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Green pass, allarme della CGIA: “Lunedì 2 milioni di lavoratori resteranno a casa”

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MESTRE – Green pass Italia obbligatorio sul lavoro, da lunedì prossimo 2 milioni di lavoratori non potranno recarsi in fabbrica o in ufficio perché impossibilitati a farsi il tampone per ottenere il certificato verde.

Questa è la denuncia dell’Ufficio studi della Cgia di Mestre che spiega come le farmacie e le strutture pubbliche/private dedicate a questo servizio non siano in grado di compiere giornalmente un numero di test sufficienti per coprire la domanda. Lavoratori che, loro malgrado, saranno costretti a rimanere a casa senza retribuzione.

Secondo le stime del Governo sarebbero 3 milioni i lavoratori italiani senza il certificato verde, il 13 per cento circa degli occupati presenti nel nostro Paese. Persone che per accedere al proprio posto di lavoro entro la fine dell’anno dovranno fare ogni 2 giorni il tampone per ottenere il Green pass.

Ipotizzando un aumento della produttività da parte delle farmacie e delle strutture dedicate a fare questi test, lunedì 18 ottobre il numero complessivo potrebbe salire fino a 700mila. Se a questo numero aggiungiamo le oltre 300 mila persone che per ragioni di salute non sono obbligate al possesso della certificazione, rimarrebbero senza pass, calcola la Cgia, circa 2 milioni di lavoratori.

La regione più “no vax” è la Sicilia, la percentuale è pari al 24,3 per cento ed è costituita da 625.565 persone non vaccinate. Seguono la Calabria con una tasso del 23,4 per cento (226.745 non immunizzati), la Provincia Autonoma di Bolzano con il 22,7 per cento (63.570 non vaccinati), la Valle d’Aosta con il 21 per cento (13.017 non vax) e le Marche con il 20,4 per cento (156.724 non vaccinati).

Le più virtuose, invece, sono la Lombardia (14,3 per cento di non vaccinati), il Lazio (14,2 per cento) e la Toscana (13,8 per cento). Tra le 4 macro aree del Paese è il Sud a presentare il più alto numero di non vaccinati (2.143.769 pari al 20 per cento del totale della popolazione tra i 20 e i 59 anni). In Italia, infine, i “no vax” in età lavorativa sono 5.432.118, pari al 17,4 per cento della coorte 20-59 anni.

Secondo l’Ufficio studi della Cgia, per risolvere questa situazione il Governo ha due possibilità:

  • stabilire che il Green pass si ottiene solo attraverso l’inoculazione del vaccino, eliminando così il problema dell’impossibilità di fare i tamponi a tutti;
  • mobilitare l’Esercito, la Protezione civile o altri, affinché vengano diffuse su tutto il territorio nazionale delle unità mobili in grado di fare i test, garantendo così a tutti il diritto di conseguire, ancorché temporaneamente, il certificato verde.

Il successo dell’Obbligo del Green Pass, (così come sostenuto a settembre dal ministro Speranza, Brunetta e Orlando) – si basava sull’effetto annuncio, ovvero ritenendo che una gran parte dei 4 milioni di lavoratori italiani che allora non erano ancora vaccinati lo facessero entro un mese, ovvero entro il 15 ottobre, data in cui era prevista l’entrata in vigore delle disposizioni previste dal decreto.

La Cgia di Mestre, concludendo, parla invece di flop. Le cose, spiegano, non sono andate così e solo una minoranza nel frattempo si è vaccinata, gli altri, invece, hanno deciso di non farlo.

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