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Il Parco senza direttore, clima teso sulla nomina

La Nuova Sardegna

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Dopo le dimissioni di Giovannella Urban, il presidente proporrà un altro nome.

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LA MADDALENA – Il Parco cerca un nuovo direttore dopo l’incarico flash dell’architetto Giovannella Urban. La professionista ha dato le dimissioni dopo solo 24 ore dalla ratifica della sua nomina da parte del Consiglio direttivo.

Due settimane prima il presidente Giuseppe Bonanno le aveva assegnato il delicato compito direzionale per tre mesi, prendendo il posto di Ciro Pignatelli, il cui mandato era scaduto.

Consiglio e presidente, dopo tante guerre degli ultimi mesi si erano trovati d’accordo sul nome di Urban. Sarà più difficile ora fare il bis. Ma il passaggio è necessario perché l’ente rischia la paralisi. Prima di tutto dal punto di vista economico. È infatti necessario pubblicare le delibere del bilancio che sono in sospeso. Ma le soluzioni alle quali lavora Bonanno potrebbero non incontrare l’ok della maggioranza del Consiglio direttivo.

Le soluzioni. Il presidente lavora a due ipotesi e una non esclude l’altra. Potrebbe nominare un direttore facente funzioni attingendo da uno dei funzionari già in forze all’ente. In contemporanea cercare un direttore a scavalco, cioè una figura professionale che già opera in un altro ente, prendendolo “in prestito”. Soluzione che il Parco ha già adottato in passato. «Purtroppo l’architetto Urban ha dato le dimissioni per sopraggiunti problemi personali. Dobbiamo trovare una soluzione alternativa».

Ispezioni. Nessun blitz a sorpresa. Questa volta è il presidente Bonanno a chiedere una ispezione del ministero dell’Economia su tutti gli atti gestionali fatti fino a oggi. «È emersa una complessità degli atti gestionali assunti fino a ora che mi hanno imposto di chiedere una ispezione al ministero e la verifica alla Corte dei conti», spiega Bomanno.

Parco in bilico. Una parte del Consiglio direttivo potrebbe però dire no alla soluzione proposta da Bonanno. «Ognuno si assumerà la responsabilità delle sue azioni – aggiunge il presidente –. Credo che le soluzioni messe in campo siano di buon senso. In caso contrario potrei decidere di procedere comunque firmando un decreto di incarico».

Ipotesi commissariamento. E a chi pensa che di fronte all’ennesimo scontro interno sia meglio il commissariamento. Bonanno risponde. «Al momento non è la soluzione perché non risolverebbe i problemi gestionali. Il commissario sostituisce la parte politica, cioè il presidente e il Consiglio direttivo, ma non serve a garantire la continuità amministrativa. Per arrivare al nuovo direttore bisognerebbe aspettare un nuovo Consiglio direttivo. Credo che la soluzione del problema non sia così critica e insieme troveremo una soluzione».

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