlo Fastame, dopo la sua presentazione, abbiamo posto alcune domande:
  • Come nasce questo libro?

Nel mio immaginario, Mussolini era arrivato prigioniero a Villa Weber, ignorato dalla popolazione, finché il Governo Badoglio non lo trasferì a Campo Imperatore, dove venne liberato dai Tedeschi. Durante questo periodo, incontrava l’ex-Podestà Dr. Chirico, testimone oculare e poi Marianna che si era resa disponibile a curare la pulizia degli indumenti del Duce e, infine, anche il Parroco Monsignor Salvatore Capula, suo confessore. Nelle acque davanti a Padule, c’era anche un sommergibile Tedesco, pronto a liberarlo. Non ne ero convinto.

  • Cosa ha scritto di nuovo?

Mi sono consultato col mio collega Zichichi, che mi ha consigliato il metodo di ricerca scientifico c.d. incrocia i dati. E così ho scoperto tutte le inesattenze scritte a sproposito: Solo Monsignor Capula aveva incontrato due volte il Duce, indicandogli: “Eccellenza, voi non sempre siete stato grande nella fortuna, ma siate grande nella disgrazia”. Parole convincenti che riavvicinarono il Duce alla Fede. Tutto il resto, sono state semplicemente delle fandonie… o meglio balle.

  • Cosa succedeva in quei 21 giorni?

Hitler lo voleva liberare, per continuare la guerra, gli Inglesi lo volevano catturare per impiccarlo alla Torre di Londra, gli Americani volevano processarlo prima della sedia elettrica: ma nessuno sapeva dove lui fosse. Solo Otto Skorzeney, agente segreto delle SS, lo scoprì a Villa Weber, ma non riuscì a liberarlo per il boicottaggio dell’ammiraglio tedesco Canaris. Il suo aereo affondò al Mortorio, perché a Venafiorita avevano fatto il pieno con metà benzina e metà acqua. 

  • Cosa fece il testimone oculare?

Si diede alla fuga… dopo aversi preso due fucilate di avvertimento, per non essersi fermato all’alt, dalle sentinelle di guardia a Villa Webber.

  • E gli Italiani?

Il Re trattava in segreto con gli Alleati per una pace separata, Badoglio trattava per conto suo per un’altra pace separata, lo Stato Maggiore trattava per conto suo per un’altra ancora pace separata e il Vaticano trattava per conto suo decantando Pax et Bonis per evitare l’invasione sovietica.

  • E gli Alleati?

Non si fidavano di Badoglio, erano già sbarcati a Gela il 10 luglio, bombardavano Roma con 626 bombardieri e 328 caccia e non un solo bombardamento, ma altri 50 bombardamenti susseguirono anche dopo l’armistizio dell’8 settembre, per la famosa Liberazione.

  • Dove compriamo il libro?

Su consiglio del mio illustre collega, il Prof. Zichichi, non ve lo vendo per 10 Euro e non ve lo vendo neanche per 5 Euro, ma non ve lo vendo proprio; questa è una raccolta di studio che potete trovare e consultare nella Biblioteca Comunale La Maddalena…

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