CRONACA ED EVENTI

L’Ilvamaddalena sotto sequestro

da La Nuova Sardegna e Ansa

I Calciatori andranno via…

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avv. A. Petrucci

LA MADDALENA – La storica squadra di calcio dell’Ilvamaddalena era di proprietà di una organizzazione criminale sgominata dalla Procura Distrettuale Antimafia di Roma. L’’inchiesta, già venuta alla luce lo scorso anno con il clamoroso arresto del presidente del sodalizio calcistico, l’avvocato Alessandro Petrucci, è sfociata due giorni fa nel mega sequestro di beni immobili, titoli e conti correnti per oltre 3,3 milioni di euro riconducibili alla famiglia di malavitosi che operava nella zona di Tor Bella Monaca, a Roma.

La banda, gestita dai fratelli Cordaro, poteva contare su oltre cinquanta affiliati, molti dei quali insospettabili “colletti bianchi” incaricati di investire il danaro sporco in attività lecite e aveva disponibilità econoniche immense.

Tra i beni finiti sotto sequestro su disposizione dei magistrati della Procura Distrettuale di Roma ci sono le quote azionarie dell’Ilvamaddalena e i due ristoranti dell’isola, il “Garden” e il “Mafalda”, già finiti nel mirino della magistratura lo scorso anno.

Gli uomini della Squadra Anticrimine di Roma, con i colleghi della polizia di Stato di Olbia e gli agenti della Squadra Anticrimine della questura di Sassari, sono sbarcati in forze nell’isola dove hanno messo sotto sequestro documenti e filmati trovati nella sede della squadra di calcio.

Gli attuali dirigenti dell’Ilvamaddalena – estranei a tutta la vicenda giudiziaria non hanno rilasciato dichiarazioni, ribadendo soltanto che il campionato di calcio intrapreso dalla squada maddalenina proseguirà regolarmente, senza alcun intoppo.

Ma alcuni calciatori, stando ad alcune indiscrezioni, hanno già manifestato la volontà di lasciare l’Isola.

Secondo gli investigatori, il club sportivo – con sede sull’isola della Maddalena – sarebbe stato comprato con i proventi dell’attività criminale attraverso l’intermediazione dell’avvocato Alessandro Petrucci, diventato presidente della squadra, al quale furono versati 190mila euro da impiegare per la gestione della squadra di calcio e per le operazioni di pulitura attraverso il meccanismo delle sponsorizzazioni.

L’elenco dei sequestri per un totale di oltre 3 milioni di euro, oltre a l’Ilvamaddalena calcio, il ristorante “Garden” e il fast-food pizzeria “Mafalda” di La Maddalena, comprende anche tre appartamenti (uno a Roma, uno a Montecompatri e uno a Rocca Priora), decine di conti correnti bancari, libretti di risparmio, titoli, cassette di sicurezza e danaro contante rinvenuto nella abitazione dei fratelli Cordaro.

Il Core business del gruppo malavitoso, era dunque il traffico di droga e il clan dei Cordaro non si metteva scrupoli nell’utilizzo di pistole e fucili mitragliatori per affermare la propria egemonia territoriale con pestaggi, gambizzazioni, minacce con un omicidio e un tentato omicidio.

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